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Mercoledì, 24 Aprile 2024
IRAQ

Iraq, arrivano le bombe Usa: "Rischio genocidio"

E' cominciata l'operazione degli Stati Uniti in Iraq contro i combattenti dell'Isis: raid con i droni e bombe sulle roccaforti dei jihadisti. Kerry: "I loro atti di violenza hanno i segnali del genocidio". Mogherini: "Siamo con gli Usa"

ROMA - Il mondo non sta più a guardare l'orrore: le violenze, i rapimenti di donne, i profughi. Gli Stati Uniti hanno cominciato i bombardamenti mirati sull'Iraq per combattere i jihadisti dell'Isis. Il Pentagono ha fatto sapere che i primi raid sono avvenuti nei pressi della città di Erbil, nel Nord del Paese, "in un'area vicino alla quale si trova del personale americano", ha aggiunto un portavoce. Altri raid americani sono avvenuti vicino Erbil, nel Kurdistan iracheno.

Fonti hanno confermato a Cbs News che un drone americano ha colpito parte dell'artiglieria che l'Isis, lo Stato islamico dell'autoproclamato califfato, utilizza per sparare contro le forze curde che difendono Erbil. Non è chiaro ancora quanti jiahidisti siano morti nell'attacco. La notizia dei nuovi raid è stata poi confermata dal Pentagono. "I raid hanno permesso di eliminare dei terroristi", ha detto il portavoce John Kirby.

I raid Usa contro le postazioni dell'Isis in Iraq sono partiti alle 6.45 del mattino ora di Washington con due bombardieri FA 18 che hanno sganciato due bombe da oltre 226 chilogrammi. "Gli Stati Uniti continueranno ad agire contro i militanti dell'Isis ogni volta che il personale e gli impianti americani saranno minacciati", ha quindi aggiunto Kirby.

Solo poche ora prima era arrivato il via libera del presidente Usa, Barack Obama, che aveva palesato, a chiare lettere, lo spettro di terrore e morte che porta con sé Isis. "Quando le vite dei cittadini americani sono a rischio, noi agiamo. Questa è la mia responsabilità come comandante supremo", aveva spiegato il presidente. "A inizio settimana un iracheno ha gridato al mondo: 'nessuno viene ad aiutarci'. Ebbene, oggi l'America viene ad aiutare. Quando abbiamo le capacità uniche per aiutare ad evitare un massacro, credo che gli Stati Uniti non possano chiudere un occhio. Ma anche se sosteniamo gli iracheni nella loro lotta ai terroristi, le truppe americane non torneranno a combattere in Iraq".

"La campagna di terrore contro innocenti, incluse le minoranze yazidi e cristiane, e i loro atti di violenza grotteschi e mirati hanno tutti i segnali e gli elementi caratteristici del genocidio" aveva alzato i toni il segretario di Stato Usa, John Kerry. 

Alla fine intervento è stato, con il benestare di Londra, Parigi e Roma. "L'Italia sottolinea - aveva detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini - come sia necessario proteggere i civili iracheni e in particolare cristiani e yazidi perseguitati da Isis e sostenere lo sforzo delle milizie curde Peshmerga per fermare l'avanzata di Isis. Per questo - aveva concluso - condividiamo la scelta del presidente americano Barack Obama di intervenire".

Iraq, partono i bombardamenti Usa

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