Auto ibrida esplosa in tangenziale, spunta una testimonianza: "Fiamme alte 15 metri"
I dubbi sulla batteria della vettura nei messaggi tra i ricercatori. Nell'esplosione sono morti il giovane laureando, Fulvio Filace, e la ricercatrice Maria Vittoria Prati
Sono passati cinque mesi dalla terribile esplosione di un veicolo sperimentale sulla tangenziale di Napoli che ha provocato la morte di due persone. Era lo scorso 23 giugno, Fulvio Filace, laureando in ingegneria meccanica e tirocinante al Cnr, 25 anni, morì nella deflagrazione del mezzo che, insieme alla docente 66enne Maria Vittoria Prati, stava testando per misurarne emissioni e consumi reali. La trasmissione Report, in onda su Rai3, ha cercato di capire come sia stato possibile quell'incidente in cui hanno perso la vita il ricercatore e la professoressa.
Maria Vittoria Prati: chi era la donna morta nell'auto esplosa in mezzo alla tangenziale
Alla trasmissione giornalistica, un testimone oculare, Tullio Ciarlone, ha raccontato cosa ha visto quel giorno mentre viaggiava sulla tangenziale. "Davanti a me ho visto questa macchina prendere fuoco: non c'è stata esplosione, ma una combustione, non ordinaria, con fiamme alte quindici metri. Se fosse successo in un altro orario sarebbe stato ancora più disastroso", racconta. Alle telecamere del programma Rai, il testimone parla di "una palla di fuoco che usciva dall’auto, era Fulvio che cerca di salvarsi la vita". Fu lui a portarlo lontano dall'auto, parlandogli. "Era lucido – racconta il testimone - e mi ha raccontato che pochi secondi prima dell'incendio lui e la docente stavano parlando perché sentivano uno strano odore acre in auto, lo stesso odore che ho sentito anche io quando sono arrivato sul posto". Secondo il testimone, l'odore non sarebbe "associabile alla tipica combustione da idrocarburi".
Mentre l’inchiesta su quelle due morti va avanti, i dubbi non si diradano. Report ha pubblicato le chat e i messaggi che si sono scambiati tra loro i ricercatori napoletani prima di testare l'auto. Qui sono emerse le criticità legato allo stato delle autovetture, come fili trovati scollegati e la batteria. L'indagine ha sempre dovuto fare chiarezza sulle responsabilità e su alcuni punti specifici. A cominciare dal contenuto delle bombole sistemate all'interno dell'auto esplosa, che farebbero parte del sistema di controllo delle emissioni montato al Cnr. Ci sono anche dubbi sull'esplosione se derivata dal kit di trasformazione dell'auto da diesel a ibrida, realizzato da eProInn.
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