Il blocco alle auto Euro 5 che non piace al Governo
Il consiglio dei ministri blocca il provvedimento varato dalla Regione Piemonte per contrastare l'inquinamento e migliorare la qualità dell'aria
È ufficiale lo stop al blocco delle auto Euro 5 imposto dalla regione Piemonte a partire dal 15 settembre. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ieri si era detto pronto a scongiurarlo, presentando contenente una serie di azioni di blocco delle azioni della delibera regionale e una ripresa degli accordi del 2017 con una verifica dello stato di attuazione del cronoprogramma dei nuovi interventi a partire dal 2024. Il rinvio del blocco alla fine ci sarà, ma di fatto la sua entrata in vigore verrà solo posticipata di un anno.
Il decreto presentato dal governo fa leva sugli effetti positivi prodotti dal lockdown e dal superbonus per gli interventi di risparmio energetico, che avrebbero modificato significativamente la posizione dell’Italia, al punto da non rendere più necessario il provvedimento intrapreso dopo la multa di 250 milioni all’Italia da parte dell'Ue.
"È il risultato - aggiunge il ministro Pichetto Fratin - delle interlocuzioni avute nelle settimane scorse tra i ministeri competenti e le Regioni del bacino padano, principalmente con il Piemonte, che a seguito delle sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea del 2020 e del 2022, aveva dovuto introdurre dal prossimo 15 settembre la limitazione della circolazione dei veicoli Euro 5 nei comuni con popolazione al di sopra del 10 mila abitanti.
Il Governo - ha sottolineato il responsabile del Mase - è intervenuto con lo strumento del Decreto anche al fine di scongiurare una crisi sociale ed economica di famiglie e imprese senza tralasciare l'importanza degli impegni assunti con l'Unione europea che primi su tutti vanno incontro anche alla tutela della salute dei cittadini".
Perché si è arrivati al blocco degli Euro 5 in Piemonte
Ma come si è arrivati a concepire il provvedimento di blocco degli Euro 5 in Piemonte? La risposta è da ricercare negli alti livelli di inquinamento raggiunti dall'Italia, contro cui la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione per violazione dei limiti dell’inquinamento atmosferico: nel 2021 nei confronti del nostro Paese è stata comminata una multa di 250 milioni di euro per aver superato i limiti di emissione delle polveri sottili.
La Regione Piemonte, in cui il problema dello smog è particolarmente grave, ha deciso di partire prima con il blocco ai diesel: qui, infatti, nel 2021 è stato superato il limite delle pm10 per 140 giorni, più che in tutte le altre regioni d’Italia. Il provvedimento di blocco dei diesel Euro 5 è dunque una misura concepita nel tentativo di ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria. Il Piemonte è l’unica regione italiana in cui i vertici, insieme ad altri ex sindaci di Torino, sono stati indagati per non aver posto in essere misure di contrasto allo smog. Un'indagine da cui sono stati recentemente esclusi l’attuale governatore piemontese Alberto Cirio e il suo assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Il blocco ai diesel inquinanti non è l'unica misura studiata dalla Regione Piemonte per contrastare l’inquinamento atmosferico. Nel 2022 è stato approvato un piano elaborato con il supporto della Commissione europea e delle associazioni ambientaliste che si propone di ridurre l’inquinamento del Piemonte del 20% entro il 2030. Esso prevede una serie di interventi che incentivano la mobilità sostenibile attraverso l’uso di mezzi pubblici, piste ciclabili e aree pedonali. Si punta a una riduzione del traffico attraverso la creazione di Ztl e parcheggi a pagamento. Nel piano concepito dal Piemonte, ad ogni modo, gli interventi non riguardano solo i mezzi di trasporto e la mobilità: si punta a migliorare il riscaldamento urbano mediante l’installazione di impianti più efficienti e l’uso delle fonti rinnovabili, tutelare boschi e aree verdi che fungono da polmone contro lo smog, sensibilizzare i cittadini sui rischi dell’inquinamento per la salute, informandoli dei comportamenti virtuosi utili a prevenirlo e contrastarlo.
L'opposizione di sindaci e associazioni di categoria
Com'era prevedibile il blocco agli Euro 5 varato dal Piemonte dal 15 settembre al 15 aprile che interessa Torino e altri 75 comuni del Piemonte, ha generato polemiche e reazioni ostili da parte di diversi attori. Sono stati soprattutto i sindaci della cintura di Torino a dirsi contro, supportati da associazioni di categoria e commercianti. L'argomentazione comune sostenuta contro il blocco è che tale misura penalizzi in particolar modo le famiglie, i lavoratori e le imprese in un momento di crisi economica già molto acuta, in cui è impossibile comprare un'auto nuova non inquinante. In molti, inoltre, sostengono che lo smog causato dalle auto e dai mezzi di trasporto non sia la principale causa degli alti livelli di inquinamento dell'aria, di cui sarebbero responsabili soprattutto i sistemi di riscaldamento e l'industria.
Salvini: "Difendere l'ambiente senza estremismi"
L'intervento del governo per sospendere il blocco imposto dal Piemonte potrebbe essere interpretato come una resa, dal punto di vista ambientale, tuttavia, Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini giura di no (la Lega Salvini Piemonte, espressione locale del partito, chiede già che il blocco slitti al 2030). "Siamo determinati a difendere l'ambiente - ha detto ieri Salvini - però vogliamo farlo senza estremismi ideologici, che non migliorano la qualità dell'aria ma peggiorano le condizioni di centinaia di migliaia di famiglie e di lavoratori". Anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha provato a rassicurare: "resta fermo l'impegno del governo e dell'Italia a tutela dell'ambiente. Gli interventi e le misure già attuati hanno consentito di ottenere risultati significativi nella qualità dell'aria".