La villa bunker di Zagaria è crollata ma la camorra è ancora in piedi
Era un portone in legno, come se ne trovano tanti nei vicoli dei paesi, con accesso ad una villetta con pian terreno e primo piano mansardato dall'aspetto assolutamente ordinario, del tutto diversa da quelle superprotette da mura altissime tipiche dei boss dei Casalesi. Al suo interno, invece, in un sofisticato fortino a scomparsa ricavato nel sotterraneo, vi era un "bunker di ultima generazione". Furono queste le parole con cui, nel 2011, il pm anticamorra Catello Maresca, descrisse il luogo dove si nascondeva il superlatitante più ricercato della camorra casertana, Michele Zagaria. Oggi, finalmente, quel covo di camorra si è trasformato in un ammasso di macerie.
"Basta, non sfondate, sono qui. Mi arrendo" urlò Zagaria
Appare anche superfluo urlare a gran voce cosa rappresenta, per il territorio, la scomparsa del bunker. Ovviamente - oltre all’ovvia gioia con conseguente brivido di piacere derivante dal vedere il fortino andare giù con le ruspe pagate dalla Regione - consegnare alla memoria storica quello che fu il covo di Zagaria raffigura la vittoria della legalità e della giustizia. Insieme al bunker, è finalmente caduto quel sistema violento e criminale imposto dai casalesi. I cittadini di Casapesenna e non solo tirano un sospiro di sollievo perché – quella villa – non è altro che un ammasso di mattoni ma, le solidissime fondamenta, erano l’aura di onnipotenza e intoccabilità di Zagaria. E sono proprio quelle fondamenta a essere crollate a causa della spallata dello Stato. I cittadini hanno avuto la prova che la camorra può essere sconfitta, che il regno del terrore di Zagaria, oggi, è storia passata.
La battaglia non è finita, ci sono ancora tante risposte da dare
È importante che le persone provino queste sensazioni perché il Sistema si combatte così, insieme, senza avere paura, con il coraggio di denunciare, senza girare lo sguardo altrove. Loro, i camorristi, sono pochi. Gli onesti, invece, sono la maggioranza e sono più forti. E adesso, i cittadini onesti - proprio quelli - hanno bisogno di risposte. Oggi, negli occhi di tutti, era visibile l’emozione. Con sorrisi neanche troppo celati, in tanti hanno affermato sia stato un momento toccante. Ma quando la smorfia sul viso ritorna seria e lucida, quello è il momento di pretendere e di meritare di più. Casapesenna sa che la battaglia non finisce qui. Casapesenna sa che vedere un edificio crollare non significa vedere crollare per sempre l’attività criminale sul territorio.
La villa bunker è andata giù. Al suo posto sorgerà un parco pubblico che, sicuramente, per la comunità rappresenterà un polmone verde. Aria di legalità che potrà avvolgere con forza la vita delle persone che, finalmente, non dovranno più respirare il puzzo di camorra che impregnava ogni mattone di quel posto maledetto.
La mente, invece, deve essere quella dei casertani onesti che continueranno a rimanere – ancora e sempre – all’interno di un territorio che deve tornare a pensare con una mentalità basata sui principi di legalità e giustizia.
Il cuore, infine, sarà quello di tutte le vittime innocenti dei casalesi. Un cuore che - a differenza di quello dei martiri di questa terra - non ha mai smesso di battere nel petto di coloro che portano avanti la loro opera.