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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Auto elettriche: in Italia il mercato non decolla, ma perché?

L'Italia è tra gli ultimi Paesi per l'acquisto di veicoli elettrici. La diffusione dei punti di ricarica non è più una causa ma ci sono altre ragioni per questa crescita a rilento

Il mercato dell'auto vive a livello globale un momento di crisi dovuto a più fattori (conflitto russo-ucraino, carenza mondiale di chip e semiconduttori, aumento dei costi energetici, solo per citarne alcuni).

In questo contesto, i pochi numeri positivi arrivano dal mercato delle auto elettriche (BEV o EV) e delle ibride plug-in (PHEV), che a livello europeo (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna e UK) fanno registrare dati in crescita dal +13% della Germania (oltre 200.000 BEV immatricolate da inizio anno) al +81% del Belgio.

Lo stesso non si può dire del mercato italiano, come conferma anche l'analisi "EY EV (Electric Vehicle) Country Readiness Index" di EY, che è stata utile per definire una classificazione dei 14 principali mercati automobilistici nel mondo nell’ambito della mobilità elettrica e per meglio comprendere alcune dinamiche legate alla diffusione della e-mobility e ai fattori che ancora la frenano.

Auto elettriche, Italia in controtendenza rispetto al resto d'Europa: vendite in calo

L'indagine condotta dall'azienda leader mondiale nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, fiscalità, transaction e advisory, è stata condotta analizzando tre principali driver: a) l’offerta del mercato; b) la domanda da parte dei consumatori; c) la regolamentazione in vigore negli Stati presi in esame. L’obiettivo è quello di fornire una panoramica esaustiva per ogni Paese circa l’effettiva maturità e prontezza (readiness) rispetto alla mobilità elettrica.I dati raccolti nel primo semestre del 2022 confermano le tendenze emerse nella precedente rilevazione EY. La Cina mantiene la prima posizione per quanto riguarda i progressi realizzati in termini di veicoli elettrici dove, sia a livello manifatturiero che infrastrutturale, consolida saldamente la propria leadership assecondata anche da un mercato interno in cui oltre il 51% dei consumatori intervistati è intenzionato ad acquistare un veicolo elettrico come prossima vettura.

Al secondo posto c'è la Norvegia, nazione da sempre pioniera nel campo dell’e-mobility con un sistema maturo a livello di infrastrutture e un mercato che sconta però un settore manifatturiero poco sviluppato nel Paese. A seguire ci sono Svezia, Germania e Regno Unito. Soprattutto in questi ultimi due Stati, si è potuto osservare un impegno significativo per colmare il gap infrastrutturale ma anche manifatturiero, spinto dagli investimenti dei più importanti OEM (produttori di apparecchiature originali) con, per esempio, oltre 10 stabilimenti per la produzione di batterie in cantiere.

In questo ranking, l'Italia si classifica al 12° posto, seguita dal Giappone, dal Canada e dall'India che occupa l’ultima posizione. Sono diversi i fattori ancora in fase di sviluppo che separano l’Italia dai Paesi leader nel settore dove è presente una filiera industriale già in stadio avanzato di conversione all’elettrico oltre a un sistema solido di infrastrutture e mercato.

Siamo sicuri di essere davvero pronti per l'auto elettrica?

"L’indagine EY fotografa un Paese che, nonostante le sfide che sta affrontando, sostiene lo sviluppo dell’e-mobility grazie a una serie di iniziative recentemente intraprese e può contare sull’impegno di tutto il settore nel rispondere ai bisogni del consumatore - afferma Giovanni Passalacqua, Partner e Automotive Consulting Leader di EY in Italia -. Secondo la nostra indagine, solo per il 24% degli italiani la difficoltà legata alla ricarica di un veicolo elettrico influisce sull’acquisto. Un dato più basso rispetto ad altri paesi. Tuttavia, il caro energia e la spinta inflazionistica, potrebbero frenare lo sviluppo del mercato. Per sostenere e accelerare lo sviluppo del settore nel medio-lungo termine sarà fondamentale la semplificazione normativa, oltre a far convergere incentivi e interventi di investimento pubblico con iniziative industriali esistenti e future sul territorio".

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Uno sguardo d'insieme sull’ecosistema italiano

La fotografia prodotta dall’ultima rilevazione dell’EY EV Global Readiness Index vede l'Italia 12° posto tra i 14 analizzati a livello mondiale. Guardando alle tre macroaree di analisi emergono alcune specificità che influiscono negativamente sullo scoring complessivo italiano. Rispetto alle infrastrutture e al sistema produttivo nazionale, dove l’Italia sconta il peggiore scoring seconda solo all’India e Olanda, emerge un ritardo nella produzione in-house sia per quanto concerne l’indotto che la produzione di veicoli elettrici (con una sola fabbrica ad oggi attiva e due Giga-Factory in fase di costruzione).

Previsto aumento di EV, non della produzione locale

Si stima che nel periodo 2022-2026, a fronte di una quota del 66% di veicoli elettrici che verranno lanciati sul mercato italiano, solamente il 18% di questi verrà prodotto sul territorio nazionale. Altri fattori che hanno penalizzato lo scoring italiano sono la bilancia energetica, che vede circa il 15% di import di energia elettrica, e una scarsa presenza di colonnine “fast-DC”. Un dato positivo, apparentemente in controtendenza rispetto a quanto spesso evidenziato in merito ai punti di ricarica, è il dato relativo al numero di veicoli elettrici rispetto ai punti di ricarica, che è in linea se non superiore alla ratio raccomandata di 10 veicoli per punto di ricarica (con una quota prevalente di punti AC a bassa potenza).

Consumatori propensi all'acquisto ma incide il fattore economico

Effettuando un'analisi della domanda e dei consumatori, l’Italia si colloca al 7° posto nell’Indice EY. Si conferma il dato positivo circa la propensione all’acquisto di un veicolo elettrico (indicato dal 45% dei consumatori intervistati, 2° posto nel ranking generale), il lato negativo della medaglia è rappresentato però dalla scarsa volontà d'acquisto per la fascia premium di mercato (che attualmente costituisce la fetta più grande dell’offerta EV). Il trend viene anche confermato dai dati di vendita degli ultimi mesi dove dominano le auto di segmento A e B a discapito dei segmenti premium con un impatto diretto quindi sulla quota complessiva di vendite dei veicoli elettrici BEV e PHEV che nel 2021 si è attestata a circa il 9%.

Crescono gli incentivi, ma le procedure vanno snellite

Dal punto di vista del contesto regolatorio, l’Italia è allineata alla maggior parte degli Stati dell’Indice EY, tenendo conto del sistema di incentivi all’acquisto, degli impegni relativi al bando dei motori a combustione (2035) e l’obiettivo "net zero" da raggiungere entro il 2050. L'Italia si colloca complessivamente al 9° posto in questo driver. Ciò non esclude la presenza di aree in cui è richiesto un miglioramento: prima di tutto bisogna puntare allo snellimento delle procedure (sulla scorta di quanto avvenuto per la recente regolamentazione degli affidamenti dei servizi di ricarica in autostrada), e poi vanno incrementati gli incentivi di tipo non monetario (ad esempio zone a basse emissioni e vantaggi riservati a possessori di auto elettriche) come già avviene in Paesi come Norvegia, Cina e Germania.

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