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Sabato, 20 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Centri commerciali aperti? Solo se si chiamano "parchi": il nonsense dell'ultimo Dpcm

Nessuno ha violato nessuna norma. E' il punto di partenza del ragionamento, mettiamolo subito in chiaro. L'ultimo Dpcm prevede la chiusura dei centri commerciali nei festivi e nei prefestivi. Ma lo scorso weekend (e anche il prossimo a meno di novità specifiche, sempre possibili tramite ordinanze locali) in tanti ci sono andati lo stesso al centro commerciale, in molte regioni. Pensavano di andare al centro commerciale senza sapere che la denominazione è invece "parco commerciale". Solo per quel motivo erano aperti. In pratica l’interpretazione della norma ha concesso una deroga alle strutture classificate come parchi commerciali.

Nel nuovo Dpcm è prevista la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi e dei negozi che si trovano all’interno. Non sono menzionati però i  "parchi commerciali". C'è una differenza tra le due diciture. I parchi commerciali sono infatti "Aggregati di esercizi commerciali che non prevedono autorizzazione regionale ma solo del Comune", mentre i Centri Commerciali sono strutture in cui ci si deve avvalere di autorizzazione di Comune, Provincia e Regione. Detto in parole povere, i parchi commerciali hanno molti più spazi verdi e all'aperto.

In Veneto era aperto (e ne aveva tutto il diritto) anche il gigantesco McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet, ma anche tanti altri negozi in aree commerciali che sono centri commerciali nell'immaginario e nella convinzione comune, ma non sulla carta. Lette le nuove disposizioni della Regione Veneto, "desideriamo informare i nostri clienti che gli esercizi commerciali del McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet saranno aperti regolarmente" ha fatto sapere la direzione sabato sera.

In Veneto infatti una nota di chiarimento al Dpcm che è stata pubblicata sul portale della Regione spiega che i parchi commerciali (normati da una legge regionale del 2012) sono da considerarsi esentati dalla chiusura nei weekend, se non vi sia un atrio al chiuso di accesso ai singoli negozi. L'ingresso deve avvenire dall’esterno, all’aperto. La nota regionale evidenziava la necessità di attendere una circolare del ministero dell’Interno a sostegno del chiarimento. Non essendovi poi alcun riferimento particolare allo specifico tema, le strutture hanno deciso di aprire le porte ai tanti clienti. Ascom e Confcommercio chiedono una correzione del governo sulla norma. Non è stata scritta con chiarezza, probabilmente. 

Del Parco commerciale non esiste una definizione normativa adottata a livello nazionale. Il Dpcm non fa esplicito riferimento ai parchi commerciali. Se la ratio del Dpcm in questione è la tutela della salute pubblica, e in particolare l’esigenza di evitare assembramenti nei “centri commerciali”, quanto è diverso il caso del "parco commerciale"? Davvero il governo intendeva permetterne l'apertura o il Dpcm era semplicemente poco chiaro sul tema? La reazione di  Ascom e Confcommercio fa propendere per la seconda ipotesi. Il presidente  dell'associazione regionale dei commercianti Bertin chiede "responsabilità e chiarezza da parte del Governo per quanto riguarda i grandi parchi commerciali dove si crea molta aggregazione. Così si rischia di diventare zona arancione".

Alcuni centri commerciali sono rimasti aperti, in questo fine settimana, anche in Emilia Romagna, suscitando polemiche, soprattutto da parte della concorrenza, e richieste di chiarimenti da parte delle prefetture al Ministero dell'Interno.  E' successo, ad esempio, al Meraville di Bologna, alle Piazze di Castel Maggiore (Bologna), al Montefiore di Cesena e al Romagna Shopping Valley di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena). Questo perché anch'essi sono classificati non come centri commerciali, ma come parchi commerciali. La prefettura di Forlì ha chiesto al ministero un chiarimento. "Noi siamo un parco commerciale all'aperto - spiega sulla propria pagina il Meraville di Bologna - con accesso ai vari negozi separato, equiparabile ai negozi che si trovano sotto i porticati nei centri cittadini, anch'essi tutti aperti in Emilia Romagna (che è zona gialla), e non si tratta di un centro commerciale, con i negozi riuniti in un unico ambiente chiuso, a cui invece fa riferimento il Dpcm".

Nel primo lockdown di primavera tutte o quasi le attività commerciali erano chiuse. In base al nuovo Dpcm alcune attività situate nelle gallerie dei centri commerciali, come tabaccherie, farmacie e parafarmacie, possono restare aperte ma la scarsa affluenza di clienti e visitatori spinge molte attività a restare chiuse. Dopo l'ultimo decreto governativo per arginare la diffusione del contagio invece negozi di abbigliamento, di ottica sono aperti il weekend, ma non se si trovano dentro a un centro commerciale. In alcuni casi hanno dovuto chiudere la parte di abbigliamento di un ipermercato, mentre appena fuori i negozi sono regolarmente aperti. Inevitabile la confusione tra i commercianti (e tra i clienti). 

La chiusura di centri commerciali e medie superfici preoccupa tutto il commercio perché tra le medie superfici rientrano anche attività che contano su grandi spazi espositivi, penso a concessionarie e mobilifici, che non portano certo ad assembramenti. Banale ricordare che la chiusura dei centri commerciali mette a rischio centinaia di punti vendita e migliaia di lavoratori. 

E poi ci sono vicende quasi surreali. Qualche esempio? Mentre negozi dentro a enormi parchi commerciali sono rimasti aperti nel weekend, un negozio di abbigliamento e oggetti per la casa della città turistica di media grandezza in cui vivo, Alghero (Sassari) che si trova al piano di sopra di uno stabile che ospita anche un supermercato, un bar e un parrucchiere (ci va del fegato a definirlo "centro commerciale", ve l'assicuro), deve restare chiuso sabato e domenica. Giorni importanti per gli incassi in una situazione come quella attuale e in una stagione già "bassa" per definizione e "bassissima" in un 2020 che ha picchiato duro sul tessuto economico locale. 

"Informiamo tutti i nostri clienti, non senza rabbia e forte delusione, che a causa del nuovo Dpcm, siamo costretti alla chiusura il Sabato e la Domenica, perché siamo considerati dentro un Centro Commerciale" si legge in un messaggio dei titolari.

Ricapitoliamo: parchi commerciali aperti (perché non sono centri commerciali) e negozietto sopra un supermercato chiuso (perché considerato centro commerciale). Non ha senso.

Ma ciò che lascia un po' di amaro in bocca non è il Dpcm scritto probabilmente male sul punto, e nemmeno la decisione di chiudere le attività in piena epidemia per evitare assembramenti (ci sono esperti chiamati a valutare quale sia il reale rischio sanitario): bensì la sensazione che a rimetterci anche stavolta siano i più deboli del settore. O i meno furbi. O quelli non abbastanza fortunati da avere un'attività in una Regione che lascia aperti i parchi commerciali dopo aver deciso di interpretare a modo suo un Dpcm del governo. Tra difesa del tessuto economico e difesa della salute l'equilibrio è sottile. Una regìa unitaria è essenziale affinché nessun territorio si senta di Serie B. C'è chi assicura che in vista del prossimo weekend in qualche modo si correrà ai ripari. Staremo a vedere.

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