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Giovedì, 30 Marzo 2023
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Abusata da bambina, violentata e picchiata: storia di Valérie, che “nessuno ha mai protetto”

Nel 2016 Valérie Bacot uccise il marito dopo decenni di abusi sessuali, fisici ed emotivi, iniziati quando lei aveva solo 12 anni e lui era il compagno della madre. Tra pochi mesi per lei inizierà il processo ed è in atto una mobilitazione in suo sostegno

Il prossimo giugno in Francia sarà processata Valérie Bacot, una donna accusata nel 2016 di aver ucciso il marito violento. Una storia che fin dal suo esplodere ha colpito molto l’opinione pubblica francese: per anni Valérie Bacot era stata vittima del marito, che l’aveva abusata fin da quando aveva 12 anni, poi l’aveva sposata, continuando a sottoporla ad abusi sessuali, fisici e emotivi. 

Per Valérie Bacot si è formato un comitato di supporto, con una petizione che in pochi giorni ha superato le 70mila firme e il sostegno di diverse personalità politiche, come l’ex ministra per i diritti delle donne e poi dell’istruzione Najat Vallaud Belkacem, che si è appellata direttamente al presidente francese Emmanuel Macron. 

La vita d'inferno di Valérie Bacot fin dal giorno del suo incontro con Daniel Polette

Il 13 marzo 2016 Valérie Bacot, 36 anni, ha ucciso il marito Daniel Polette, di 25 anni più grande di lei, seppellendone poi il cadavere a La Clayette, comune francese con poco meno di duemila abitanti nel dipartimento della Saona e Loira nella regione della Borgogna-Franca Contea. Daniel Polette era stato l’amante della madre di Valérie e aveva iniziato ad abusare di lei quando era poco più che una bambina.

Gli atteggiamenti ambigui di Polette nei confronti di quella bambina di 12 anni passano inosservati e dopo due anni, grazie a una denuncia, viene aperta un’inchiesta. Polette viene condannato a quattro anni di carcere nel 1995, per essere rilasciato due anni e mezzo dopo. Mentre lui è in carcere, Valérie viene costretta dalla madre a scrivergli e a fargli visita. Quando viene rilasciato, Polette torna incredibilmente a vivere con Valérie e sua madre e le violenze riprendono. A 17 anni la ragazza resta incinta del patrigno: la madre, che per anni ha fatto finta di non vedere, caccia di casa non il compagno ma la figlia, che a quel punto si ritrova a vivere sola con Daniel Polette. La coppia si stabilisce poco lontano, a Baudemont. Valérie e l'ex patrigno si sposano, lei mette al mondo quattro figli, mentre a poco a poco entrambi perdono i contatti con le rispettive famiglie, chiudendosi sempre di più e limitando i rapporti con l’esterno al minimo indispensabile.

Baudemont è una piccola cittadina di 650 abitanti, dove tutti si conoscono. Il comportamento riservato dei Polette colpisce, ma nessuno sembra preoccuparsi di quella donna così riservata e sofferente. Valérie non lavora; quando dal Comune le offrono un lavoro come addetto alla manutenzione dopo solo due settimane l’esperienza finisce, perché lei era costretta a fare molte assenze per “motivi di famiglia” e perché il marito non voleva che lavorasse. Dietro le mura di casa Polette, l’inferno. Un calvario che Valérie ha raccontato agli inquirenti dopo il suo arresto: percosse, violenze, umiliazioni anche nei confronti dei figli. Daniel Polette l'avrebbe inioltre costretta a prostituirsi: era lui stesso a reclutare clienti con annunci sul giornale o nelle stazioni di servizio a una trentina di chilometri da casa, dove lasciava che questi uomini facessero sesso con sua moglie in minivan, mentre lui “dirigeva” il tutto danno indicazioni a Valérie con un auricolare. È proprio dopo uno di questi incontri che Valérie uccide Daniel Polette, sparandogli un colpo di pistola alla nuca, dopo aver cercato senza successo di avvelenarlo poche ore prima. Insieme a due dei suoi figli, di 16 e 17 anni, e al fidanzato della figlia 16enne, Valérie nasconde il cadavere di Daniel Polette in un bosco dietro il castello di La Clayette. Il cadavere di Polette viene scoperto 17 mesi dopo. Quando i gendarmi vanno ad arrestarla, Valérie ammette di aver ucciso il marito e racconta cosa è stata la sua vita da quando ha conosciuto Polette. Agli inquirenti, Valérie rivela che il marito aveva iniziato a fare allusioni sessuali alla figlia. Valérie e i ragazzi vengono arresti. Per i tre giovani, tutti minorenni all’epoca dei fatti, nel dicembre 2019 il tribunale dei minori stabilisce una pena sospesa di sei mesi. Lei, accusata di omicidio, dopo un anno di carcere viene rilasciata sotto sorveglianza giudiziaria in attesa del processo: rischia l’ergastolo. 

