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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Usa, "The Innocence of Muslims": il film che sta infiammando il mondo arabo

Il mistero avvolge la figura di Sam Bacile, l'autore della pellicola, che in un'intervista al Wall Street Journal ha definito l'Islam "un cancro"

Tutto il mondo musulmano è in subbuglio per il film “The Innocence of Muslims” (L'innocenza dei musulmani), una pellicola talmente mediocre che, se non fosse stato per le sue critiche all'Islam, sarebbe finita nel dimenticatoio senza troppi rimpianti. Inizialmente accusata di essere stata la causa dell'attacco al consolato statunitense a Bengasi, ora rivendicato da al Qaeda e sul quale le autorità stanno cercando di fare chiarezza, “Innocence of Muslims” offre un'immagine di Maometto sicuramente non lusinghiera. 

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Critiche al profeta Maometto - Anche se ancora non è stata diffusa la versione integrale della pellicola, della durata di 2 ore, il trailer di 13 minuti che si trova su Internet dà un'idea di quello che attende lo spettatore. Il film non è certo stato realizzato per offrire una ricostruzione storica della vita del profeta, dipinto come un dongiovanni, un pedofilo, un ladro e persecutore di copti.

"L'Islam è un cancro" - A realizzare la pellicola è stato Sam Bacile, un 54enne israelo-americano che in un'intervista al Wall Street Journal non ha esitato a definire l'Islam “un cancro”. L'uomo ha inoltre dichiarato di essersi messo dietro alla macchina da presa per aiutare Israele, cercando di mostrare al mondo i difetti del credo musulmano.  Bacile al momento si troverebbe al sicuro, nascosto in un luogo segreto, come ha spiegato alla Cnn il suo collega Steve Klein. “E' molto depresso ed è sconvolto. Ho parlato con lui questa mattina, e ha detto di essere molto triste per quello che è accaduto all'ambasciatore (ucciso a Bengasi, ndr)”. 

Dubbi sull'identità di Bacile - Proprio intorno alla figura di questo fantomatico regista sta iniziando a crearsi un vero e proprio alone di mistero. Secondo alcune dichiarazioni, rilasciate dallo stesso Klein al The Atlantic, quello di Sam Bacile non sarebbe altro che uno pseudonimo, e l'uomo non sarebbe nemmeno israeliano. 

Il sostegno dei militanti anti-Islam - Mentre nel mondo musulmano si moltiplicano le proteste, il film ha ricevuto il sostegno di alcuni personaggi statunitensi, saliti alla ribalta negli anni scorsi per i loro attacchi all'Islam. Uno di questi è il pastore Terry Jones, diventato famoso per aver bruciato alcune copie del Corano e per essersi opposto alla costruzione di una moschea vicino a Ground Zero. Proprio l'11 settembre, data in cui cade la "Giornata internazionale del Giudizio su Maometto", proclamata dallo stesso Jones, il pastore ha annunciato la proiezione di un estratto del film nella sua chiesa a Gainesville, in Florida. “Si tratta di una produzione americana, che non ha come obiettivo quello di attaccare i musulmani ma di mostrare l'ideologia distruttiva dell'Islam” ha spiegato l'uomo. 

A sostenere il film c'è anche Morris Sadek, presidente di un piccolo gruppo chiamato "Assemblea nazionale copta americana", che ha deciso di promuovere la pellicola. “Le violenze provocate in Egitto sono solo una prova in più di come in Egitto la religione e le persone siano violente, e dimostra che il film mostra dei fatti reali”. 

A prendere le distanze da questa pellicola ci hanno però pensato proprio coloro che hanno partecipato alla sua realizzazione. In un documento inviato alla Cnn, il cast e la troupe hanno dichiarato “di essere sconvolti e di sentirsi sfruttati dal produttore”, aggiungendo di essere stati “gravemente ingannati circa gli scopi e gli intenti del film”.  Attori e troupe erano stati reclutati tramite alcuni annunci pubblicati sui giornali, dove si parlava di un “film storico d'avventura ambientato nel deserto arabo”, dal titolo "Desert Warrior".

Un'attrice, che ha chiesto alla Cnn di mantenere l'anonimato, ha spiegato che nella sceneggiatura iniziale non c'era alcun riferimento al profeta Maometto. La ragazza ha detto di aver parlato con il produttore, che si era presentato a lei con il nome Sam Bassiel. “Disse che aveva scritto il testo perchè voleva che i musulmani la smettessero di uccidere” ha detto la ragazza. “Non avevo idea che stesse organizzando tutto questo”. 

La pellicola, alla quale hanno partecipato 59 attori e una troupe di 45 persone, è stata realizzata in tre mesi nell'estate del 2011, con un budget di 5 milioni di dollari, ricevuti da alcuni misteriosi "finanziatori ebrei", come spiega il quotidiano francese Le Monde

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