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Giovedì, 18 Aprile 2024
USA / Stati Uniti d'America

Usa, aperta la caccia a Twitter

Un giudice ha ordinato al social network la consegna dei dati di un suo utente. Solo nella prima metà del 2012 sono state 849 le richieste di questo tipo

Quanto deciso oggi da un giudice di New York potrebbe segnare l'inizio di tempi duri per gli utenti di Twitter. 

Matthew Sciarrino, giudice della corte penale, ha imposto al social network di fornire i dati personali di un suo utente. La decisione è stata presa nel corso del processo a Malcom Harris, arrestato insieme ad altre 700 persone nel corso di un manifestazione organizzata dal gruppo di Occupy Wall Street.

Secondo la polizia, l'imputato avrebbe partecipato ad un blocco del traffico sul ponte di Brooklyn, ignorando l'invito delle forze dell'ordine a sfilare sul marciapiede. Harris ha invece dichiarato, come riferisce il Washington Post, di aver ricevuto il permesso a marciare sulla strada proprio dalla polizia.

Secondo il giudice, la questione potrebbe essere risolta acquisendo i tweet e i dati personali del giovane, che potrebbe aver usato il social network per incitare al blocco stradale.

“Postare un tweet è come urlare dalla finestra” ha dichiarato Sciarrino. “Come molti hanno imparato a loro spese, le opinioni espresse pubblicamente possono avere delle conseguenze”, ha continuato il giudice, come riferisce il quotidiano Le Monde

Questa decisione potrebbe quindi modificare il concetto di privacy e la gestione dei dati personali sui social network oltre, secondo alcuni, a limitare la libertà di espressione sul web. “Secondo le regole di Twitter, gli utenti sono i proprietari del contenuto dei loro messaggi”, hanno spiegato i rappresentanti del social network. “Noi difendiamo fermamente i nostri utenti e i loro diritti”. 

Quello di Harris non è però un caso isolato. Sono sempre di più i governi che voglio avere libero accesso ai dati personali degli utenti di Twitter. La società di San Francisco, prendendo esempio da Google, ha pubblicato un Transparency Report, che mostra il numero di richieste per la rimozione o l'acquisizione di dati ricevute quest'anno.

“Abbiamo avuto molte più domande da parte dei governi nella prima metà del 2012 che in tutto il 2011”, ha dichiarato il legale della compagnia, Jeremy Kessel, come riporta l'Huffington Post. I Paesi che hanno chiesto a Twitter di poter visionare i dati degi utenti sono 23, per un totale di 849 richieste. Di queste, 679 provengono dagli Stati Uniti, seguiti da Giappone (98), Canada e Gran Bretagna (11).  

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