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Martedì, 23 Aprile 2024

Il commento

Violetto Gorrasi

Giornalista

Perché Giorgia Meloni non ha un grande "cuore di madre"

Il mare antistante la costa di Steccato di Cutro, nel Crotonese, ha restituito poche ore fa l'86esima vittima. Il bilancio dei morti per il naufragio dello scorso 26 febbraio è ancora provvisorio, perché molti altri corpi - una ventina forse - devono essere ancora recuperati: nella tragedia sono 35 i minori che hanno perso la vita, 26 quelli compresi nella fascia d'età tra 0 e 12 anni, circa 80 i sopravvissuti.

Come se non bastasse lo strazio per questa ennesima tragedia, come se non bastassero le aspre polemiche sui soccorsi dopo il "mayday" lanciato prima del disastro dal caicco Summer Love - la barca di legno carica di migranti partita dalla Turchia e che si è schiantata al largo della costa calabrese -, ad aggiungere una buona dose di supplizio ci ha pensato la nota del governo arrivata dopo l'incontro di giovedì 16 marzo, in forma riservata, tra la premier Giorgia Meloni, il ministro degli esteri Antonio Tajani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, e alcuni familiari delle vittime e superstiti del naufragio.

Nessuno è così ingenuo da immaginare che una nota di Palazzo Chigi non sia autoreferenziale e autocelebrativa, ovvio. Qui però le note sembrano decisamente stonate, per non dire sconcertanti. Meloni, spiega il comunicato del governo, "ha rappresentato ai presenti la vicinanza propria personale e del governo tutto, e assicurato il massimo impegno per soddisfarne le richieste", comprese quelle "di accoglienza e di ricongiungimento in altri Paesi europei". E va bene. Ai parenti di vittime e superstiti, la premier ha garantito che proseguirà la ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone ancora incagliato sul fondale, riferisce sempre Palazzo Chigi. E va benissimo: un segno di vicinanza, empatia e attenzione verso queste povere famiglie sarebbe il minimo.

Poi però si arriva all'assurdo. Meloni, e citiamo sempre testualmente la nota del governo, ha chiesto a superstiti e parenti delle vittime della tragedia di Cutro "quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo". Un'osservazione semplicemente scioccante, indelicata, insensata. "Conoscete i rischi delle traversate?". Probabilmente - secondo l'acuta considerazione del governo - questi migranti sono stati tratti in inganno da chissà chi o cosa al gate prima dell'imbarco per una bella vacanza e dunque no, sicuramente non avevano realizzato i rischi.

Il punto culminante di questo fine ragionamento, tuttavia, arriva in un altro passaggio della nota, quello in cui gli stessi superstiti e parenti delle vittime si sarebbero rivolti al presidente Meloni "facendo appello al suo cuore di madre".

Flashback, di cuore in cuore. "Personalmente affido l'Italia, la mia e la vostra vita, al cuore immacolato di Maria, che sono sicuro ci porterà alla vittoria", diceva l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini nel maggio 2019, durante la manifestazione organizzata dalla Lega a Milano per chiudere la campagna elettorale in vista delle elezioni europee. Ne abbiamo fatta di strada, se oggi i migranti fanno appello non alla madonna o al loro dio, ma al cuore di madre di Giorgia. Colei che urla di essere donna, italiana, madre e cristiana. Colei che ha l'ardine di dare lezioncine di vita non richieste a chi non ha quasi nulla e, per non perdere proprio tutto, affronta un viaggio della disperazione. "Conoscete i rischi delle traversate?".

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