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Martedì, 23 Aprile 2024
la mossa dei russi

Sanzioni e mancanza di componenti: in Russia le auto tornano a 30 anni fa

Emanato un decreto che abbassa di molto gli standard di sicurezza e in termini di controllo delle emissioni per omologare le nuove vetture: in Russia si potranno produrre auto senza dispositivi come airbag, ABS ed ESP

Il conflitto russo-ucraino, scoppiato il 24 febbraio scorso e ancora in atto, oltre a un costo irreparabile in termine di vite umane tragicamente spezzate, ha determinato pesanti conseguenze sull'economia mondiale, già fiaccata da oltre un biennio di pandemia.

La situazione è complicata soprattutto in Russia, Paese colpito da pesanti sanzioni da parte degli stati occidentali, costretta a veder moltissime multinazionali abbandonare il territorio russo. In ambito automobilistico, uno dei primi a tirarsi fuori dal mercato della federazione russa è stato il Gruppo Renault, che ha ceduto tutte le proprie quote in AvtoVAZ al NAMI (acronimo con cui è indicato l'Istituto centrale di ricerca e sviluppo di automobili e motori), un centro di ricerca finanziato dallo stato per la cifra simbolica di un rublo.

La fuga dei principali brand dalla Russia, le sanzioni internazionali e il delicato momento in termini di approvigionamento per quanto riguarda alcune tipologie di componenti (in particolare gli ormai arcinoti chip e semiconduttori) hanno indotto le autorità russe ad approvare un decreto valido fino al 1° febbraio 2023 per rendere meno stringenti gli standard di sicurezza necessari all’omologazione dei veicoli prodotti all’interno del proprio territorio. Una decisione che è destinata a far discutere, poiché tra i vari dispositivi non più considerati indispensabili dopo questo decreto, vi sono sistemi di sicurezza ormai imprescindibili come ad esempio gli airbag, l’ABS (sistema anti bloccaggio) o l’ESP (controllo elettronico della stabilità), fino addirittura ai pretensionatori delle cinture di sicurezza. Non è più obbligatorio il sistema di risposta automatica alle chiamate, corrispondente all’e-Call utilizzato in Europa.

L'allentamento degli standard non riguarda soltanto la sicurezza ma interessa anche i requisiti ambientali, visto che consente alle case di riportare in vigore i vecchi standard, dall’Euro 0 all’Euro 5. Ciò vuol dire che potranno essere prodotti veicoli inquinanti al pari di quelli che si trovavano in circolazione fino alla fine degli anni '90, compiendo un triplo salto verso il passato.

Meno sicure e più inquinanti. Saranno così le auto prodotte in Russia in questo periodo a dir poco delicato, e anche se sembra una decisione irresponsabile, per i russi - gravati da limitazioni che rendono difficile importare pezzi indispensabili per assemblare sistemi di sicurezza e ridurre le emissioni - è l'unico modo di continuare a produrre nuove vetture. Al netto di questa semplificazione degli standard di sicurezza, con tutti i pericoli che potranno derivarne, va specificato che le case automobilistiche russe potranno comunque continuare a produrre veicoli dotati dei sistemi di sicurezza del passato e dei più recenti, tutto però è sempre subordinato al reperimento della componentistica necessaria.

In questo contesto, un aiuto decisivo, secondo quanto affermato da alcune testate russe, un aiuto decisivo potrebbe arrivare dalla Cina che potrebbe scegliere di colmare il vuoto lasciato dai costruttori europei in Russia, mettendo a disposizione risorse importantissime come piattaforme produttive e progetti.

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