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Giovedì, 25 Aprile 2024

Liste d'attesa

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Quanto ci costa curare Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro, non appena è arrivato in carcere a L'Aquila, è stato trattato con i massimi riguardi. Non dagli altri compagni di cella, visto che il boss mafioso è detenuto in regime di isolamento, ma dal ministero della Giustizia. Nel giro di poche ore lo ha infatti visitato un famoso specialista, saltando così i lunghi tempi di attesa. Diversamente da quanto accade per la stragrande maggioranza dei reclusi, per lui è stato chiamato Luciano Mutti, direttore del dipartimento di Oncologia dell'Ospedale universitario del capoluogo abruzzese, e professore aggiunto negli Stati Uniti, alla Temple University di Filadelfia. Una volta confermate le sue condizioni di salute, è stato quindi deciso che i cicli di chemioterapia, per il cancro all'intestino di cui soffre, gli siano somministrati a domicilio, cioè in carcere. Anche per evidenti ragioni di sicurezza.

Tutto questo, ovviamente, sarà a carico del sistema sanitario nazionale. Anche se Messina Denaro non pagava le tasse da almeno trent'anni, viveva nel lusso senza aver mai lavorato, spendeva secondo i primi riscontri diecimila euro al mese. E non si è mai pentito di avere fatto morire uomini, donne e bambini ordinando omicidi e attentati. L'assistenza è giustamente garantita dalla Costituzione, anche se il paziente è un mafioso assassino. L'articolo 32 tutela la salute dei cittadini, come "fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". L'articolo 27 stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità". Ma è anche vero che l'articolo 3 sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge. Quindi è legittimo chiedersi, per noi che non siamo Matteo Messina Denaro, quale trattamento ci sarebbe stato riservato?

Con 82 euro ho saltato la coda in ospedale - di Fabrizio Gatti

La risposta la possiamo facilmente trovare sul portale dell'Azienda sanitaria locale Asl 1 Abruzzo, nella quale ricade L'Aquila, nuova città di residenza del boss. Ma anche voi potreste ripetere l'esperimento sul sito della vostra azienda sanitaria. Cominciamo dalla visita oncologica. Se la prescrizione del medico fosse “Urgente – Entro le 72 ore”, come si presume sia stato il caso di Messina Denaro, noi non troveremmo assistenza di alcun tipo: come dimostra la foto qui sotto, la schermata “Consulta i tempi d'attesa” rimane bianca.

Una visita oncologica entro 72 ore non è prenotabile

Nel caso la richiesta di visita oncologica fosse “Breve – Entro 10 giorni”, avremmo soltanto due possibilità: a quattro e a sei giorni d'attesa. Se la prescrizione fosse “Differita – entro 30/60 giorni”, verremmo invece visitati non prima del 23 gennaio (quattro giorni d'attesa rispetto alla data della richiesta). Mentre le altre uniche date disponibili sono a undici, quattordici e venticinque giorni. Per una semplice prenotazione “Programmata”, come spesso accade nella maggior parte delle prescrizioni, troveremmo soltanto una disponibilità a L'Aquila con cinque giorni d'attesa (24 gennaio). Oppure dovremmo trasferirci a Castel di Sangro, Avezzano, Tagliacozzo o Sulmona: con appena quattro date disponibili e attese comprese tra 11 e 221 giorni.

I tempi d'attesa per una visita oncologica programmabile arrivano a 221 giorni

Inutile poi cercare alla voce “Test – Terapia antitumorale con infusione di farmaci”: anche nel caso di prescrizione “Programmata”, la schermata rimane bianca. Il monitoraggio delle prestazioni da day-hospital, un dato che varia da regione a regione, segnala per L'Aquila tempi medi di attesa, secondo l'urgenza, tra i 21 e i 137 giorni: anche se l'anno del rilevamento è il 2020 ed è condizionato dalle conseguenze della pandemia.

I tempi d'attesa di una colonscopia per la prevenzione e la diagnosi del tumore al colon

Ma è anche probabile che, se non ci chiamassimo Matteo Messina Denaro, oggi il medico non potrebbe nemmeno diagnosticare in tempo utile la nostra malattia. L'attesa per una colonscopia con endoscopio flessibile, esame fondamentale sia per la scoperta sia per la prevenzione del tumore al colon, a L'Aquila si avvicina all'anno (foto sopra): il primo posto disponibile è il 2 gennaio 2024, 348 giorni di attesa, con alternative fuori città comprese tra i 139 giorni della Casa di cura privata "Di Lorenzo" di Avezzano e i 309 giorni dell'Ospedale dell'Annunziata di Sulmona. Tempi in linea con quanto accade nel resto d'Italia, dove a volte le regioni già rinviano le prenotazioni a dopo l'estate, per esami e visite che saranno disponibili soltanto nel 2024.

È impossibile entrare nei dettagli del ciclo di chemioterapia riservato a Matteo Messina Denaro, senza violare le norme sulla privacy. Più in generale, secondo un'indagine di qualche anno fa dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), su un campione di undici ospedali in tutta Italia, i trattamenti per il tumore al colon sono tra i più cari: il 42 per cento delle uscite totali per le terapie ad alto costo è destinato al tumore al seno, il 13 per cento a colon-retto e polmone, il 7 per cento alla cura del cancro alla prostata, le quattro neoplasie più frequenti. I farmaci antineoplastici incidono mediamente per il 67 per cento sulla spesa totale del trattamento: un costo che per il tumore al colon, sempre secondo la ricerca di Aiom, in base al tipo di farmaco può arrivare a 1.609 euro a seduta per ogni singolo paziente. La legge non distingue tra malati onesti che pagano regolarmente le tasse ed ex latitanti mafiosi che non le hanno mai pagate.

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