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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

Per quanto tempo ancora i "tecnici" dovranno fare da parafulmine alla politica?

Dimmi quanti anni hai e ti dirò quante crisi di governo hai vissuto. Statisticamente, chi ha almeno un anno di vita può averne già vista una, almeno. Siamo nel 2022, anno della Repubblica italiana numero 76 e i presidenti del Consiglio che si sono succeduti sono 30. Ma ci torniamo più avanti. In troppe situazioni i partiti politici hanno scaricato le proprie responsabilità su uno o più parafulmini.

  • Uno è il presidente della Repubblica, garante dell'ordine costituzionale;
  • Poi ci sono le numerose crisi di governo; 
  • E poi abbiamo i tecnici, i migliori parafulmini in circolazione sul mercato.

Tutte queste situazioni sono create dalla politica stessa e dalla sua incapacità di governare. Come sappiamo, l'ingovernabilità è anche una questione di sistema, di legge elettorale che ne fissa le regole, da anni altro grande alibi. Anche in questo caso sono i partiti a farla e a decidere sulle regole di un gioco che evidentemente non sta funzionando e che di divertente non ha nulla. Non sono stati ancora nominati "tecnici" per aggiustare le regole del gioco, purtroppo. 

Un governo l'anno toglie la responsabilità di torno

Ora, la scadenza naturale dell'attuale legislatura - la numero 18 - è il 23 marzo 2023 e non si sa se ci arriveremo. La crisi di governo è ormai su di noi, in un periodo in cui ci si trova a fronteggiare le conseguenze economiche e sociali di una pandemia e di una guerra. Terzo "incomodo" il Pnrr, con 200 miliardi di euro da gestire da qui fino al 2026. Le ragioni di questa crisi non sono chiare, nè si sa chi gestirà tutto ciò nel brevissimo periodo, tra sei mesi, figuriamoci nel 2026. Di mezzo ci andiamo tutti noi. Se diamo un'occhiata alla successione dei governi in Italia negli ultimi 76 anni, da quando c'è la Repubblica i governi sono stati 67 per 30 presidenti del Consiglio. 

governi italia repubblica 2022-2

Quando in Italia c'è un problema o si corre dal presidente della Repubblica per risolvere (aprendo e chiudendo crisi di governo) e/o si chiama un tecnico: perché i politici non possono esserlo, tecnici, o risolutori di problemi? La distinzione si è fatta negli anni ("un politico non è un tecnico") anche con toni dispregiativi (i famosi "professoroni") nei confronti delle competenze altrui che sono servite a gestire queste emergenze. Competenze, in alcuni casi, tra le più alte che il nostro paese potesse offrire in negli ambiti di intervento richiesti in quei determinati momenti storici. Il che rivela la considerazione che la politica ha della competenza - bassa - e le priorità dei partiti.

La finalità principale dei partiti è prendere voti. Certo, se no come fa un partito a esistere, mi direte. Ma, dico io, si possono guadagnare voti assumendosi delle responsabilità e lavorando per il bene comune? Senza appioppare nulla a nessun altro. E se invece la finalità di un partito fosse proprio non governare, ma semplicemente esistere? Esistere, nel senso di fare opposizione e basta, magari provocando crisi e facendo cadere il governo di turno. Sembra proprio più conveniente del governare, no? Tanto per quello ci sono i parafulmini. E Giuseppe Conte pare voglia esistere, a tutti i costi.

La Repubblica parlamentare è stata la forma di governo dell'Italia solo sulla carta, perché di questi periodi di crisi si è sempre fatto carico il presidente della Repubblica nominando un aggiustatutto per risolvere la situazione, giustamente, da garante della Costituzione qual è. Ma per definizione "crisi" ed "emergenza" sono periodi eccezionali, non perenni. I governi tecnici, le crisi continue di governo, sono un'anomalia della Repubblica e attestano il fallimento di chi è stato votato dai cittadini, incapace di agire nei momenti di difficoltà. La forma di governo perfetta non esiste, sarà che la democrazia è la meno peggio, ma la classe politica non si è aiutata per niente.   

Ma non è meglio andare a votare?

I rappresentanti non rappresentano perché non gli conviene

Nelle numerose crisi di governo che abbiamo vissuto, spesso si sente un ritornello familiare rivolto al tecnico/politico Presidente del Consiglio di turno parafulmine della situazione: "Non lo ha votato nessuno". A parte che il presidente del Consiglio non si vota, ma chi è stato votato dai cittadini cosa ha fatto? Evidentemente alla politica è andata bene così, perché aver avuto uno o più parafulmini, oltre che comodo, è stato fruttifero dal punto di vista elettorale: stare all'opposizione porta voti e crea facili narrative da cavalcare. Vedremo se acadrà anche questa volta.

mario draghi rettiliano-2

Nel novembre 2011 Mario Monti si ritrovò uno Stato sull'orlo del fallimento da salvare, come poi fece, dopo anni di politiche pubbliche folli. Da responsabili della situazione straordinariamente disperata che aveva portato al governo Monti, quegli stessi politici hanno poi creato e cavalcato l'onda dell'indignazione contro l'Europa, i poteri forti, i tecnocrati, i banchieri, il deep state, il nuovo ordine mondiale bla bla bla. Nello stesso periodo, un altro tecnico salvava la moneta unica e nonostante ciò diventava protagonista delle migliori teorie del complotto di sempre (vedi alla voce: Mario Draghi). Oltre le urla e le deleghe, il nulla.

Negli anni è sembrato che lo scopo della politica italiana sia stato quello di creare un mostro per poi combatterlo, di creare un problema per non risolverlo, ma usarlo, scaricando tutto sul parafulmine di turno senza avere alcuna responsabilità di governo. Tanto le cose le fanno gli altri. E non meravigliamoci se la partecipazione democratica è crollata, come si vede facilmente dai dati sull'affluenza per elezioni e referendum. Non credo i partiti politici esistano per delegare i problemi ad altre figure: e se i rappresentanti non rappresentano, nel senso che non fanno ciò per cui sono stati votati in una democrazia rappresentativa, perché interessarsi alla cosa pubblica?

Quanto durerà il prossimo governo? L'emergenza, il ricorso ai parafulmini, non può essere la normalità. Le emergenze vanno risolte da chi è stato eletto per farlo: dai politici. Li abbiamo votati per questo, no? Tecnicamente...

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