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Sabato, 20 Aprile 2024
CRESCITA A RILENTO / Italia

Colonnine di ricarica: a che punto siamo con la diffusione in Italia

La scarsità dei punti di ricarica pubblici per le batterie delle auto elettriche è ancora il principale ostacolo alla diffusione di questo tipo di vetture

La mobilità elettrica è un fenomeno in costante crescita a livello mondiale nonostante le tante resistenze ancora da vincere da parte dei consumatori. 

Oltre che alla durata della batteria, molte delle perplessità di chi è in procinto di acquistare una nuova auto con alimentazione green, si concentrano sul reale impatto ambientale generato dai veicoli elettrici (in particolar modo in fase di dismissione delle batterie) ma soprattutto sulla diffusione delle colonnine elettriche.

Le infrastrutture di ricarica per le auto a batteria, infatti, rappresentano uno dei principali problemi per la diffusione delle vetture elettriche poiché la loro distribuzione è ancora fortemente disomogenea. In tal senso, sono utilissimi i dati che emergono dalla terza edizione del report "Le infrastrutture di ricarica in Italia" promosso da Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica: nel 2021 il numero dei punti di ricarica dislocati sul territorio italiano è cresciuto del 35% (+6.700 nuove unità). Oggi risultano installati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture (stazioni o colonnine) in 10.503 location accessibili al pubblico.

Si tratta di numeri che certificano crescita ma è sufficiente paragonarli a quelli di altre nazioni, specialmente quelle nordeuropee, per constatare che la diffusione delle infrastrutture di ricarica sul suolo italiano è ancora fortemente in ritardo. In Francia le colonnine di ricarica sono 51.243 (+57 rispetto al 2020), in Germania 60.698, nel Regno Unito 48.596 (+26% rispetto al 2020), in Norvegia 20.871 (ma qui 86 auto vendute ogni 100 sono elettriche). La palma d'oro spetta ai Paesi Bassi con 93.000 punti di ricarica pur a fronte di un'estensione geografica di gran lunga più ridotta rispetto agli altri Paesi citati e dove all'acquisto di un veicolo elettrico è possibile addirittura richiedere un punto di ricarica pubblico sotto casa.

Va poi precisato che le colonnine di ricarica non sono tutte uguali: tra quelle che offrono una ricarica standard, ci sono le colonnine di ricarica lenta da 3-7 kW ("slow") e rapida da 11-22 kW ("quick"), e queste rappresentano attualmente il 73,6% del totale. Esistono poi i punti di ricarica veloci o ultraveloci con potenza superiore ai 50 kW, che al 31 dicembre 2021 costituivano soltanto il 6,1% del totale.

Colonnine di ricarica: le differenze tra Nord e Sud

Un altro aspetto da tenere in conto e sui quali tutti gli attori interessati alla diffusione della mobilità elettrica (provider energetici, istituzioni e costruttori automobilistici) dovranno lavorare alacremente è relativo alla disomogeneità della distribuzione a livello geografico dei punti di ricarica: secondo quanto emerge dal report di Motus-E, infatti, il 57% circa delle infrastrutture di ricarica è ubicato nel Nord Italia, il 23% circa al Centro e soltanto il 20% nel Mezzogiorno e nelle Isole. Scendendo ancor più nel dettaglio, si apprende come il 34% dei punti in cui ricaricare la propria auto elettrica sia localizzato nei capoluoghi di provincia e il restante negli altri comuni. La regione che è messa meglio in quanto a presenza di punti di ricarica per le auto elettriche è la Lombardia, che conta 4.542 stazioni di ricarica (il 17% di tutti i punti di ricarica nazionale).

In autostrada 1,2 colonnine ogni 100 km

Altra nota dolente relativa alla diffusione delle colonnine di ricarica è quella che riguarda la presenza delle suddette infrastrutture sulla rete autostradale italiana. Analizzando quanto emerge dal report di Motus-E, sulle autostrade d'Italia attualmente si possono contare appena 1,2 punti di ricarica veloce o ultraveloce ogni 100 km. Numeri decisamente troppo bassi per invogliare i consumatori all'acquisto di auto elettriche, almeno fin quando l'autonomia consentita dalle batterie non sarà significativamente incrementata (anche se in tal senso si stanno compiendo progressi molto importanti). Ad oggi, a dispetto delle misure stabilite a livello nazionale per incentivare l'infrastrutturazione autostradale, da parte dei concessionari non risulta pubblicato ancora alcun bando per la realizzazione e gestione di una rete di ricarica per veicoli elettrici.

Le sfide per la diffusione della mobilità elettrica

A limitare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica in Italia concorrono diversi fattori tra cui il basso numero di veicoli elettrici in circolazione: la crescita delle vendite, infatti, limita il ritorno dell’investimento sui punti di ricarica pubblici, ed è anche per questo che nel nostro Paese c'è un tasso di crescita inferiore alle altre nazioni europee. Inoltre non esiste ancora una Piattaforma Unica Nazionale (PUN) dotata di un unico database in cui siano contenute tutte le informazioni relative alle infrastrutture pubbliche presenti a livello nazionale, e ancora manca un approccio unificato tra i vari comuni, quindi è soprattutto in questa direzione che bisognerà lavorare. 

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