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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Redazione

Cos'è questa storia di Conte, dei servizi segreti e della massoneria

"Sono completamente destituite di ogni fondamento le gravissime insinuazioni in cui si evoca un presunto "network" che farebbe capo al Presidente del Consiglio al fine di ampliare la maggioranza e reclutare nuovi senatori": arriva nel primo pomeriggio la furiosa "precisazione" di Palazzo Chigi indirizzata, per una volta con nomi e cognomi, nei confronti del direttore de La Stampa Massimo Giannini, il quale raccontando della ricerca di voti per la conta decisiva in Senato aveva chiamato in causa lo "strano network dell’Avvocato del Popolo", parlando "di senatori contattati da noti legali vicini al premier, da presidenti di ordini forensi a nome dello Studio Alpa, da generali della Guardia di Finanza, da amici del capo dei servizi segreti Vecchione, da arcivescovi e monsignori vicini al cardinal Bassetti e alti prelati vicini alla Comunità di Sant’Egidio". E per fortuna che Conte non ha evidentemente letto l'altro articolo che parlava della questione, quello firmato da Marcello Sorgi in cui si parlava del reclutamento dei responsabili "delegato a figure improprie come cardinali, generali della Finanza vicini ai servizi segreti, avvocati in odore di massoneria". 

Oggi Giannini pubblica la nota di Palazzo Chigi in neretto e aggiunge la sua replica, nella quale parla di altri giornali senza nominarli e si felicita per una smentita che poteva chiedere prima di pubblicare: "Le notizie sul “network contiano” al lavoro per il reclutamento dei “responsabili” circolano da una settimana, non smentite, anche su altri giornali. Ne ho scritto, con una certa inquietudine, perché non potevo credere che dietro al premier vi fosse una rete “non ufficiale” così attiva. Se questa rete non esiste, o non opera “col favore delle tenebre”, è una buona notizia per la nostra democrazia". Per di più, lo fa in un piccolo box all'interno di una pagina quasi interamente occupata da un articolo con questo titolo: "Cardinali, Servizi e il partito romano -  La rete di potere trasversale di Conte", nel quale si dice che Gennaro Vecchione, direttore generale del Dis, è la "personalità di maggior fiducia" del premier, ma prima si precisa che i rapporti dell'Avvocato con il partito romano non sono "organici" (ma quindi non c'è nessun network?):

Nei due anni e mezzo trascorsi a palazzo Chigi Giuseppe Conte ha intrecciato rapporti non episodici, ma neppure organici con tutti i segmenti dell’eterno “partito romano”, quello che si muove lungo l’asse Servizi-grandi aziende partecipate-Vaticano-grandi boiardi-sistema dell’informazione-Confindustria e sindacati-Procura di Roma.

Naturalmente non è la prima volta che si parla di Conte e di massoneria. "Giuseppe Conte si è messo in proprio per costruire un suo partito che raccolga cattolici, pezzi di Vaticano, tecnocrati e la geniale e trasversale lobby gay che sta ormai sostituendo nel mondo, intelligentemente, tutte le altre confraternite, dagli ebrei ai massoni", scrisse poco prima della nascita del Conte Bis Luigi Bisignani, condannato nel processo della P4. Anzi, l'intero governo era "una operazione complessa da decifrare guidata da Alpa, Mattarella e Conte per far fuori prima Salvini e ora Di Maio con l’aiuto dei servizi segreti, della massoneria e del Vaticano" secondo Paolo Becchi, professore ordinario di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Genova ed ex autoproclamato ideologo del M5s celebre anche per aver scritto un libro sulle fistole anali dal significativo titolo "Anatomia del dolore". 

Ma insomma, cos'è questa storia di Conte, dei servizi segreti e della massoneria? Visto che "l'inquietudine" di Giannini è nel frattempo passata grazie a una nota di Palazzo Chigi (ci voleva così poco?) possiamo dire che è, appunto, soltanto una storia. Una delle tante che condiscono quel chiacchiericcio indistinto alimentato da mitomani che salvano governi alla buvette di Palazzo Madama quando non sono impegnati a lavorare per la Pace nel Mondo e millantatori di conoscenze che dicono di avere il destino degli esecutivi nel secondo cassetto della scrivania (sotto quello che custodisce la bottiglia di whisky da sorseggiare avidamente nei momenti più tristi), in perenne attesa di scoprire con quanti zeri si scriva "Salvatore della Patria". E a cui ogni tanto, purtroppo, i giornalisti credono. Il destino di Conte però per fortuna non lo decideranno loro. Lo decideranno i numeri. Quelli della fiducia e della maggioranza, assoluta o relativa, da raggiungere in Senato. Questa è l'unica (e vera) buona notizia per la democrazia. 

EDIT ore 16,35: "Le notizie riportate su alcuni quotidiani, circa il presunto coinvolgimento di Generali della Guardia di Finanza in attività volte ad ampliare la maggioranza di governo sono prive di ogni fondamento". Lo afferma in una nota la stessa Gdf, sottolineando che "al riguardo, il Comandante Generale, Giuseppe Zafarana, ha informato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri che nessun Generale in servizio nel Corpo ha posto in essere attività di tal genere. Il Ministro Gualtieri ha ringraziato il Generale Zafarana, ribadendo la fiducia nell'operato della Guardia di Finanza". 

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