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Giovedì, 25 Aprile 2024

Il commento

Roberta Marchetti

Giornalista

Giorgia Soleri riesce a essere pesante pure a Ibiza

Non ricordo il momento esatto in cui Giorgia Soleri è passata dall'essere la "fidanzata di Damiano dei Maneskin" a femminista-attivista-poeta e portavoce di campagne - come quella per la sensibilizzazione su vulvodinia, endometriosi e fibromalgia -, non risparmiandosi neanche sul tema depressione e psicofarmaci. Non lo ricordo ma è avvenuto tutto troppo in fretta, un paio d'anni fa, e senza rendercene conto ci siamo ritrovati davanti una convinta e autodeterminata intellettuale, classe 1996, troppo snob per concedersi una vacanza a Ibiza. O meglio, abbastanza ricca da potersela permettere ma non altrettanto onesta da ammetterlo. Per chi porta avanti battaglie sociali - a volte popolari, altre populiste - non è facile prendersi una pausa dall'attivismo, soprattutto se questo è il principale impegno sbandierato su media e social network e ancora di più se è diventato l'elemento su cui si è costruita e poggia per intero la propria immagine pubblica. Si rischia di scivolare sullo sdrucciolevole pavimento della coerenza e allora, per non sbagliare, se non si è abbastanza navigati, quella maschera meglio tenersela addosso anche quando semplicemente si prende il sole. Come ha fatto Giorgia Soleri, prigioniera del suo personaggio.

Se una ragazza di 27 anni va in vacanza a Ibiza, va in vacanza a Ibiza. Se ci va Giorgia Soleri, invece, ecco che la fuga alle Baleari diventa un "atto politico". Proprio così. Lo spiega lei nel post pubblicato su Instagram una volta tornata dal viaggio: "In una società che ritiene la performance, l'iperproduttività e il sacrificio dei propri desideri per aderire a standard inumani dei valori da sfoggiare, il riposo è un atto politico. Ancor di più quando a praticarlo sono corpi non conformi, disabili, queer. Il privilegio necessario a potersi permettere di provare a vivere, anche solo ogni tanto, seguendo i ritmi di cui il proprio sé ha bisogno, continua ad essere un'ingiustizia che dovremmo combattere. Per un mondo più a misura di essere umano. Mi porto a casa questo, dai giorni passati a Ibiza". Insomma Giorgia Soleri da Ibiza non si riporta le calamite per il frigo come noi, o chessò un liquore spagnolo da bere poi a cena con gli amici, ma l'ennesima battaglia (non richiesta), stavolta contro l'ingiustizia di non potersi concedere i giusti ritmi. Tralasciamo la parentesi sui "corpi non conformi, disabili, queer" di cui parla, senza minimamente contestualizzarli, dando così modo di pensare che sia la solita solfa buttata lì sul tavolo perché fa inclusione - per usare un termine molto caro a lei - e che dobbiamo sorbirci anche stavolta. Chissà poi se un giorno ci spiegherà mai cosa ha lei di queer, invidiata dalle donne etero di mezzo mondo visto che da anni sta con il cantante più sexy del momento, che trasuda erotismo anche quando si scatta le foto in tuta a casa col gatto. Ma questo è un altro discorso. 

Perché trasformare una vacanza in un pretesto per fare una lectio magistralis sul tempo e sulla vita? Un po' di leggerezza, su! Giorgia, sei stata a Ibiza non in Tibet o a Varanasi. Non dico che devi fare l'after all'Amnesia altrimenti non vale, tantomeno abbassarti a pubblicare le foto sul toro meccanico commentando beceramente il tasso alcolemico della serata, ma perché dare sempre e necessariamente a tutto quella patina di solennità e pedagogia? Che poi il punto non è neanche la location, perché parlare di "atto politico" in vacanza striderebbe anche a Chianciano Terme. E, sono certa, Giorgia Soleri riuscirebbe a essere pesante anche là, tra un impacco con i fanghi e la doccia emozionale. 

Rispondendo a chi la critica sui social ha precisato che non è stata una vacanza, ma un ritiro. Anzi, un "retreat" (che in inglese fa più figo). Dunque divertimento bandito - in qualunque forma lo si intenda - e guai anche solo a pensarlo, per carità. Ora, senza voler scalfire la caratura morale di Giorgia Soleri, tantomeno sentenziare su come ognuno è libero di intendere e vivere la propria vacanza, c'è una grande verità che va detta. Nessuno ti critica o smette di stimarti se vai a Ibiza, ma se la fai passare alla stregua di uno sciopero della fame il rischio c'è. Insomma, se per qualche giorno ti togli i panni della femminista-attivista-poeta non succede niente, tutt'al più ti chiede in direct l'autonoleggio più conveniente sull'isola qualcuno che non potendosi concedere "ritmi di cui il proprio sé ha bisogno" si sta organizzando il Ferragosto. E poi diciamolo, ogni tanto anche essere solo "la fidanzata di Damiano dei Maneskin" va benissimo. 

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