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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Virus Ebola: un siero segreto avrebbe salvato i pazienti Usa

Il trattamento non era mai stato testato su un essere umano, ma solo sulle scimmie

Tre fiale di un siero sperimentale e top secret, conservate a temperature sottozero, sarebbero state trasportate dagli Stati Uniti alla Liberia durante la scorsa settimana, nel tentativo di salvare due cittadini americani che hanno contratto il virus dell'ebola. A rivelarlo è stata una fonte della Cnn.

Un rappresentante dei National Institutes of Health avrebbe contattato la Samaritan's Purse, l'organizzazione umanitaria per cui il dottor Kent Brantly (33 anni) e Nancy Writebol (59 anni) lavoravano in Liberia, per offrire il trattamento sperimentale, conosciuto come ZMapp, sviluppato dall'azienda biotech Mapp Biopharmaceutical.

I pazienti sarebbero stati informati del fatto che il trattamento non era mai stato testato su un essere umano, ma solo sulle scimmie. Secondo i documenti dell'azienda, quattro scimmie infettate a cui è stato somministrato il siero entro 24 ore sono sopravvissute, come anche due delle quattro scimmie sottoposte al trattamento entro 48 ore, mentre un'altra, senza la cura sperimentale, è morta dopo cinque giorni.

Entrambi i cittadini americani avrebbero accettato di provare il siero, arrivato giovedì. Brantly avrebbe chiesto di somministrare la prima dose a Writebol, visto che lui, più giovane, aveva a suo parere più possibilità di combattere il virus. Prima che la seconda dose si scongelasse, però, le condizioni di Brantly sono notevolmente peggiorate, tanto che il dottore avrebbe detto: "Sto per morire", secondo il racconto della fonte della Cnn. Per questo, l'uomo avrebbe chiesto di poter usare la prima dose, già scongelata, riservata a Writebol.

Le condizioni di Brantly sarebbero migliorare molto, tanto che i dottori avrebbero descritto gli eventi come "miracolosi". Secondo la fonte, invece, la risposta del fisico di Writebol al trattamento non sarebbe stata altrettanto straordinaria. Poi, però, la terza dose disponibile sarebbe stata somministrata domenica alla missionaria, le cui condizioni sarebbero migliorate notevolmente, tanto da consentire anche a lei di affrontare il viaggio verso gli Stati Uniti, dove dovrebbe arrivare domani. Il dottor Brantly, invece, è arrivato nel fine settimana ed è ora ricoverato in isolamento all'ospedale della Emory University, ad Atlanta.
 

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