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Venerdì, 19 Aprile 2024

Luca Romano

Divulgatore Scientifico

Il più grosso crimine climatico mai commesso

La chiusura degli ultimi tre reattori nucleari tedeschi (ma in generale, l'uscita della Germania dall'energia nucleare in tempi di crisi energetica di global warming) è il più grosso crimine climatico commesso in Europa da quando abbiamo assunto consapevolezza della natura antropogenica del riscaldamento globale.

Come aggiungere 3 milioni di suv sulle strade

Gli ultimi tre reattori che verranno spenti oggi, reattori ad acqua pressurizzata modello Konvoi da 1300-1400 MW di potenza elettrica netta, hanno operato negli ultimi anni con un fattore di carico di circa il 94%, ovvero per 8400 ore/anno, producendo quindi 34 TWh annuali di energia al prezzo di emissioni di CO2 equivalenti di appena 4 grammi/kWh. Nell'ottimistica ipotesi in cui il loro apporto verrà sostituito con un mix delle altre fonti energetiche tedesche (carbone, eolico e gas le principali), l'intensità carbonica sarà attorno ai 550 grammi di CO2 equivalente per kWh: questo significa che ogni anno a partire da oggi la Germania emetterà 18,7 milioni di tonnellate in più di CO2 per produrre energia elettrica.

Se le centrali fossero infatti state mantenute in attività, e fossero state spente centrali a lignite al loro posto (che hanno intensità carbonica superiore a 1000 grammi di CO2/kWh), il risparmio sarebbe stato di 30 milioni di tonnellate di CO2/anno. Chiudere questi tre reattori nucleari è come aggiungere 3 milioni di SUV sulle strade d'Europa, o quintuplicare i jet privati. Eppure, sui social dei movimenti ambientalisti si registra un assordante silenzio. I tedeschi garantiscono che il piano per portare la Germania al 100% di energia rinnovabile (per la produzione elettrica) entro il 2035 continua: se anche fosse, la scelta di chiudere le centrali nucleari prima di quelle a carbone costerà 360 milioni di tonnellate di CO2 in più, alla faccia del carbon budget.

Tutti i problemi che nasceranno

Il problema è che non sarà così: dietro alle promesse di nuove installazioni eoliche e solari, la Germania si prepara ad allacciare 25 GW di nuove centrali a gas di tipo peaker, per compensare l'intermittenza delle rinnovabili, entro il 2030. E probabilmente non basteranno: ne serviranno in totale fino a 90 GW, perché anche quando la Germania produrrà energia rinnovabile pari al 100% del suo fabbisogno questa produzione non avverrà quando la rete ne ha bisogno.

Al netto di un po' di accumulo, resteranno oltre 5.000 ore/anno in cui la domanda non è totalmente coperta, e quindi andrà bruciato il gas; nelle ore rimanenti si avrà sovrapproduzione, e si dovrà buttare l'energia prodotta (curtailment) o esportarla (a chi, però, non è chiaro: se c'è sovrapproduzione da eolico in Germania molto probabilmente c'è vento anche in Danimarca, Olanda, etc.).

I reattori Konvoi sono stati un esempio di eccellenza tecnologica tedesca: in molti li considerano uno dei punti più alti della seconda generazione nucleare. Considerate le condizioni eccellenti in cui versano gli impianti tedeschi (non solo quelli che verranno spenti oggi, ma anche quelli chiusi negli scorsi anni), avrebbero tranquillamente potuto continuare ad operare per altri 10-15 anni in piena sicurezza, e probabilmente molto di più (anche oltre il 2050) con qualche lavoro di ammodernamento (simile a quelli in corso in Francia e in Canada, per capirci).

Per il momento, comunque, il governo non ha ancora dato i permessi per lo smantellamento delle centrali: questo vuol dire che in linea teorica i reattori restano riavviabili (anche se occorrerebbe richiamare in servizio il personale che è stato mandato a casa), in caso di emergenza energetica. Lo smantellamento di tutta la flotta nucleare tedesca richiederà in totale una quindicina di anni e costerà alcune decine di miliardi. Non saranno però soldi dei contribuenti: l'industria nucleare ha già accumulato il tesoretto necessario durante il funzionamento (c'è una quota per il decommissioning che è inclusa nel prezzo del kWh, di cui costituisce circa il 3%, e al termine della vita dell'impianto è immediatamente disponibile). Resta irrisolto invece in Germania il nodo della gestione dei rifiuti radioattivi: l'odio antinucleare diffuso nel paese da decenni di propaganda verde (i libri catastrofisti della scrittrice Gudrun Pausewang sono ancora oggi lettura obbligatoria in molte scuole tedesche) rende molto difficile trovare un sito dove costruire il deposito geologico per il combustibile esausto, a differenza di quanto avviene in Francia, Svizzera, Svezia e Finlandia.

D'altra parte, la Germania ha rimandato per anni anche la costruzione di un deposito definitivo per i rifiuti radioattivi di origine industriale e ospedaliera, fino al punto in cui il sito di stoccaggio della miniera di Asse (che quando è stato avviato, negli anni '60, doveva essere temporaneo) non ha iniziato a deteriorarsi, fatto che a sua volta ha dato origine a una serie di leggende metropolitane sulle "scorie nucleari nelle miniere di sale": in realtà Asse non ha mai contenuto materiale nucleare di alto livello, bensì rifiuti radioattivi ospedalieri e industriali di medio e basso livello.

Il carbone che sopperisce: dove sono gli ambientalisti?

Curiosamente, la chiusura del programma nucleare tedesco non ha posto un argine al problema: lo ha peggiorato. Una delle caratteristiche uniche dei reattori Konvoi, infatti, è quella di potersi comportare quasi come un reattore di IV generazione: modificando la forma del nocciolo e aumentando la quantità di barre di combustibile a spese dell'acqua, si può infatti riuscire ad ottenere un rapporto di produzione di Plutonio (materiale riciclabile, in quanto fissile) molto vicino all'unità. Era previsto che il Konvoi di terza generazione potesse riciclare parte del combustibile esausto con un'efficacia di poco inferiore a quella di un reattore di quarta generazione ad acqua supercritica, col risultato di una riduzione di un ordine di grandezza dell'ammontare di rifiuti radioattivi di alto livello da gestire: ovviamente la sperimentazione è stata interrotta nei primi anni '00, sotto il cancellierato di Schroeder, il primo politico tedesco a far diventare l'uscita dal nucleare una priorità assoluta per Berlino (il fatto che poi lo stesso Schroeder abbia presieduto il consorzio che ha costruito il gasdotto Nord Stream 2, e abbia seduto nei consigli di amministrazione di Rosneft e Gazprom, è ovviamente una coincidenza).

Un ultimo dato sulla chiusura dei reattori nucleari tedeschi è il seguente: la produzione degli ultimi 3 impianti che vengono spenti oggi è pari a circa il 15% della produzione di energia elettrica da carbone in Germania, che coincide (circa) con la percentuale il cui fabbisogno di combustibile viene soddisfatto dalla miniera di Garzweiler, recentemente espansa a spese del villaggio di Luetzerath, abbattuto per fare posto alle immense scavatrici Bagger-293. All'epoca l'espansione della miniera fu fortemente contestata dagli ambientalisti, che dovettero essere sgomberati dalla polizia. 

Oggi, quegli ambientalisti, dove sono?

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