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Giovedì, 28 Marzo 2024
Tentativi di pace

La noia di Xi, gli affari di Macron: la Cina allontana l'Ue dagli Usa

La posta in gioco è alta. Macron e von der Leyen non devono fare passi falsi sulla guerra in Ucraina, e fingono persino di credere a una mediazione cinese

È arrivato l'atteso giorno dei colloqui tra il presidente cinese, Xi Jinping, l'omologo francese, Emmanuel Macron, e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen a Pechino. La posta in gioco è alta. Macron e von der Leyen non devono fare passi falsi sulla guerra in Ucraina, e fingono persino di credere a una mediazione cinese. E né possono scontentare i 27 stati europei sul rapporto tra Pechino e Bruxelles, in un momento in cui lo scontro tra Cina e Stati Uniti è sempre più frontale.

Von der Leyen, il poliziotto "cattivo"

Non solo affari. Il capo dell'Eliseo e dell'esecutivo di Bruxelles hanno cercato maggiori garanzie sull'Ucraina e sulla volontà del leader cinese di giocare un ruolo di mediatore per la pace. "La Cina è disposta a collaborare con la Francia per invitare la comunità internazionale a una soluzione politica della guerra in Ucraina", è la promessa di Xi fatta a Macron.

Dall'amicizia con Putin alle minacce a Taiwan: von der Leyen avverte la Cina

Ma sono parole che suonano come un mantra, che il leader cinese propone dall'inizio della guerra russa in Ucraina. C'è però la sottolineatura che il Segretario del Partito Comunista Cinese ha voluto fare sul rapporto tra Pechino e Parigi, sperando che la posizione di Macron possa coincidere con quella dell'Unione europea. Von der Leyen, descritta dagli analisti come il "poliziotto cattivo" dopo le dure critiche rivolte a Pechino lo scorso 30 marzo, punta tuttavia sulla rimodulazione delle relazioni tra Bruxelles e Pechino, seppur allontanando - per ora - lo spettro del disaccoppiamento economico. La numero uno della Commissione aveva sottolineato come le relazioni sino-europee dipendano dall’atteggiamento della Cina di fronte alla guerra di Putin in Ucraina e dalla amicizia "senza limiti" con la Russia di Vladimir Putin.

I tentativi di Macron

Per mesi, Macron ha invocato e atteso una mediazione cinese. Difficilmente però il capo dell'Eliseo riuscirà a ottenere la risposta cercata da tempo. Il leader francese però non si è arreso. "So di poter contare su di voi per ricondurre la Russia alla ragione e tutti al tavolo dei negoziati", è l'esortazione di Macron all'omologo cinese, per evitare una escalation del conflitto. Il capo dell'Eliseo, durante il suo confronto con Xi, ha difeso la "costruzione di un'Europa sostenibile" a livello geopolitico, lamentando che ciò "non è possibile se un Paese è occupato". Il sotto testo è chiaro: l'Ucraina è europea.

"Dovremo avviare un dibattito esigente con la Russia in modo che rispetti i suoi principi - ha detto - Non vogliamo solo la fine del conflitto, ma il rispetto dell'intero territorio ucraino". Macron ha esortato Pechino a collaborare con Parigi per "preservare un ordine internazionale capace di affrontare le sfide di questi tempi".

Una fredda risposta arriva dalla Russia. Mosca non vede prospettive di pace in Ucraina: "l'operazione militare speciale", dice il Cremlino, è l'unica via d'uscita e viene così bocciata la mediazione cinese. Putin sottolinea che adesso l'obiettivo russo è spingere le truppe di Kiev a distanza di sicurezza, in modo che non possano più bombardare il Donbass.

Presto una chiamata tra Xi e Zelensky (forse)

ll presidente cinese sembra non aver cambiato la sua posizione sulla guerra in Ucraina, che continua a definire crisi. Per Xi quella politica è l'unica via percorribile, dal momento che ha sempre abbracciato principi generici - come gli stessi presentati nel "piano di pace" in 12 punti -, lontani però dalle intenzioni di Volodymyr Zelensky, che ambisce a riportare il territorio ucraino allo status quo prima dell'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014.

Da Macron e Von der Leyen è arrivato il pressing su Xi per spingerlo ad avere un contatto Zelensky, con ancora non ha parlato dall'inizio della guerra. Xi si è detto disponibile a voler chiamare il presidente ucraino, ma quando i "tempi e le condizioni saranno le più opportune". 

La noia di Xi

Il presidente cinese, riporta Politico, non avrebbe gradito il pressing del capo dell'Eliseo. Macron e Xi hanno trascorso un'ora e mezza in colloqui bilaterali, prima di firmare diversi accordi - inclusa la vendita di aerei Airbus - e cooperazione culturale.

Il vero scopo del viaggio di Macron e Von der Leyen a Pechino

Ma qualcosa non è sfuggito all'attenzione dei membri dell'entourage cinese di Xi. Durante la conferenza stampa a seguito del faccia a faccia, Macron ha parlato più del doppio del presidente cinese. Xi a volte sembrava impaziente e infastidito mentre Macron continuava a parlare, scrive Politico. Il leader cinese avrebbe emesso un paio di profondi sospiri e sembrava a disagio quando il presidente francese si è rivolto direttamente a lui direttamente per parlare della guerra in Ucraina.

Insomma, Xi è apparso più interessato alle dinamiche commerciali che garantiscono un rafforzamento delle relazioni tra Cina e Francia, tra Cina ed Europa dove "non c'è alcun conflitto di interessi o contraddizione fondamentale tra le due parti", ha sottolineato il tabloid nazionalista Global Times. Il riferimento, implicito, parla dei tesi rapporti tra Cina e Stati Uniti. La Cina sembra voler sorridere all’Europa per allontanarla dagli Stati Uniti. E la Francia si presta al gioco cinese.

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