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Giovedì, 18 Aprile 2024
La scheda

La mappa delle restrizioni in tutto il mondo contro la variante Delta

Lockdown e limitazioni in vigore dall’Europa al Pacifico, dall’Africa al Canada. Situazione difficile in molti paesi dell’Asia e del Pacifico

Preoccupa in tutto il mondo la diffusione della variante Delta. Emblema di questo periodo di incertezza e preoccupazione l'immagine dell’arrivo della torcia olimpica a Tokyo in un parco semi vuoto, in conseguenza del nuovo stato di emergenza appena decretato dopo l'impennata di contagi. Il Giappone però non è l'unico paese ad aver deciso azioni di protezione. 

Nel timore di una terza o quarta ondata, si moltiplicano infatti restrizioni, controlli e limitazioni per cercare di contrastare l'avanzata della nuova variante, non solo in Asia e nel Pacifico ma anche in Europa, dove la variante Delta sta avanzando più rapidamente del previsto. 

Restrizioni e controlli contro la variante Delta in Europa

Diversi governi in Europa hanno deciso di adottare nuove restrizioni, soprattutto per quanto riguarda i viaggi, per cercare di arginare i contagi continuando a spingere l'acceleratore per proseguire speditamente la campagna vaccinale. 

In Francia nel fine settimana la variante Delta sarà quella dominante. Il ministro della Salute Oliver Veran ha lanciato l'allarme e lunedì è stato convocato anticipatamente un nuovo consiglio di difesa sanitario che potrebbe decretare l'obbligatorietà della vaccinazione per alcune categorie professionali o gruppi di popolazione particolarmente a rischio, oltre ad una eventuale estensione del pass sanitario. Sempre lunedì è atteso un discorso alla nazione del presidente Macron, mentre il governo francese ha sconsigliato i propri cittadini di recarsi in Spagna o in Portogallo per le vacanze estive. La Spagna è una zona a rischio Covid-19 anche per la Germania, dove chi rientra dalla penisola iberica dovrà presenterà un tampone negativo oppure la certificazione di una completa vaccinazione per evitare di doversi recare in quarantena; anche Cipro è stata indicata come zona ad alta incidenza di contagio e in caso di rientro dall'isola sarà obbligatoria una quarantena da cinque a dieci giorni.

Anche Spagna e Portogallo corrono ai ripari. Da oggi sono in vigore restrizioni più severe per chi arriva nel Paese decise dal governo di Lisbona: stranieri e portoghesi di rientro dall'estero, per soggiornare in albergo devono presentare un test negativo, un attestato vaccinale o la prova di una recente guarigione. Lo stesso provvedimento vale anche per altri tipi di alloggi, quali Airbnb. Nel fine settimana, in 60 località ad alto rischio Covid, tra cui Lisbona e Porto, all'ingresso dei ristoranti verrà chiesto un attestato vaccinale o di guarigione per poter consumare il pasto all'interno. Sempre a Lisbona e Porto da venerdì 2 luglio è tornato in vigore il coprifuoco con divieto di circolazione tra le 23 e le 5 di mattina. La limitazione degli orari di apertura di bar e ristoranti già in vigore a Lisbona è stata estesa ad altri 16 comuni: chiusura alle 22.30 in settimana e alle 15.30 nel weekend. La Spagna chiede un test Covid negativo o prova dell'avvenuta vaccinazione ai turisti britannici diretti alle isole Baleari (Minorca, Ibiza, Formentera).

In Grecia dal 5 luglio le persone adulte che intendono recarsi nelle isole devono presentare un certificato di vaccinazione anti Covid o un tampone/test antigenico rapido negativo o dimostrare di essere guarite recentemente. I giovani fra i 12 e i 17 anni potranno viaggiare con qualsiasi test, compresi quelli che si fanno a casa, mentre non è richiesto alcun test ai minori di 12 anni. La misura non interessa le isole Euba, Leucade e Salamina. Il governo sta valutando l'introduzione di controlli anche per gli spostamenti tra le regioni della Grecia continentale. A Malta il governo ha annunciato la chiusura dei suoi confini ai viaggiatori non vaccinati, nell'intento di arginare l'impennata dei contagi.

