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Venerdì, 19 Aprile 2024
Razzismo

Il "vestito razzista" dell'America

Un video, girato da un gruppo di americani, mostra quanto è difficile essere musulmani negli Usa. Due ragazzi discutono animatamente sotto gli occhi di un poliziotto che non interviene. Almeno fino a quando i due non cambiano il loro aspetto

ROMA - Stessa scena, stessa strada, stessi protagonisti, stesse parole e stessi toni. L'unica cosa diversa, gli abiti. Ma tanto basta, almeno così sembra, per trasformare due comuni cittadini in due persone da fermare e perquisire, non senza l'uso della forza. 

Un gruppo di vblogger americani, riuniti nel gruppo "True story Asa", ha girato e postato su Youtube un video utile - secondo loro - a raccontare le discriminazioni che quotidianamente i musulmani devono sopportare negli Stati Uniti.

Nella prima scena ci sono due ragazzi, vestiti "all'occidentale", che con un forte accento americano discutono a voce alta. I due si scontrano quasi fisicamente sotto gli occhi di un poliziotto fermo all'angolo, che li guarda e non interviene. Venti minuti dopo, gli stessi due ragazzi ripetono la stessa e identica scena - forse anche con toni più pacati - ma questa volta lo fanno con abiti musulmani. 

I due cominciano a litigare ad alta voce, parlando sempre in americano, e attirano immediatamente l'attenzione dell'agente. Il "cop", questa volta, non è permissivo come nella prima scena. E si avvicina ai due con fare minaccioso. "Cos'è questo casino?", urla ai due ragazzi. E ancora, subito: "Perché tu sei vestito così?". Uno dei due attori dell'esperimento sociale cerca di spiegare "che stavamo solo discutendo" e prova a continuare la camminata. Ma l'agente lo blocca: "Perché scappi? Sto parlando con te, non scappare". Poi, lo prende di peso e lo sbatte contro la saracinesca abbassata di un negozio e gli intima di "alzare le braccia e aprire le gambe". 

Il poliziotto parte con la perquisizione e quando tocca il cellulare del giovane alza i toni: "Cos'è una pistola? Cos'è? Un coltello?". Il malcapitato spiega che è "solo il mio telefonino" e l'agente passa a perquisire l'altro ragazzo usando gli stessi modi e intimando a una terza persona di passaggio di pensare ai fatti propri e di andare via. 

A questo punto uno dei due giovani si spoglia e fa notare all'agente che "sono lo stesso ragazzo di prima. Sono passato venti minuti fa, urlavamo e discutevamo come ora, tu ci hai visto e non hai fatto nulla - gli ricorda - Ora solo perché siamo vestiti in questo modo tu ci stai trattando così". Da occidentale a musulmano, quando l'abito fa il monaco.

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