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Giovedì, 28 Marzo 2024
crisi automotive

Federmeccanica su decreto automotive: "Non c'è solo Stellantis, serve approccio di sistema"

Federico Visentin, presidente di Federmeccanica lamenta il mancato coinvolgimento da parte del Governo nelle discussioni sul decreto di aiuti al comparto automotive e avverte "Oggi tocca all'auto domani ad altri settori"

In attesa di conoscere gli esiti dell'incontro tra il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e gli altri ministri sul decreto per gli incentivi all'automotive, continuano le richieste di aiuto per il comparto da parte degli addetti ai lavori. 

Sull'automotive serve un "approccio di sistema" dal parte del governo, una "cabina di regia" che gestisca la transizione energetica: "è una questione di politica industriale" che al momento resta ignorata. Anzi, "alle nostre richieste, al nostro manifesto del mese scorso firmato con i sindacati, non è arrivata fino ad oggi neppure una risposta di cortesia, niente" - racconta il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, ad Adnkronos, ribadendo la necessità di un impegno ad ampio spettro sull'auto da parte del governo. 

"Il tema è complesso e se continuiamo a chiedere un intervento sull'automotive non è perché ci stiamo preoccupando solo e sempre di un settore ma perché questo è il primo dei settori che viene impattato e che a cascata allargherà i suoi effetti: oggi tocca all'auto domani ad altri settori" aggiunge.

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Federmeccanica, che del settore rappresenta una sostanziosa fetta della componentistica, lamenta il mancato coinvolgimento nei confronti sul tema: "Se fossimo stati coinvolti, se ci avessero dato una risposta, se avessimo avuto modo di avere uno scambio di idee, non sarei costretto a spiegare la nostra posizione in base a quello che leggo sui giornali". Anche l'ultimo pacchetto di incentivi, quello varato lo scorso febbraio da 1 miliardo l'anno per 8 anni come annunciato da Giorgetti, non è poi così chiaro agli imprenditori metalmeccanici.

"Quanto di queste risorse saranno messe sugli incentivi, quindi sulla domanda, e quanto invece finalmente su quegli interventi strutturali che stiamo chiedendo da tempo", annota ancora Visentin che allarga metaforicamente le braccia alla nuova convocazione dell Mise per il tavolo Stellantis cui seguirà, "ma con data da destinarsi entro fine mese quello sulla catena produttiva".

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"Se è il solito tavolo Mise, quello che abbiamo già visto fino ad oggi, non è quello di cui abbiamo bisogno: il tema è complesso, servirebbe un confronto ad ampio raggio. E questo mi dà il senso del fatto che il nostro appello sia un po' caduto nel vuoto. Bisogna capire, invece, che non c'è solo Stellantis nell'automotive, non è che parlando con Stellantis e risolvendo i suoi problemi abbiamo risolto il problema dell'auto in italia. In Italia, per il settore auto è molto piu prevalente la componentistica che non fornisce solo Stellantis. Quindi non è vero che messa a posto Stellantis sistemiamo tutta la catena produttiva. Dobbiamo staccarci da una visione che vuole che se sta male Stellantis sta male anche la componentistica e che quindi mettendo a posto Stellantis mettiamo a posto tutto. Non è così automatico, assolutamente. Vuol dire avere una visione parziale del problema", incalza tornando a sollecitare l'esecutivo.

"Mi rendo conto che questo è il momento di un serrare le file e di lasciare che il governo si concentri sul conflitto in corso però vedo che il dossier comunque cammina, è aperto. Ben venga dunque ma ho il dubbio che il disegno complessivo di quanto accada e accadrà nel settore all'alba della transizione sfugga al governo, in maniera totale. Per questo dico ascoltateci", conclude.
 

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