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Giovedì, 25 Aprile 2024

Scandali

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Da Soumahoro a Panzeri, così la sinistra affonda nel cinismo

Pensavo di avere visto il peggio della sinistra nella saga familiare dell'onorevole Aboubakar Soumahoro. E invece ecco in onda il thriller dell'ex sindacalista della Cgil ed ex eurodeputato milanese del Pd, Antonio Panzeri. Il primo da poco eletto in Parlamento grazie ad Alleanza verdi e sinistra. Il secondo fino a questi giorni punto di riferimento italiano, a Bruxelles, di Socialisti&democratici e di Articolo uno, il partito fondato tra gli altri dall'ex premier Massimo D'Alema e dall'ex ministro Roberto Speranza.

Soumahoro si è autosospeso per non aver vigilato sulla suocera, indagata con l'accusa di truffa aggravata e false fatturazioni nella gestione di una cooperativa, che avrebbe dovuto dare lavoro e dignità a immigrati da poco arrivati in Italia. Panzeri è invece stato sospeso dopo essere stato fermato dalla polizia belga per una presunta storia di corruzione che, secondo l'accusa, veniva pilotata dal Qatar per ripulirsi l'immagine non certo cristallina su sicurezza dei lavoratori, diritti umani e organizzazione dei Mondiali di calcio. Scrivo presunta, perché l'indagine è ancora nella fase preliminare.

Eva Kaili (foto Ansa)

Pensavo anche di aver visto il peggio nelle qualità autolesioniste di Enrico Letta, il leader del maggiore partito di riferimento della sinistra che, avanti di questo passo, rischia di portare il Pd non al congresso di primavera, ma alla sua evaporazione estiva. Eppure la storiaccia di Bruxelles le batte tutte.

"Qatar all'avanguardia"

A rileggere gli interventi all'Europarlamento del ricettacolo di politici di primo piano, di cui Panzeri pur da ex si sarebbe circondato secondo le accuse, viene infatti in mente il cinismo di Pietro Chiocca, il protagonista del film “Finché c'è guerra c'è speranza”, interpretato e diretto dal grande Alberto Sordi.

Solo che, visto l'impegno degli indagati nel dirigere Ong e nel sostenere a parole le battaglie sulle libertà negate, questo sequel andrebbe intitolato “finché c'è fame c'è speranza". E andrebbe tranquillamente affidato, nel ruolo di attrice protagonista, alla vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili: anche lei in stato di fermo, subito dopo Panzeri, perché trovata in flagranza di reato, secondo le cronache dei giornali belgi, con alcune borse piene di soldi nascoste in casa.

Massimo D'Alema, fondatore di Articolo Uno (foto Ansa)

È il 21 novembre 2022 e l'Europarlamento sta discutendo sulla situazione dei diritti umani nell'ambito della Coppa del mondo di calcio in Qatar. Prende la parola Eva Kaili, che nel copione della storiaccia è anche la compagna di Francesco Giorgi, l'ex assistente parlamentare di Panzeri: “Signora presidente – esordisce – oggi i Mondiali in Qatar sono la prova, in realtà, di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Soltanto io ho detto che il Qatar è all'avanguardia nei diritti dei lavoratori...”. Fermiamoci qui.

Seimilacinquecento operai morti nei cantieri per i Mondiali, tutti immigrati da Pakistan, Nepal, Bangladesh, Sri Lanka, sono evidentemente un risultato all'avanguardia, secondo quanti – come Eva Kaili – vengono ora accusati di aver condotto la loro campagna a favore del Qatar non per un (insostenibile) convincimento politico, ma come prezzo della loro corruzione.

Il sindacato scomparso

Nello scandalo c'è poi sempre posto per i comprimari. Così come le foto griffate della signora Soumahoro hanno creato qualche imbarazzo all'onorevole marito, dopo le battaglie dalla parte dei diseredati – anche se chiunque ha il diritto di vestirsi come crede – nemmeno nel thriller di Bruxelles poteva mancare il ruolo della moglie: intercettata dalla polizia, la signora Panzeri discute di vacanze da novemila euro a testa e di altre da centomila euro in un anno che, secondo la polizia, non sarebbero il legittimo frutto dei propri risparmi, ma di una misteriosa triangolazione di doni che coinvolge l'ambasciata del Marocco in Polonia.

Come davanti a una serie tv avvincente, aspettiamo i prossimi colpi di scena. Eppure ci sarebbe tanto bisogno di sindacalisti impegnati, come sia Soumahoro sia Panzeri lo erano stati all'inizio della loro precedente vita. Ci sono generazioni che hanno necessità di essere rappresentate. Donne e uomini che riescono a sposarsi soltanto dopo i quarant'anni: non perché siano mammoni, come si usa dire, ma perché con stipendi precari sotto i mille euro al mese, è impossibile affittare una casa, ottenere un mutuo o affrontare tutti quegli impegni necessari a mettere su una vita di coppia.

Ci sono lavoratori che piegano la schiena nei cantieri, nei campi, negli uffici e che, dal caporalato in su, ricevono paghe da fantasmi. Ci sono studenti ai quali, nonostante il diploma e la laurea, viene impedito di essere a tutti gli effetti cittadini europei. Ci sono battaglie politiche da condurre contro quanti hanno debiti di trasparenza e giustizia nei confronti dello Stato e di tutti noi (non mi riferisco soltanto ai famosi 49 milioni che il partito del ministro Matteo Salvini ha fatto sparire e deve restituire ma anche, uno tra i tanti scandali, a quanti tuttora nascondono l'agenda del magistrato Paolo Borsellino e possono ancora ricattare le istituzioni). Un futuro premier comincia la sua corsa dall'opposizione, come la storia di Giorgia Meloni dimostra. Ma questa opposizione sinistra, così com'è ora, non sembra avere alcun futuro.

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