rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024

Roberta Marchetti

Giornalista

La fuffa di Achille Lauro

Il 'pittore' Achille Lauro perde colpi di vernice nella seconda serata di questo Festival di Sanremo, dove è entrato da star e rischia di uscire da comparsa. Il ruolo di ospite fisso, la scorsa edizione ricoperto da Tiziano Ferro, si è ridotto quest'anno a una singola uscita sul palco (dopo mezzanotte inoltrata), che se fosse davvero memorabile andrebbe più che bene. L'eccentrico performer, invece, sembra abbia già sparato tutte le cartucce dopo appena una puntata. Il quadro glam rock dell'esordio poteva avere il suo perché, con una lettera all'umanità in cui si è messo a nudo piangendo sangue e implorando salvezza, ma quello di ieri sera non era altro che la trasposizione teatrale del videoclip di 'Bam Bam Twist', con gli stessi protagonisti sul palco. La treccia lunga come omaggio a Mina è stata l'unica novità scenografica, mentre Claudio Santamaria e Francesca Barra ci hanno ripropinato il twist versione 'Pulp Fiction de noantri', regalando comunque più emozioni del protagonista. 

Tutta qui l'originalità? I paragoni (molto azzardati già prima) con David Bowie, Marc Bolan dei T.Rex o i Kiss iniziano a fare acqua da tutte le parti, e guardando in casa nostra non regge nemmeno il confronto con Renato Zero, bandiera italiana del trasformismo, ma cinquant'anni fa e quando il concetto di fluid non era ancora moda. Se l'estro è il suo punto di forza - dando per scontato non lo sia la vocalità - il rischio è che il suo manifesto della trasgressione regga ancora per poco e inizi a risultare un tantino forzato. Il dubbio che nasce è sulla natura di questa 'genialità' sempre più mitizzata e venduta come oro colato. Ancora tre serate per completare l'opera (o l'autopromozione), ma per ora l'unico quadro che ci viene in mente è quello di Icaro, così inebriato dall'incanto del volo da avvicinarsi troppo al Sole. Genio o prodotto geniale? 

Si parla di

La fuffa di Achille Lauro

Today è in caricamento