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Giovedì, 25 Aprile 2024
In arrivo a dicembre / Stati Uniti d'America

Arriva Tesla Semi, il tir elettrico a zero emissioni ma per caricarlo serve l'energia di un paese

Tesla consegnerà alla Pepsi i primi 100 esemplari del suo primo mezzo pesante completamente elettrico da 800 km di autonomia

Tra i rivoluzionari progetti sviluppati da Tesla in questi anni c'è anche Semi, un truck elettrico con una capacità di carico da 40 tonnellate e un'autonomia da 800 km, che potrebbe rivoluzionare la logistica della grande distribuzione organizzata, contribuendo in maniera consistente al taglio delle emissioni prodotte da questo tipo di trasporto.  

I primi esemplari di Semi, progetto che come altri dell'azienda fondata da Elon Musk ha subito vari ritardi, verranno consegnati il 1° dicembre alla Pepsi, prima azienda a farne richiesta. Originariamente questo veicolo sarebbe dovuto entrare in produzione nel 2019, ma la data è stata ripetutamente posticipata a causa della carenza di componenti.

A detta di Musk, Semi avrà un'autonomia di circa 800 km, e avrà un prezzo di 180.000 dollari, tuttavia chi lo acquisterà negli Stati Uniti godrà di uno sgravio fiscale di circa 40mila dollari, beneficiando dell'Inflation Reduction Act promosso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Pepsi ne ha ordinato 100 esemplari già nel 2017 nell'ambito della sua politica volta a tagliare le emissioni, e ha detto che li impiegherà per smistare i suoi prodotti tra i centri di produzione e centri di distribuzione, e rivenditori.

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Truck elettrici, ecologici ma a dir poco impegnativi da ricaricare

Alcune perplessità relative al progetto Semi (ma in generale verso tutti i truck elettrici), sono state sollevate dalla società di servizi National Grid, che ha condotto uno studio secondo cui, entro il 2030, l'elettrificazione di una stazione di servizio richiederà la stessa potenza di uno stadio sportivo professionale, e questo solo per ricaricare le auto elettriche. Con l'aumento del numero di camion elettrici in circolazione, il fabbisogno energetico previsto per una grande area di sosta per camion entro il 2035 sarà uguale a quello di una piccola città.

Sono dati che pongono inevitabilmente davanti a una sfida importante dal punto di vista infrastrutturale. Una connessione alla rete in grado di gestire più di 5 megawatt, infatti, richiede fino a otto anni per essere costruita, con un costo di decine di milioni di dollari. Se gli aggiornamenti di potenza non iniziano presto, il passaggio ai veicoli elettrici, per non parlare dei camion elettrici, corre il rischio di essere rapidamente limitato da una rete impreparata alla domanda.

Un'ulteriore sfida è costituita dalla velocità con cui i caricatori ad alta velocità dovranno fornire elettricità in un unico luogo e in un unico momento. Per avere un'idea, bisogna pensare all'elettricità come all'acqua che scorre attraverso un tubo: avendo a disposizione qualche mese si potrebbe riempire una piscina olimpionica con una manichetta da giardino, tuttavia, riempirla in poche ore richiederebbe una manichetta antincendio. Nel mondo dei veicoli elettrici, un veicolo a 18 ruote è come una piscina e i collegamenti disponibili alle fermate autostradali odierne sono simili a tubi da giardino.

L'imminente Semi di Tesla potrebbe essere il primo truck elettrico con una gamma di batterie in grado di viaggiare a lungo raggio in tutto il paese, ma non è il primo camion elettrico. Daimler Truck Holding e Volvo Group, dispongono già di autocarri pesanti di classe 8 che circolano strada. Si tratta di veicoli elettrici progettati per consegne locali e regionali che si ricaricano tra le consegne o durante la notte presso le fabbriche e i centri di distribuzione in cui hanno sede. Ma anche per le tratte a breve distanza, alcuni clienti stanno già riscontrando problemi con le infrastrutture.

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Ricarica per camion elettrici: cosa aspettarci

L'infrastruttura di ricarica per i camion commerciali è ancora agli inizi. Stati Uniti e Europa hanno annunciato investimenti per oltre 1,2 miliardi di dollari per i caricabatterie nel 2022 e nel 2023, fondi che dovrebbero essere sufficienti per costruire più di 4.000 punti di ricarica per camion, secondo dati in possesso di BloombergNEF. La maggior parte è destinata a progetti pilota, a cui seguiranno maggiori investimenti. Negli Stati Uniti, secondo un'analisi RMI, gli incentivi governativi hanno anticipato di 5-10 anni la tempistica per l'adozione di massa di camion elettrici.

Tuttavia, per i prossimi anni la maggior parte dell'attenzione si concentrerà sulla costruzione di reti di ricarica per i veicoli passeggeri. Entro il 2030, saranno le auto elettriche e i pick-up elettrici a spingere metà delle 71 stazioni studiate da National Grid oltre la soglia chiave dei 5 megawatt. Arrivati a questo punto, sono imprescindibili degli importanti aggiornamenti alle linee elettriche ad alta tensione, che saranno fondamentali per la prossima trasformazione.

Le linee elettriche ad alta tensione sono estremamente robuste, alcune delle torri innalzate nei primi anni del '900 sono ancora in uso a più di un secolo di distanza. In quel periodo, gli standard per la modifica e l'aggiornamento delle linee di trasmissione si sono evoluti gradualmente, seguendo il conseguente aumento della domanda nel corso dei decenni.

L'aggiornamento, però, in questo caso non sarà graduale poiché con la quantità di cambiamenti che la rete subirà nei prossimi decenni, il vecchio modo di pensare su quando costruire aggiornamenti di interconnessione non ha più senso. La costruzione di autostrade elettriche connesse sarà un vantaggio competitivo per gli stati che si muoveranno più velocemente e studiando a dovere l'ubicazione di questi rubinetti ad alta tensione, si dovrebbe arrivare ad un risparmio sui costi di circa il 35%.

Ad oggi, la preoccupazione principale per le flotte che vogliono elettrificare tutti i loro veicoli è l'infrastruttura di ricarica: senza il potere di ricaricare non si possono vendere camion elettrici ma se il problema verrà risolto il mercato potrebbe rapidamente decollare.

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