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Giovedì, 25 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

Bello il taglio del cuneo fiscale: peccato che lo paghiamo noi

Giorgia Meloni è in piedi e guarda fisso nell'obbiettivo: la camera la segue, mentre cammina per Palazzo Chigi spiegando perché il governo che presiede sta lavorando l'1 maggio. E proprio nel giorno della festa dei lavoratori, Giorgia Meloni mette la firma sull'atteso Decreto lavoro. La presidente del Consiglio percorre le stanze del palazzo governativo ed elenca gli interventi previsti nel provvedimento, uno dopo laltro, accompagnando lo spettatore in un viaggio esclusivo nelle stanze del potere e fin dentro il Consiglio dei Ministri. "Noi abbiamo liberato un tesoretto di 4 miliardi - spiega Meloni nel video tanto condiviso e commentato sui social -. Lo abbiamo liberato grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti - penso ad esempio al superbonus, penso alla questione delle accise - e oggi destiniamo l'intero ammontare di quel tesoretto al più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni".

Dichiarazioni impegnative, forse troppo. Sì, il taglio del cuneo fiscale c'è stato e darà una mano - fino a dicembre -, ai lavoratori che ne potranno beneficiare. Ma non si tratta del "più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni", e soprattutto quel "tesoretto" non c'è: lo finanziamo noi.

Il tesoretto che non c'è

Il taglio del cuneo fiscale da luglio a dicembre costerà alle casse dello Stato 4 miliardi di euro. Non è di certo un "tesoretto" trovato per caso dal governo: come si legge nel Decreto Lavoro pubblicato in Gazzetta ufficiale, le risorse per la parte contributiva del cuneo sono 2,9 miliardi - di maggiore deficit -, mentre il resto, circa 1,1 miliardi, sono individuati come "maggiori entrate". Di cosa si tratta?

Quanto costa il taglio del cuneo fiscale del 2023: il testo del Decreto lavoro in Gazzetta ufficiale

Le maggiori entrate sono tasse, pagate dagli stessi lavoratori. Il taglio voluto dal governo Meloni opera infatti sulla parte contributiva del cuneo fiscale: ma i contributi sono deducibili e all'aumentare del taglio sul cuneo sale la base imponibile su cui si paga l'Irpef. Il meccanismo è evidente e si nota dalla differenza che c'è tra il nuovo stipendio mensile lordo e quello netto. Ad esempio, come si vede dalla tabella sottostante, secondo le simulazioni della Cgil chi guadagna intorno a 20mila euro lordi l'anno da luglio 2023 vedrà crescere la propria busta paga di circa 100 euro, che però al netto delle tassse diventeranno circa 70.

Lo stipendio netto dopo il taglio del cuneo fiscale nel 2023: di quanto aumenta al mese

Nessun "tesoretto" scovato per caso nella tesoreria dello Stato, dunque, ma non si tratta neanche di qualcosa di nuovo: qualsiasi taglio della parte contributiva funziona così - è successa la stessa cosa con il governo Draghi -, perché non siamo di fronte a un vero taglio delle "tasse" - come dice Meloni -, ma dei contributi che servono a finanziare la previdenza. 

Col nuovo taglio delle tasse conviene guadagnare meno: l'effetto sugli stipendi

"Il più grande taglio delle tasse degli ultimi decenni"

Giorgia Meloni dice di aver fatto "il più grande taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni". Come visto, non si tratta di vere e proprie "tasse", e in più l'intervento del governo Meloni non è un record. Diversi governi hanno messo mano - temporaneamente -, al cuneo fiscale italiano, uno dei più alti dell'area Ocse.

I profitti delle aziende aumentano, gli stipendi no

Il governo Meloni tra l'intervento in Legge di bilancio e l'ultimo con il Decreto lavoro ha messo in campo 9 miliardi di euro per ridurre il cuneo fiscale nel 2023: davvero, come sostiene Meloni, è l'intervento più importante degli ultimi decenni? Il governo Draghi aveva stanziato circa 11 miliardi di euro per ridurre le aliquote Irpef, Irap, e tagliare il cuneo fiscale. Il governo Renzi con gli 80 euro ne aveva spesi circa 9. 

Oltre le inesattezze sui proclami, l'intervento del governo Meloni aumenterà gli stipendi di milioni di lavoratori, è un fatto, pur avendo prodotto un notevole "scalone" per i redditi immediatamente superiori a quelli coinvolti dal taglio del cuneo. La misura è finanziata fino a dicembre 2023, ma il governo ha mostrato la volontà di proseguire destinando altri 4 miliardi nel 2024 per il fondo sul taglio delle tasse, in attesa di interventi strutturali. Come ha detto la stessa Meloni alla fine dell'ormai famoso video del primo maggio: "E adesso, al lavoro".

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