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Domenica, 1 Ottobre 2023

Il concerto

Eva Elisabetta Zuccari

Giornalista

L'amore e il sesso spiegati da Madame, la più moderna di tutti

Alcune ragazze arrivano direttamente in reggiseno, una di loro glielo lancia sul palco: è rosso fuoco. A un certo punto del concerto, poi, uno spettatore tra le prime file si alza e racconta di praticare autoerotismo per metà delle sue giornate. "Ma ti aiuti apparecchi elettronici? No perché, se fai tutto di fantasia, sei un mito", gli risponde divertita Madame, in tour con L'amore, album in cui indaga appunto il tema come "il più studiato degli inganni". È questo il momento del "confessionale", c'è in ogni data: ognuno prende il microfono e confessa un segreto, un'insicurezza che magari tiene dentro da sempre. Poi la musica riprende e torna ad avvolgere tutti: è quella dell'artista vicentina, che a 21 anni possiede in assoluto la maggiore maturità, artistica e non solo, della sua generazione. Le sue sonorità sono un amplesso tra rap, urban pop, con influenze rhythm and blues, comprese incursioni samba e techno. I suoi testi sono una combinazione di carne e malinconia, di triviali sogni erotici e di struggimenti poetici come "i germogli che pianterei nei tuoi capelli". 

Per Madame vale la pena tornare a scomodare la definizione di cantautrice, perché non manca di nulla. Ha uno stile definito, in assoluta evoluzione tra il primo e il secondo disco. Ha la voce, requisito a oggi considerato spesso sacrificabile. Ha i testi, quelli originali, che hanno bisogno di più livelli di lettura per essere compresi (sebbene a volte fin troppo poco immediati: in più casi è fondamentale che la cantante ne spieghi il significato, ndr). E, in ultimo - e questo lo abbiamo scoperto solo nel live - ha un'esplosiva presenza scenica: balla sul proscenio sinuosa, si lascia attraversare dionisiaca dalla melodia, disegna nell'aria con le dita il suono del pianoforte e poi scuote il corpo al ritmo dei bassi. Insomma, Madame torna certamente a solcare la linea di confine tra artista e prodotto mediatico (quello in cui - per l'appunto - di solito tutte queste prerogative faticano a convivere). E fa quello che un artista deve fare: stupisce. Non a caso, in platea, tra i tanti giovani, c'è un numero non trascurabile di over, cioè di coloro che di musica ne hanno ascoltata tanta (e che, insomma, non sono certo nativi di quest'epoca tutta rap).

Madame funziona perché è la più moderna di tutti. Non si limita a dichiararsi tale, al fine magari di ottenere un artificioso posizionamento mediatico o uno status symbol abbastanza cool, ma di modernità è irrorata lei stessa insieme alla sua arte, tanto da inondare il pubblico in uno scambio che diventa sensoriale. Spesso, quando si parla di stereotipi di genere, sesso e amore, Madame uccide il concetto stesso di trasgressione, poiché lo rende ordinario e non eccezione. È sempre stata, ed è tutt'ora, un passo avanti a tutti. 

Spesso, quando si parla di genere, sesso e amore, Madame uccide il concetto stesso di trasgressione, poiché lo rende ordinario e non eccezione. È sempre stata, ed è tutt'ora, un passo avanti a tutti. 

L'amore raccontato da una ninfomane, da una prostituta, da una bambina. Poi da Madame stessa 

Oggi decide appunto di parlare d'amore, muovendo il suo sguardo tra storie più o meno funzionali. Nelle quattordici tracce del disco, lo fa quindi raccontare da una ninfomane ("Nympha"), poi da una prostituta ("Nel bene e nel male"), da una donna sottomessa ("Quanto forte ti pensavo" - "tra le mura domestiche o si impara l'amore o si impara una lezione", dice), da un marinaio ("L'onda - La morte del marinaio"), da una bambina ("Aranciata"), infine da se stessa ("Come voglio l'amore"). Lo esplora nelle amicizie, nella genitorialità, nel sesso, nei sogni erotici più estremi ("Pensavo a..."). E, mentre l'abitudine di questi tempi è quella di appiattire il dibattito più complesso banalizzando tutto con l'abuso dell'aggettivo "tossico" - ormai ubiquo, al punto demonizzare più relazioni del dovuto -, lei ne ricerca concetti e origini, esplora "non tanto cosa sia l'amore, ma il posto in cui sta". 

