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Sabato, 1 Aprile 2023

Covid e inchieste

Fabrizio Gatti

Direttore editoriale per gli approfondimenti

Presidente Conte, perché una srl ha fatto da “banca” al governo?

L'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, l'ex ministro della Salute, Roberto Speranza, tutti indagati dalla Procura di Bergamo per l'epidemia di Covid-19, hanno subito dato la loro disponibilità per fare chiarezza su quanto è accaduto. L'indagine dei magistrati lombardi, anche per ragioni di competenza territoriale, non riguarda però i costi economici che hanno accompagnato l'ingresso della pandemia in Italia e coloro che ne hanno eventualmente beneficiato. Sarebbe invece importante che chi era al governo mostrasse la stessa disponibilità per chiarire davanti al Parlamento – e se necessario alla magistratura – il perché di alcune scelte che hanno sicuramente incrementato la spesa pubblica e quindi gli oneri a carico di tutti i cittadini, già provati in quei mesi da sofferenze e lutti. Tutto questo accadeva a inizio marzo 2020, cioè prima ancora che sul mercato mondiale i prezzi di mascherine, ventilatori polmonari e altri presidi sanitari aumentassero.

La nota della Presidenza del Consiglio

Una dimostrazione è data da questo documento della Presidenza del Consiglio che Today.it può pubblicare (foto sopra). Siamo al 5 marzo 2020. I morti totali quel martedì sono ancora 148, quasi tutti in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Medici e infermieri, ma anche i cittadini alle prese con i primi focolai, hanno un disperato bisogno di mascherine. Qualche giorno prima una società indiana ne ha proposte all'Italia cinque milioni, del modello chirurgico a tre strati. Prezzo totale: 1,7 milioni di euro, al costo di 34 centesimi l'una. E pagamento alla consegna. Sarebbe il primo carico importante per far fronte all'infezione. Il venditore non chiede anticipi, perché sa che sta trattando direttamente con il governo italiano. E fin qui va tutto bene.

La società a responsabilità limitata

Il 5 marzo, però, una nota su carta intestata della Presidenza del Consiglio, firmata da un dirigente e da un funzionario della Protezione civile, informa l'azienda indiana che per gli aspetti economici è stata “contrattualizzata” una società a responsabilità limitata di Roma che “procederà, per conto della scrivente Amministrazione, al pagamento della fornitura in oggetto”. La prima domanda che qualunque persona di buon senso si potrebbe fare è: perché il governo italiano, in un momento così difficile, si deve far rappresentare da una società a responsabilità limitata?

Ma il ruolo che la Presidenza del Consiglio assegna a questa srl è ancor più insolito: la società deve infatti anticipare, per conto del governo, il milione e settecentomila euro necessari a saldare la fornitura di mascherine. Quindi, chiunque potrebbe porsi una seconda domanda: ma da quando lo Stato si affida, per l'anticipo dei propri pagamenti, a una società a responsabilità limitata, attribuendole così ruoli generalmente riconosciuti a banche e a società finanziarie? A quanto ammontano gli interessi? Chi li ha decisi, in assenza di una gara?

E l'Agenzia delle dogane ferma l'inchiesta

Forse, penserete, si tratta di una finanziaria. Invece no. La società, con un capitale di circa cinquantamila euro, dichiara in quel periodo di occuparsi di “produzione e vendita all'ingrosso di prodotti di abbigliamento, oggettistica, gadget e materiale pubblicitario” e “contratti di vario tipo per servizi, sport, spettacoli e manifestazioni”. Nulla insomma che abbia a che fare con materiale sanitario e forniture ospedaliere.

È un documento importante per comprendere cosa è accaduto e perché. Da quel momento, infatti, srl, intermediari sconosciuti, società offshore prendono il sopravvento e impongono le loro tariffe allo Stato. L'affare è così redditizio che altre aziende cominciano a importare in Italia anche mascherine senza certificazione o con certificazione falsa: un presunto raggiro scoperto dall'Agenzia delle dogane che però, come ha raccontato un'inchiesta di Today.it, ha immediatamente fermato le indagini: perché, secondo un colloquio registrato, così voleva la politica.

Comunque quei primi cinque milioni di pezzi non arriveranno mai a destinazione all'aeroporto di Fiumicino. Il carico resterà in attesa due settimane. Nel frattempo, il prezzo delle mascherine chirurgiche passerà da 34 centesimi a quasi due euro l'una. Il 20 marzo la srl scelta dalla Presidenza del Consiglio annulla l'ordine e comunica alla società indiana che “stiamo comprando a prezzi molto più competitivi in altre parti del mondo”. Competitivi per chi? Per lo Stato o per i tanti intermediari?

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