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Sabato, 20 Aprile 2024
Auto e moto

Passera: "Per l'Italia potenza di fuoco da 500 miliardi di euro". Perché usarli anche per auto e sostenibilità

Regia comune, infrastrutture, incentivi, nuova fiscalità, capitale umano e formazione, focus con gli esperti di ANFIA, Motus-E e UNRAE in occasione degli Electric Days Digital

Il Recovery Fund offre un’occasione senza precedenti per l’Italia. È una poderosa iniezione di risorse e può innescare una serie di meccanismi virtuosi per tutta l’industria nazionale. La mobilità elettrica, e più in generale la transizione energetica, può essere l’elemento trainante della ripresa, come hanno spiegato i protagonisti del talk “L’auto elettrica può far ripartire il paese?” realizzato in occasione della prima giornata degli Electric Days Digital. 

“Il paese non ha mai avuto così tante risorse da investire come oggi - ha spiegato ad esempio Corrado Passera, fondatore e CEO illimity - Stiamo parlando di una forza di fuoco che nei prossimi 4 o 5 anni potrebbe mobilitare fino a 500 miliardi di euro. L’importante sarà utilizzare gli investimenti nel miglior modo possibile. Nel breve termine si dovrà intervenire a livello sanitario, attrezzandoci in modo strutturale per affrontare l’epidemia, e a livello economico, premiando le aziende che innovano, accelerando sulla creazione di infrastrutture fisiche digitali ed energetiche e supportando settori strategici come turismo, trasporti e cultura che in questo momento sono in forte difficoltà. Solo così, guardando all’Europa, possiamo avere un ruolo di primaria importanza. E l’Europa, dal canto proprio, ha le carte in regola per affermarsi a livello mondiale. Può diventare un player di primissimo piano lavorando in modo congiunto. Lo ha dimostrato con il progetto Airbus e lo può dimostrare di nuovo nel settore dell’auto elettrica, che sta cambiando insieme ad altri settori ad esso collegati come l’urbanistica e la mobilità e che, proprio per questo, offre interessanti opportunità di crescita”. 

Tra i relatori anche Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA che ha voluto sottolineare la necessità di lavorare per promuovere “Una vera politica industriale di ricerca e sviluppo, aiutando le aziende che vogliono restare al passo con i tempi sfruttando le nuove tecnologie. Ma i campi di investimento sono molteplici: a livello generale si deve investire nella formazione dei lavoratori e nella creazione di nuove competenze, mentre per quanto riguarda il mondo dell’auto, che è un oggetto molto diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in passato, dobbiamo lavorare sia sulla componente software e di servizi sia, pensando all’auto elettrica in particolare, sulle infrastrutture, cercando di dare omogeneità e capillarità della rete di ricarica. Infine, si deve investire ancora sul supporto al mercato e alla domanda, continuando a incentivare l’acquisto dell’auto elettrica”. 
Giorda ha voluto porre anche l’accento sul tema della filiera industriale italiana: “ci sono molte realtà che stanno lavorando per intercettare le opportunità di queste nuove sfide e in questo panorama diventa strategico favorire l’aggregazione di aziende. Senza dimenticare un driver fondamentale come quello dello ‘shopping tecnologico’: ci sono realtà che possono trovare al di fuori dell’Italia occasioni di acquisizioni per rafforzarsi. Parlando di transizione energetica, invece, il governo dovrebbe porre più attenzione alla filiera dell’idrogeno, alimentazione alternativa con buone prospettive di crescita”. 

Michele Crisci, presidente UNRAE è intervenuto nel talk affermando, tra le altre cose, che “La transizione energetica deve essere gestita con la consapevolezza che siamo di fronte ad una grande opportunità dal punto di vista economico, ambientale e sociale. La transizione energetica è un concetto ampio, che va oltre i confini dell’automotive. Al di là della produzione automobilistica di nuovi modelli è fondamentale abbracciare il tema delle infrastrutture di ricarica, delle colonnine ad alta potenza e di tutte quelle tecnologie che l’auto elettrica sta portando alla ribalta. Un grandissimo progetto che può essere determinante per lo sviluppo economico e sociale del paese è quello della riforma della fiscalità dell’auto: oggi in Italia la detrazione dell’IVA per le auto aziendali è ferma ancora al 40%, è deducibile un’imposta solo fino a 18 mila euro, in Europa, generalmente, le condizioni sono di gran lunga più favorevoli e questo ci toglie competitività”. 

Per Dino Marcozzi, segretario generale Motus-E infine, un nodo che sarà fondamentale sciogliere riguarda lo snellimento delle procedure: “Nel nostro PNNR la mobilità non è contemplata. Ma partiamo da un dato: in Italia per installare una colonnina di ricarica il tempo medio stimato è di 304 giorni, mentre ad Amsterdam ne bastano 90. C’è da affrontare una profonda riforma della burocrazia e si deve procedere in modo organico per ottenere risultati apprezzabili. In Italia ci sono 8.000 comuni, ognuno con un proprio regolamento. Il comune è il primo interlocutore che può rendere le operazioni più semplici. Per questo stiamo cercando di dare ai comuni dei vademecum dove spieghiamo cosa sia un’auto elettrica e come si installano le colonnine, quali siano i blocchi burocratici e come possano essere rimossi. È necessaria una cabina di regia centrale e questa, con un dialogo aperto con le istituzioni, può davvero cambiare le cose”.  
 

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