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Giovedì, 28 Marzo 2024
Auto e moto

L'allarme di ANCMA: "Riaprire subito filiera due ruote o a rischio tenuta settore"

Il presidente dell’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori scrive al Governo e a Vittorio Colao, il manager che guida la task force per la ripartenza

Lo stop alle attività produttive determinato dall'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus avrà inevitabili ripercussioni sull'economia a livello globale. Anche per questo uno step molto importante è quello della programmazione della fase di ripartenza.

S'inserisce in questo contesto l'appello di Paolo Magri, presidente di ANCMA, l’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori, in una lettera inviata al Governo e a Vittorio Colao, il manager che guida la task force per la ripartenza “Il nostro sistema industriale e la rete di distribuzione e vendita stanno subendo un danno economico molto rilevante, la tenuta è a rischio” scrive Magri chiedendo la "riapertura immediata delle imprese del settore".

“I nostri associati – sottolinea – sono pronti a riprendere già oggi e a farlo con responsabilità, adottando in modo rigoroso i protocolli sanitari condivisi con le parti sociali, nell’interesse dei lavoratori e della tutela di un mercato contraddistinto da una forte stagionalità”.

“A differenza di altri settori – continua il presidente di ANCMA – quello delle due ruote concentra infatti la gran parte delle vendite nel periodo tra aprile e luglio. Solo nel mese di marzo, con la chiusura dei concessionari, abbiamo subito una contrazione del 66% rispetto all’anno precedente e le previsioni su maggio sono molto negative: proprio per le caratteristiche del nostro mercato difficilmente potremmo recuperare una parte di questi volumi se si protrarranno le chiusure”.

Ma a preoccupare l’associazione sono anche le ripercussioni sull’export e le vendite su mercati esteri attivi, dove le aziende italiane giocano un ruolo indiscusso di leadership. “Basti pensare – spiega Magri – che il 18% della produzione europea di biciclette e quasi la metà di moto avviene in Italia: parliamo di un eccellenza industriale da circa 320mila veicoli e 2,6 milioni di bici all’anno, a cui si aggiungano importanti realtà industriali e artigianali che producono accessori, componenti e abbigliamento tecnico che hanno fatto la storia di questo settore a livello internazionale”.

Infine, il pensiero del presidente di Confindustria ANCMA va alla rete di vendita, “un tessuto commerciale costituito da circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare, che in questo momento con l’adozione, ad esempio, di misure di vendita alternative potrebbero in qualche misura tornare a respirare e favorire la diffusione di bici e moto”.

“Le due ruote, siano esse a pedale, a motore o a trazione elettrica – ha concluso Magri – giocheranno infatti un ruolo importantissimo nella mobilità individuale della ripartenza, soprattutto nei contesti urbani, dove possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore sostenibilità ambientale”.
 

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