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Venerdì, 29 Marzo 2024
Finalmente!

Patrick Zaki è libero

Lo studente egiziano dell'università di Bologna è uscito dal carcere di Mansoura. La prima foto abbracciato alla mamma

Finalmente,Patrick Zaki è tornato libero. Lo studente egiziano dell'università di Bologna arrestato il 7 febbraio del 2020 è uscito dal carcere di Mansoura, all'indomani della decisione del giudice di scarcerarlo e di aggiornare l'udienza al prossimo primo febbraio. Uscito dal carcere il giovane ha alzato la mano al cielo in segno di "vittoria" e poi ha subito abbracciato la mamma. Per abbracciare la madre Patrick ha lasciato a terra un sacco bianco di plastica che portava assieme a una borsa nera.

Zaki libero: le prime immagini

La lieta notizia è stata annunciata su Twitter dalla ong Eipr per cui Patrick lavorava, postando una foto del giovane abbracciato alla madre.

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"Tutto bene, forza Bologna". Queste le prime parole pronunciate in italiano da Patrick Zaki, che fa il segno di vittoria, all'uscita dal carcere di Mansoura, secondo quanto mostrato in un video di Repubblica.it.

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Anche David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ha voluto festeggiare la liberazione di Zaki postando lo scatto insieme alla mamma su Twitter: "Eccolo Patrick Zaki: appena uscito dal carcere. Il primo abbraccio. L'immagine di un giorno bello, di speranza". "Dopo 22 mesi di detenzione Patrick Zaki è stato scarcerato! L'immagine che tutti aspettavamo. L'impegno per la libertà continua!": queste le parole del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

"Fieri della resistenza di Zaki"

"Sono fiero della sua resistenza e del suo coraggio e incredibilmente meravigliato perché Patrick Zaki non ha mai mancato di pensare all'Italia, di occuparsi di altri prigionieri, è un modello di difensore dei diritti che tutti ammiriamo". Lo ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International commentando la liberazione di Patrick Zaky. "Le immagini che arrivano dall'Egitto - dice - di sorrisi e abbracci che aspettavamo da 22 mesi ci stanno riempiendo di enorme emozione. Ha riacquistato la libertà seppur provvisoriamente, auspichiamo che diventi permanente".

Ma qual è stato per Riccardo Noury il momento più duro? "Sicuramente il periodo in cui, a causa della pandemia non solo le visite erano sospese ma per lui c'era un enorme rischio di contrarre il virus, dato che è asmatico. E anche quei 70 giorni trascorsi tra un'udienza e l'altra del processo. Anche l'udienza di lunedì arrivando, a 70 giorni dal rinvio e sembrava che non finissero mai". Non si sono ancora parlati i due. "No, per ora lo lasciamo in pace, Patrick deve riprendersi - dice Noury - nei prossimi giorni, anche indirettamente, vedremo. Adesso è importante che si riposi".

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