Si sporca delle storture, delle ipocrisie, delle perversioni dell'essere umano, si lascia affascinare "dai lati più oscuri dell'amore, ma soprattutto dal potere buono che spinge le persone ad andare avanti anche nella disperazione". E così nell'era virtuale - quella in cui, secondo alcuni studi, avremmo persino smesso di fare sesso - il suo amore torna viscerale: torna dolore e godimento, labbra da appoggiare sui corpi umidi e rigurgiti d'inconscio su cui lavorare psicologicamente. Non si ferma ad assecondare il pubblico, ma lo disturba: lo stupisce. E lo fa anche nella scultura delle parole, cavalcando una volgarità che diventa licenza poetica.

Amore, sesso, genere. Stiamo combattendo battaglie che Madame ha già vinto

Tra i confessionali citati sopra, c'è anche quello di una ragazza che svela di essersi innamorata per la prima volta grazie a una vecchia prof di matematica. Poi, dall'altro capo dell'Auditorium, un'altra confessa all'improvviso la sua attrazione per la migliore amica della sorella, seduta appena qualche sedia più in là. Aggiungere però che il pubblico di Madame è queer, ci farebbe sentire fuori tempo: certe battaglie, quelle su cui oggi molti improntano la propria carriera mediatica, tra lusinghe opportuniste al mondo Lgbtqi+ e "raimbow washing" * vari, sono per lei già combattute. Sono già assimilate. 

Dire che il pubblico di Madame è "queer" ci farebbe sentire fuori tempo: certe battaglie, quelle su cui oggi molti improntano la propria carriera mediatica, tra lusinghe opportuniste al mondo Lgbtqi+ e "raimbow washing" vari, sono per lei già combattute. Sono già assimilate. 

Era il 2018 - e aveva appena 16 anni - quando chiamava distrattamente una delle prime canzoni "Clito", mentre tutt'intorno il mondo si vantava di aver cominciato a diffondere la cosiddetta "sex positivity", ovvero quella filosofia che promuove una visione consapevole del sesso. Era il 2021 - e di anni ne aveva di 19 - quando saliva sul palco di Sanremo presentata come "una lei che dedicava il brano a un'altra lei", cosa che però lei, appunto, faceva già da tempo. Era sempre il 2021 quando, proprio all'Ariston, indossò un abito con dipinto un corpo nudo: se ne accorsero in pochi, o comunque molte meno persone di quelle che poi si sarebbero galvanizzate di fronte allo stesso gesto fatto da Chiara Ferragni, la più mediatica delle femministe. È infine oggi, cioè il 2023, quando, mentre il dibattito si arrovella sugli stereotipi di genere, lei canta: "Io sono donna sì/ Ma nella scorsa vita avevo il cazzo/ E lo so da come sono yin e sono yang/(...) Donna, in questa vita son della tua razza/ Perché devo imparare ad ammirarti davvero", facendosi così uomo pronto a esplorare il femminile, a impararne l'immedesimazione, il rispetto ("Donna vedi"). 

Perché nel popolo libero di Madame ogni battaglia contro il suo stereotipo è già stata combattuta, vinta, digerita. E, per fortuna, non fa più notizia. "Sarà presto sera e sarete interrogati sull'amore", scriveva Ennio Flaiano nel 1970: è avvenuto lo stesso l'altra sera all'Auditorium di Roma. Al microfono, Madame. 

* Per "Raimbow washing" si intende  «l’atto di utilizzare i colori dell’arcobaleno per indicare il progressivo supporto per l’uguaglianza LGBTQ, acquistando credibilità da parte dei consumatori, ma con il minimo sforzo o risvolto pragmatico». 

Madame LaPresse

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