Armi in mano ai minorenni: un problema italiano
È stata prontamente smentita, tra l'altro annunciando querele. Ma ha suscitato un vespaio la proposta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d'Italia) di "insegnare il tiro a segno nelle scuole". Proposta che sarebbe stata carpita durante una conversazione del sottosegretario con il consigliere militare della presidente del Consiglio, generale Franco Federici. E riportata martedì dal quotidiano La Stampa. "Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole", avrebbe detto Fazzolari al generale. Aggiungendo che "c’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole".
Nella smentita, Fazzolari spiega che la conversazione verteva sulla "necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze armate e Forze di polizia e oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro". "Due misure - aggiunge il sottosegretario - alle quali lavoreremo al più presto". La Stampa, in ogni caso, ha confermato la veridicità di quanto riportato nel suo articolo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, infastidita dalla polemica politica che ne è nata, a chi le chiedeva lumi riguardo al tiro a segno nelle scuole ha risposto seccamente: "Mai pensato lontanamente". Per cui "il caso non esiste".
Il tiro a segno nelle scuole
Non tutti però sanno che oggi in Italia anche i minorenni possono praticare il tiro a segno con armi ad aria compressa già a partire dall’età di 10 anni. Ma anche con vere armi da fuoco già dai 14 anni con una semplice autorizzazione scritta da parte dei genitori. La pratica viene promossa dalle associazioni del settore perché favorirebbe la disciplina e l'autocontrollo.
Ed è una pratica che, proprio recentemente, ha avuto forti incentivi. A inizio febbraio la Federazione italiana Tiro a volo (Fitav) ha infatti avviato il progetto "Care" (acronimo di "Cultura, autocontrollo, regole, emozioni") che si propone - guarda caso - di portare lo sport del tiro a volo negli istituti scolastici di primo e secondo grado, cioè nelle scuole medie e superiori. Finanziato da "Sport e Salute" nell’ambito degli "80 milioni per lo sport italiano" destinati alla promozione dello sport di base, il progetto - spiega la Fitav - ha come obiettivo "la formazione dei docenti di Scienze motorie, con il supporto della piattaforma Sofia" (Sistema operativo per la formazione e le iniziative di aggiornamento).
Ma prevede anche "la formazione degli studenti degli Istituti scolastici di primo e secondo grado per avvicinarli allo sport del tiro al volo e la conseguente attivazione dei Campionati italiani studenteschi". A questo fine il progetto prevede lezioni in classe e la pratica negli impianti di tiro a volo "con tecnici specializzati nella formazione dei ragazzi alle prime armi come da protocollo scolastico federale che prevede, prima dell'avvicinamento alla pedana, incontri teorici sulle norme di sicurezza per il maneggio dell’attrezzo sportivo". E, trattandosi del tiro al volo, le armi utilizzate sono soprattutto vere e proprie armi da fuoco.
I minorenni e le fiere di armi
Ma c'è di più. Ai minorenni in Italia è permesso di accedere anche alle fiere di armi. In questo caso è sufficiente che siano "accompagnati da un adulto", cioè - spiega il Regolamento Visitatori di EOS - "una persona che abbia compiuto almeno 18 anni", nemmeno dai genitori. Anzi fino a 13 anni, per loro l'ingresso è gratuito. È ciò che propone il salone fieristico "European Outdoor Show" (EOS), la cui seconda edizione prenderà il via sabato a Verona.
Il salone si presenta come una manifestazione per promuovere "per la vita all’aria aperta" (outdoor), ma la principale attrazione sono le armi da fuoco: "Armi e munizioni sportive saranno tra le protagoniste" assicurano gli organizzatori della kermesse, il Consorzio Armaioli Italiani e Pintails S.r.l.. Ne presenterà un vasto campionario: dai revolver alle pistole, dai "black rifles" (i fucili semiautomatici tipo AR-15, i più usati per fare stragi dagli USA alla Nuova Zelanda) alle doppiette, dagli snipers ai fucili per la caccia grossa. Il tutto mescolato tra canoe, kayak, canne da pesca per trote e storioni, tende da camping e scarponi da trekking. Come se tutto fosse uguale. Per vivere la vita all'aria aperta.
La fiera di Verona
La fiera di Verona EOS ha preso il testimone da EXA, la fiera che per oltre trent'anni è stata organizzata a Brescia, e soprattutto da HIT Show, il salone fieristico che si è tenuto a Vicenza dal 2015 al 2020, quello prediletto da Salvini, che anche da ministro dell'Interno vi si recava in visita e si faceva immortalare maneggiando armi.
Non a caso, come i suoi precursori, EOS si caratterizza nel panorama delle fiere di armi nei paesi dell’Unione Europea per essere l'unica manifestazione fieristica che associa tre peculiarità: espone tutte le "armi comuni" (da difesa personale, per il tiro sportivo, per la caccia, ecc.), consente l'accesso al pubblico generalista ed anche ai minorenni, purché accompagnati. Le altre fiere nei paesi dell'UE o sono fiere di settore (per la caccia, per il tiro sportivo, per le armi da difesa) oppure sono fiere riservate ai soli operatori professionali specializzati, come IWA di Norimberga, a cui è espressamente vietato l'accesso al pubblico generalista e ai minorenni.
Più che un salone espositivo, EOS è una chiara operazione ideologica e di marketing per incentivare, anche in Italia, il possesso e la diffusione di armi. Alle quali, visto il drastico declino della caccia, qualcuno sta pensando di avvicinare anche i più giovani. Appassionandoli, fin dalle scuole, al tiro sportivo.
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini imbraccia un fucile durante la sua visita alla Fiera Hit Show, Vicenza, 9 febbraio 2019. Ansa
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