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Sabato, 20 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

La tragedia che ha cambiato per sempre il calcio

Sono passati 35 anni. Sembra ieri, sembra una vita fa. Ogni anno a metà aprile i parenti delle vittime si ritrovano a rivivere una tragedia assurda, rimasta per (troppi) anni senza responsabili. Era il 15 aprile 1989. A Hillsborough è in programma la semifinale di FA Cup (la coppa d'Inghilterra, il torneo più antico del mondo) tra Liverpool e Nottingham Forest. Quasi 100 persone perdono la vita e il nome di Sheffield si lega indissolubilmente alla ferita più atroce in un secolo e mezzo di storia del calcio inglese. Fuori dallo stadio oggi c'è un piccolo e grigio memoriale “in memoria dei 96 uomini, donne e bambini che hanno perso la vita e delle innumerevoli vite che quel giorno sono cambiate per sempre” (diventeranno 97 a fine 2021, quando Andrew Devine, 55 anni, muore per le gravissime conseguenze fisiche a lungo termine riportate nella calca in quel pomeriggio di primavera).

C'è qualche mazzo di fiori, qualcuno che si ferma per una preghiera o semplicemente per stare un minuto in silenzio davanti al simbolo dell'abisso. La semifinale di FA Cup si gioca sempre in campo neutro, e le tifoserie convergono sin dalla tarda mattinata da Nottingham e da Liverpool sull'impianto a S6 (così in casa Wednesday fanno riferimento allo stadio di Hillsborough, per via del codice postale). Una serie di errori imperdonabili porterà al disastro. C'è qualcosa che non va sin dall'inizio. I settori dello stadio sono stati assegnati in maniera sbagliata. La Leppings Lane, la “curva” più piccola, è quella destinata ai tifosi del Liverpool, che ha più tifosi del Forest. Ha pochi ingressi, soltanto 6 (mentre l'altra curva, la Spion Kop, ne ha 60 e accoglie senza problemi di sorta i supporter arrivati da Nottingham). L'afflusso dei tifosi nella Leppings Lane procede a rilento, i varchi sono stretti, quando mancano venti minuti al fischio d'inizio il settore è gia quasi gremito, ma devono entrare ancora tanti tifosi.

Ai cancelli la calca inizia a premere e si parte con gli errori fatali. I posti non sono assegnati, qualcuno inizia a cercare la via più breve per la gradinata. La polizia nel tentativo di velocizzare l'ingresso dei tifosi apre alle 14.52 un grande cancello d'acciaio, il Gate C, che conduce a un tunnel che porta al settore centrale e basso della curva. È l'inizio della fine, e tutto viene trasmesso in diretta televisiva: in centinaia puntano a quel tunnel, qualsiasi controllo dei biglietti è ormai saltato. Nel settore della Leppings Lane che potrebbe contenere al massimo 2.000 persone, di colpo si ritrovano in tanti, in troppi.

Gli spettatori vengono schiacciati contro le recinzioni di acciaio, così resistenti perché concepite per resistere a eventuali cariche degli hooligans. Gabbie mortali. La calca, corpi che si schiacciano l'uno sull'altro e contro le sbarre di metallo. Qualcuno riesce a salvarsi arrampicandosi al livello superiore della gradinata, ma così una lunga ringhiera cede e una valanga umana è ormai tutto quel che si vede nella curva. Succede tutto nel giro di pochi minuti e nessuno né in campo, dove la partita inizia regolarmente, né negli altri settori dello stadio, si rende conto che ci sono gia dei morti. La partita verrà sospesa alle 15.06, quando un poliziotto segnala all'arbitro un'invasione di campo da parte di alcuni spettatori che cercano solo di evitare di morire schiacciati nella calca. Qualche agente pensa ancora che si tratti di hooligans, e ci sono cariche per respingere di nuovo i tifosi verso la tribuna.

Sulla Leppings Lane intanto è il caos, non si respira, il cuore di qualcuno ha gia smesso di battere. Dopo lunghi, interminabili minuti la polizia apre finalmente la recinzione e lascia che i tifosi del Liverpool entrino in campo. La curva si svuota, e appare chiara l'immensità della tragedia. Quel pomeriggio muoiono schiacchiate e soffocate 95 persone, un'altra spirerà nel 1993 dopo anni di coma, un'altra ancora anni dopo per le conseguenze a lungo termine delle ferite; più di 200 persone restano ferite. 79 vittime avevano meno di 30 anni, la più giovane solo 10 anni.