La situazione in Asia e nel Pacifico 

Diversi paesi dell'Asia e del Pacifico che all'inizio della pandemia erano riusciti a contenerne gli effetti diventando dei modelli di gestione e controllo del coronavirus, si trovano ora alle prese con le nuove varianti e un numero insufficiente di dosi di vaccino. Il nodo principale riguarda il tasso di vaccinazione delle popolazioni, ancora troppo limitato, per riuscire a mantenere in basso l'incidenza dei contagi. In media in Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud, meno di un terzo dei cittadini ha ricevuto la prima dose, secondo dati riportati dal Nyt. Nel contempo diverse nazioni del Sud-Est asiatico stanno registrando un numero di morti tra i piu' alti dall'inizio della crisi sanitaria globale. 

In Australia gli abitanti di Sydney saranno in lockdown almeno fino al 17 luglio. Per diversi giorni chiusure e restrizioni hanno interessato metà della popolazione italiana, anche a Brisbane e Perth. Le autorità locali hanno inoltre drasticamente ridotto il numero delle persone autorizzate ad entrare nel Paese, passate da 6mila a 3mila, avvertendo che altre restrizioni potrebbero essere varate e prorogate se necessario. 

A Seul, capitale della Corea del Sud, e nelle regioni confinanti, chiusi scuole, bar, locali notturni ed è stato diposto il limite di due persone per gli incontri serali, dopo le ore 18. Nelle Isole Figi il primo ministro ha decretato l'obbligatorietà della vaccinazione per i dipendenti pubblici e privati. Per chi lavora nel settore pubblico è obbligatorio ricevere la prima dose di vaccino entro il 15 agosto e la seconda entro il 1 novembre, pena il licenziamento. Misure simili anche per il settore privato, con multe salate per i non vaccinati e datore di lavoro e il rischio di chiusura amministrativa dell'azienda. 

In Giappone il quarto stato di emergenza sanitario entrerà in vigore il prossimo lunedì e durerà fino al 22 agosto, mentre i Giochi Olimpici, in programma dal 23 luglio all'8 agosto, si svolgeranno senza spettatori per garantirne la massima sicurezza. Nell'ambito di questa misura, saranno nuovamente limitati gli orari di apertura di bar e ristoranti oltre al divieto di vendita di alcoolici.

Lockdown e restrizioni in diverse città della Malaysia già dal 1 giugno, mentre il Paese registra la più alta incidenza di casi ogni 100 mila abitanti di tutta la regione. La giunta militare al potere in Myanmar ha annunciato la chiusura di scuole in tutto il Paese per almeno due settimane. In Thailandia il governo ha varato misure sanitarie restrittive, come la chiusura per 14 giorni dei negozi non essenziali e controlli rafforzati sugli spostamenti, e un ospedale da campo è stato allestito in un terminal dell'aeroporto internazionale di Bangkok. Controlli sugli spostamenti anche in Vietnam, nella capitale commerciale di Ho Chi Minh.

Cosa succedendo in Canada e in Africa

Il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato che i viaggiatori stranieri non vaccinati "non saranno autorizzati ad entrare in Canada per un certo periodo di tempo piuttosto lungo". Una restrizione decisa a nome della "sicurezza" dei canadesi e per "non rendere vani i sacrifici fatti dalla gente negli ultimi mesi".

Il continente africano si trova in questo momento in crescente difficoltà a causa della rapida avanzata della varianti e si teme il peggio per l'insufficienza di vaccini, strutture sanitarie e medicinali.

In Tunisia le autorità hanno definito la situazione sanitaria di "catastrofica”. Gli spostamenti tra le regioni sono bloccati fino al 31 luglio, è ancora in vigore il coprifuoco dalle 20 alle 5, come pure il divieto di assembramenti e le disposizioni decise a livello regionale dai vari governatorati. La vicina Libia ha deciso di chiudere i confini con la Tunisia per evitare il propagarsi del Covid-19

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