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Venerdì, 19 Aprile 2024
il secondo incontro / Russia

L'amicizia tra Xi e Putin: più gas e commercio

Xi rivede Putin per negoziati formali che dovrebbero culminare con la firma di una decina di documenti, un accordo per lo sviluppo economico fino al 2030 e uno per siglare la partnership globale. Il presidente cinese non vuole uscire a mani vuote dal Cremlino

Un lungo tappeto rosso come ponte di collegamento tra Xi Jinping e Vladimir Putin. I due leader, quello russo e quello cinese, si sono incontrati oggi 21 marzo nella grande sala del Cremlino, a Mosca, per stringersi la mano e affermare l'amicizia duratura e tradizionale, in un contesto globale segnato dalla guerra in Ucraina. Guerra che i due presidenti continuano a definire "crisi ucraina". 

All'indomani dell'incontro informale, Xi rivede Putin per negoziati formali che dovrebbero culminare con la firma di una decina di documenti, un accordo per lo sviluppo economico fino al 2030 e uno per siglare la partnership globale. Il presidente cinese non vuole uscire a mani vuote dal Cremlino e desidera rafforzare i legami commerciali con un partner sempre più dipendente da Pechino. Sempre più infrastrutture e sempre più energia. Quindi, sempre più Belt and Road, la Nuova Via della Seta, e sempre più "Power of Siberia 1", la pipeline che fornisce gas russo alla Cina.

Il nuovo ordine mondiale di Putin e Xi

Le intenzioni di Xi sono chiare: aiutare l'amico Putin può comportare solo vantaggi economici e geopolitici. Le imprese cinesi in Russia infatti occupano lo spazio lasciato da quelle occidentali e la Russia sempre di più ha nella Cina il proprio mercato esclusivo o essenziale per gas e petrolio. Non sorprende, quindi, l'invito esteso da Xi a Putin a recarsi in Cina per partecipare al terzo Forum Belt and Road per la cooperazione internazionale che Pechino ha in programma di organizzare entro la fine dell'anno. 

Verso l'apertura della pipeline "Power of Siberia 2"

Durante l'incontro di oggi definito "franco", Xi ha promosso una maggiore cooperazione economica e commerciale tra i due paesi. Le relazioni economiche tra Cina e Russia hanno ricevuto una forte spinta da quando è iniziata la guerra in Ucraina: nel 2022 gli scambi bilaterali hanno raggiunto la cifra record di 185 miliardi di dollari. Ma Putin vuole fare di più: toccare quota 200 miliardi entro il 2023.

In suo aiuto arriva Pechino, che si dice pronta a espandere la cooperazione nel settore dell'energia. Xi sa che può acquistare gas russo a prezzi stracciati, mentre Putin ha intenzione di aumentare le spedizioni verso la Cina. E questo richiede nuovi gasdotti, come il "Power of Siberia 2", il gasdotto lungo 2.600 chilometri che fornirebbe gas dalla Russia alla Cina passando per la Mongolia.

Come la Mongolia viene 'schiacciata' da Cina e Russia sul gas

La discussione per il completamento della costruzione della pipeline - che si aggiunge al "Power of Siberia 1" inaugurato nel 2019 e che attualmente è in grado di trasportare fino a 15,5 miliardi di metri cubi di gas, sembra aver trovato un punto di svolta durante l'incontro tra i due leader, che avrebbero trovato una quadra per portare a termine la costruzione del gasdotto, che potrebbe trasportare fino a 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno alla Cina. 

"Praticamente tutti i parametri di questo accordo sono stati concordati. Si tratta di 50 miliardi di metri cubi di gas", ha detto il presidente Putin dopo l'incontro con il suo omologo cinese, osservando che le aziende russe sono pronte a soddisfare la crescente domanda dell'economia cinese per le risorse energetiche. "Il business russo è in grado di soddisfare la crescente domanda di risorse energetiche da parte dell'economia cinese, sia nell'ambito dei progetti in corso che di quelli attualmente in fase di negoziazione. Il volume totale delle forniture di gas entro il 2030 sarà di almeno 98 miliardi di metri cubi e più 100 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto". L'obiettivo presentato dal leader del Cremlino supera la soglia di produzione di gas naturale liquefatto in Russia entro il 2030, che è di 100 milioni di tonnellate.

Il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin al Cremlino (21.03.2023 Fonte: LaPresse)

Putin e il nuovo gasdotto che arriverà in Cina

La rotta artica

Xi, d'altro canto, auspica una maggiore cooperazione sul commercio e gli investimenti con Mosca, sia in termini qualitativi che qualitativi. Commercio e investimenti che, secondo il leader del Cremlino, potrebbero essere sostenuti dalla valuta cinese, lo yuan, e svilupparsi lungo vie commerciali alternative, come la rotta settentrionale nell'Artico. La Russia vuole quindi utilizzare lo yuan cinese nei pagamenti con Paesi terzi, come quelli dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina.

Non c'è spazio per la guerra in Ucraina

I due leader hanno discusso della "crisi ucraina", anche se probabilmente per i due risulta sufficiente la posizione della Cina che si è detta "imparziale" e aperta al dialogo con tutte le parti, mentre la Russia afferma di "studiare dettagliatamente" il "piano di pace" cinese. "Il piano di pace della Cina può essere preso come la base per un accordo di pace sull'Ucraina, quando Occidente e Kiev saranno pronti a farlo", ha detto il presidente russo nella dichiarazione alla stampa, seguita all'incontro con l'omologo cinese. Cina e Russia "chiedono di fermare tutte le mosse che portano a tensioni e al protrarsi dei combattimenti per evitare che la crisi peggiori o addirittura vada fuori controllo", scrive su Twitter la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, sulla dichiarazione Xi-Putin. Ovviamente i due paesi "si oppongono a sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu". Per risolvere la crisi ucraina si devono "rispettare le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi, prevenire scontri tra blocchi ed evitare di alimentare il fuoco". Rimane ancora incerto il colloquio telefonico tra Xi e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, di cui ha dato conto lo scorso 13 marzo il quotidiano statunitense Wall Street Journal.

Dopo aver salutato Putin, il presidente cinese dovrebbe avere un colloquio con Zelensky, in quello che sarà il primo dialogo diretto tra Kiev e Pechino dall’inizio della guerra. Ma il consigliere del presidente russo Vladimir Putin, Yuri Ushakov, frena: "È 'improbabile che oggi o domani'' il presidente cinese abbia una conversazione telefonica con l'omologo ucraino, perché il leader cinese sarebbe troppo impegnato nella visita a Mosca. Rispondendo all'importanza per la Russia di un colloquio tra Xi e Zekensky per la risoluzione della crisi ucraina, Ushakov ha risposto che "in questo contesto una possibile conversazione è del tutto irrilevante. Non so nemmeno se sia confermata da parte cinese" una possibile conversazione tra i due leader.

Kiev si oppone a un "cessate il fuoco" di Mosca

Accantonata la "crisi ucraina" e dopo aver ribadito che le relazioni bilaterali dimostrano "una sana dinamica di sviluppo", Cina e Russia possono affermare di aver concluso questo secondo giorni di incontri in maniera fruttuosa. Almeno per i commerci bilaterali e per la crescita economica dei due Paesi. 

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