"Non c'è stato mai nessuno a proteggere Valérie Bacot"

“Questa donna, non era era programmata per essere violenta, lo è diventata suo malgrado e soprattutto a causa della scarsa protezione che ha avuto dall’età di dodici anni e anche prima. È una bambina che è stata lasciata a se stessa e le autorità hanno concesso a quest’uomo lo strapotere di fare enormi danni impunemente. Nessuno era lì a proteggerla, né durante l'infanzia né durante l'adolescenza. Sua madre era complice delle follie commesse dal patrigno”, dice Le Figaro Janine Bonaggiunta, uno dei due avvocati di Valérie Bacot, che in attesa di essere processata il prossimo giugno ha trovato un lavoro nel settore edile.

La mobilitazione in suo sostegno ha commosso molto Valérie Bacot. Per lei “è una cosa completamente nuova poiché non aveva mai ricevuto la benché minima prova d'amore ma aveva sempre vissuto isolata, quasi barcollando nella vita”, spiega Bonaggiunta.

La vicenda di Valérie Bacot riecheggia per certi versi quella di Jacqueline Sauvage, la donna di 70 anni che nel 2016 ottenne la grazia dal presidente François Hollande dopo essere stata condannata a dieci anni per l’omicidio del marito, che aveva ucciso a colpi di pistola dopo aver saputo del suicidio del figlio, vittima di abusi come le altre tre figlie. Ma per Bonaggiunta i due casi sono molti differenti. “A parte l’omicidio del proprio marito, le due storie non hanno niente in comune. La storia di Valérie è molto più tragica perché lei aveva solo dodici anni quando ha conosciuto il suo torturatore, mentre Jacqueline ne aveva 17. Valérie Bacot non è mai stata in grado, in nessun momento della sua vita, di dare il il minimo consenso. Da bambina è stata circondata da educatori che avrebbero dovuto portarla via da quella madre che ha permesso molte cose, ma nessuno se n’è mai occupato. Questo è ciò che denuncio”.

Quando Daniel Polette all’improvviso sparisce, nessuno sembra realmente preoccuparsi per lui. Un uomo dal carattere difficile, con alle spalle - già prima di conoscere Valérie - storie pesanti di abusi, incesti, violenze sessuali. FranceInfo ha dedicato un lungo e dettagliato reportage a Valérie Bacot, ricostruendo la sua vita e andando a raccogliere le testimonianze di chi ha conosciuto lei e Daniel Polette. In molti sapevano quello che accadeva e sapevano che la madre di Valérie sapeva (in tanti ritengono lei responsabile di tutto ciò che è accaduto dopo). Anche quando la coppia si trasferisce nela piccola Baudemont, i vicini fanno fatica ad entrare in contatto loro. Pur percependo che dietro le mura di casa Polette qualcosa di strano doveva pur avvenire, molti fanno finta di niente: “Sono affari di famiglia”. Quando la storia di Valérie Bacot è diventata ufficialmente di dominio pubblico è stato impossibile non chiedersi quale sia stato il prezzo di quella omertà. A maggio è prevista l’uscita di un libro sulla storia di Valérie, dal titolo emblematico: “Tutti sapevano”. 

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