Ci vorranno più di vent'anni (con tanto di strumentalizzazioni selvagge) per arrivare alla verita e a una commissione d'inchiesta che faccia davvero luce su quanto successo il 15 aprile 1989 a Sheffield: a causare la strage sono state la disorganizzazione, l’incauta apertura del Gate C da parte della polizia, la totale inesperienza del sovrintendente capo e responsabile della sicurezza. E poi la rabbia che si aggiunge al dolore nello scoprire che alle 15.15 di quel giorno 59 delle persone che moriranno erano ancora vive. Forse si sarebbero potute salvare se solo i soccorsi fossero stati più veloci. La prima ambulanza arriva invece solo 9 minuti dopo che la partita è stata interrotta. Servono altri 45 minuti prima che i feriti siano portati via dalla tribuna.

Il ricordo del dramma dell’Heysel del 1985 è ancora vivo e anche per quello i tifosi del Liverpool in un primo momento sono stati considerati corresponsabili della strage. L'odioso articolo del tabloid The Sun, che quattro giorni dopo la tragedia denuncia, citando alcune testimonianze di un anonimo agente di polizia e di un membro del partito conservatore, che i tifosi del Liverpool avrebbero ostacolato i soccorsi, attaccato la polizia e i soccorritori, e persino derubato tifosi ormai morti, è un'altra pagina vergognosa. È tutto falso. Da quel giorno quasi nessuno a Liverpool legge The Sun. Solo 23 anni dopo, nel 2012, il governo riconoscerà ufficialmente le colpe della polizia del South Yorkshire, chiedendo pubblicamente scusa ai parenti delle vittime per la “doppia ingiustizia: l’incapacita di proteggere le vite dei loro cari e l'imperdonabile attesa per arrivare alla verita”.

Nessuno è mai stato condannato in un tribunale inglese per quel 15 aprile 1989. Anzi, quasi nessuno: nel 2019 il segretario dello Sheffield Wednesday ai tempi della tragedia è stato punito con un'ammenda di 6500 sterline e con il pagamento delle spese processuali per aver fallito a prevenire la ressa all'esterno della Leppings Lane e non aver dotato il settore di un adeguato numero di tornelli. Sheffield si ritrova così a essere di nuovo, per l'ennesima volta, al centro di ore angoscianti che cambiano per sempre il calcio d'Oltremanica.

Il modello inglese che ha portato la Premier League a essere il campionato più seguito al mondo nasce dopo le lacrime per Hillsborough, quando Margareth Thatcher ordina al giudice Peter Taylor di redigere un rapporto su quanto accaduto e proporre soluzioni per rendere più moderno e sicuro il mondo del pallone. Il Taylor Report, pubblicato tra il 1989 e il 1990, è quello su cui si basa il modello inglese. Se è vero che già dopo l'Heysel la lotta agli hooligans aveva cambiato passo (di fatto allontanando semplicemente dagli stadi il problema, non certo provando a risolverlo), è dopo Hillsborough che grazie al supporto statale gli stadi vengono ristrutturati o costruiti nuovi di zecca, senza più barriere e con spalti coperti. È da quel momento che saranno introdotti i posti solo rigorosamente a sedere, i biglietti nominali e sempre più costosi, i divieti di bere alcolici all'interno degli stadi, i divieti di utilizzare bandiere e fumogeni, la videosorveglianza, gli steward, la sapiente gestione del settore commerciale e soprattutto i diritti televisivi che inonderanno di liquidità tutto il sistema.

A Sheffield quel 15 aprile 1989 però finisce qualcosa: non certo il calcio, ma un'idea di calcio inglese che per decenni è apparsa immutabile. L'immagine dei corpi stesi su barelle di fortuna, ricavate dai cartelloni pubblicitari, in attesa di ambulanze che non arrivano mai, è ancora negli occhi di chi quel giorno era allo stadio o davanti alla tv. Hillsborough, Hillsborough, Hillsborough: pronunciare questa parola ancora oggi fa venire in mente ai più il disastro e le vite spezzate, prima che il glorioso e storico stadio del Wednesday.  Oggi la Premier League è il campionato più bello, ricco e seguito al mondo, con gli stadi più accessibili del pianeta, caratterizzati da un'atmosfera spesso inarrivabile. Le radici più vere sono rintracciabili nel trauma di quel giorno di metà aprile di tanti anni fa. Quel giorno di trentacinque anni fa in cui cambiò tutto, per sempre.

Hillsborough LaPresse Ap

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