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Mercoledì, 24 Aprile 2024
stretta sul social / Stati Uniti d'America

Gli Usa minacciano TikTok: "Stop all'app se i cinesi non vendono le loro quote"

La Casa Bianca vuole valutare tutti gli strumenti di cui dispone per tutelare i dati dei 100 milioni di utenti statunitensi. Pechino chiede a Washington di "mettere fine agli attacchi ingiustificati"

TikTok è ancora nel mirino degli Stati Uniti. L'amministrazione Biden ha minacciato di vietare il social network dell'azienda cinese ByteDance negli Stati Uniti se i proprietari della società non vendono le loro quote. Ma di quali numeri si parla? Il 60% delle azioni di ByteDance è di proprietà di investitori globali, il 20% di dipendenti e il 20% dei suoi fondatori. Da qui le intenzioni di Washington. Il comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (CFIUS), guidato dal Tesoro, già nel 2020 aveva raccomandato all'unanimità che ByteDance disinvestisse TikTok. Ora si vuole accelerare il processo. 

La mossa, riportata dal Wall Street Journal, segnerebbe l'ennesimo punto di collisione tra la Casa Bianca e l'azienda cinese, in quella che si presenta come l'ulteriore misura di funzionari e legislatori statunitensi, guidati dai timori che i dati degli utenti statunitensi detenuti dalla società possano essere trasmessi al governo cinese. L'app di ByteDance nega di raccogliere più dati rispetto alle altre società di social media, e respinge le accuse di favorire alle autorità cinesi l'accesso ai dati dei suoi utenti. Ma è andata oltre: TikTok ha infatti affermato che l'archiviazione dei dati degli utenti non avviene in Cina, ma negli Stati Uniti - dove i dati degli iscritti statunitensi vengono instradati attraverso l'infrastruttura cloud gestita dalla società statunitense Oracle - a Singapore e a Dublino. L'azienda ha recentemente annunciato un progetto per tutelare i dati degli utenti del Vecchio continente, lanciando due nuovi data center, in Irlanda e in Norvegia, nell'ambito del progetto Clover "che creerà un'enclave europea autonoma". 

"Un pallone spia nel vostro telefono": perché TikTok fa paura

Rassicurazioni che non sedano la preoccupazione di Stati e istituzioni occidentali per la comprovata presenza del governo cinese nelle aziende private. E dato che la Cina viene vista dagli Stati Uniti come un "paese ostile" e una minaccia per la sicurezza nazionale, molti senatori e deputati americani temono che il social di ByteDance possa essere utilizzato dal governo cinese per spiare gli utenti, promuovere i propri interessi politici e intromettersi negli affari interni di altri paesi. Insomma, TikTok potrebbe fungere da cavallo di Troia per eventuali attività di spionaggio o di sabotaggio, ma anche per operazioni di censura di discussioni sfavorevoli nei confronti della politica cinese, e di promozione di una narrazione più morbida sui temi sensibili a Pechino come le violazioni dei diritti umani nella regione autonoma dello Xinjiang.

Ma qualsiasi divieto negli Stati Uniti incontrerebbe notevoli ostacoli legali. Il predecessore di Biden, Donald Trump, aveva cercato di vietare TikTok nel 2020 ma è stato fermato dai tribunali. La Casa Bianca vuole comunque valutare tutti gli strumenti di cui dispone per tutelare i dati dei 100 milioni di utenti statunitensi, ma anche per rispondere alle critiche mosse da alcuni repubblicani. I membri del GOP hanno infatti puntato il dito contro l'amministrazione Biden per non aver preso una posizione abbastanza dura per affrontare la presunta minaccia alla sicurezza nazionale posta da TikTok.

I dirigenti del social network non appoggiano la misura statunitense, poiché ritengono che una vendita obbligata delle quote non affronterebbe il rischio per la sicurezza percepito. E la spiegazione è semplice per l'azienda cinese. ByteDance ha infatti messo sul piatto una somma di 1,5 miliardi di dollari da impegnare in un programma per salvaguardare i dati e i contenuti degli utenti statunitensi dall'accesso o dall'influenza del governo cinese.

Anche la portavoce di TikTok, Brooke Oberwetter, fa scudo e si oppone a quanto vorrebbe fare l'amministrazione Biden. "Se proteggere la sicurezza nazionale è l'obiettivo, il disinvestimento non risolve il problema - specifica in una nota Oberwetter -. Un cambio di proprietà non imporrebbe nuove restrizioni ai flussi di dati o all'accesso".

Il Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, dovrebbe apparire davanti al Congresso degli Stati Uniti la prossima settimana. Senza dubbio presenterà le rimostranze dell'azienda, che faranno il paio delle reazioni del governo cinese. Pechino chiede a Washington di "mettere fine agli attacchi ingiustificati" contro TikTok. "Finora gli Stati Uniti non sono riusciti a produrre le prove che TikTok minacci la sicurezza nazionale degli Stati Uniti", ha affermato Wang Wenbin nel briefing quotidiano, invitando Washington a "smettere di diffondere informazioni false e a smettere di sopprimere irragionevolmente le aziende interessate".

Da TikTok arriva la conferma delle anticipazioni di stampa, secondo cui i funzionari statunitensi l'avevano esortata a separarsi dalla holding cinese ByteDance per evitare un divieto nazionale. Ora la partita è tutta da giocare.

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