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Giovedì, 18 Aprile 2024

Fabio Salamida

Giornalista

Vorrei ma non pos

Vorrei ma non pos. Dopo settimane di polemiche e attacchi a sindacati, associazioni di categoria, Banca d’Italia e a tutti quelli che avevano criticato la norma che imponeva ai cittadini di sottostare alla volontà di quei commercianti “allergici” ai pagamenti con carte di credito e bancomat (che in molti casi coincidono con quelli allergici alle ricevute fiscali… ), Giorgia Meloni ha dovuto cedere su tutta la linea. Ha ceduto all’Europa, a quell’Europa di burocrati che per anni, dai comodi scranni dell’opposizione, aveva giurato di limitare e combattere.

La soglia dei 60 euro sparisce

Sparisce dunque dalla Finanziaria la soglia di 60 euro sotto la quale negozianti, tassisti e professionisti avrebbero potuto negare pagamenti con il pos e resta la sanzione di 30 euro più il 4% della transazione per chi si ostinerà a farlo, con buona pace di tutti quelli che, a legge non ancora depositata, avevano affisso cartelli sulle vetrine o già rifiutavano la moneta elettronica al grido di “è finita la pacchia”. No, la pacchia non è finita perché “ce la chiede l’Europa” dopo averci concesso oltre duecento miliardi di aiuti, a patto che quei soldi siano spesi bene e che non si agevoli in nessun modo chi evade le tasse: abituiamoci alla formula “non in linea con gli obiettivi del PNRR”, perché nei prossimi anni potrebbe essere utilizzata molto, molto spesso. Vano ogni tentativo dell’esecutivo di salvare almeno in parte la faccia, abbassando la fatidica soglia a 30 euro: da Bruxelles devono essere stati così convincenti che nel testo della Legge di Bilancio presentato nella notte dal Ministro dell’Economia era scomparso l’intero articolo 69, che oltre alla misura anti-pos prevedeva l’innalzamento del tetto per i pagamenti in contanti a da 1.000 a 5.000 euro. A far notare la “svista” a Giancarlo Giorgetti, la capogruppo del Partito democratico alla Camera, Debora Serracchiani, a dimostrare ancora una volta che il vero punto di forza di questo Governo è la sua preziosa opposizione. E dire che la presidente del Consiglio e tutti i principali esponenti della maggioranza erano ormai sicuri di portare a casa il risultato e magari di trovare le loro facce sui “Pisa 12” di tutta Italia, insieme a quelle dei santi protettori e dei beati: Matteo Salvini anche questa volta si era distinto, definendo “rompipalle” chi paga il caffè con la carta e confessando la sua singolare passione per i prelievi allo sportello. Speriamo che non scopra mai le casse "fai da te” al supermercato perché potrebbe perderci intere giornate.

Le commissioni inesistenti

La nuova promessa di Giorgia Meloni, fatta a ferita ancora aperta, è quella di intervenire sulle famigerate commissioni. A detta dei “no pos”, i prelievi sulle transazioni impoverirebbero gli onesti commercianti togliendo loro parte dei guadagni. In realtà l’argomento è molto debole e assai vago, perché al netto dei costi di abbonamento e noleggio del lettore (che comunque sarebbero rimasti in ogni caso), in Italia le commissioni sono più basse che in altri Paesi europei (in media 0,7%) e la concorrenza tra le banche ha prodotto nel tempo una grande quantità di offerte che permettono a chi riceve pagamenti con moneta elettronica di rinunciare a pochi centesimi. Per intenderci, il tassista che rifiuta il pos stressa il cliente per una cifra che oscilla tra i 10 e i 30 centesimi su 20 euro di corsa, mentre il “rompipalle” che paga il caffè con la carta costa zero al suo barista, perché sotto i 10 euro non si pagano commissioni. E poi c’è una questione di fondo: le banche sono società private e un regime di libera concorrenza lo Stato non può imporre agli istituti i prezzi dei servizi da loro offerti; al massimo può intervenire – cosa che hanno fatto altri Governi, da Gentiloni a Draghi – sul credito di imposta, caricandosi parte delle commissioni.  

In ultimo, una riflessione che esula da numeri e articoli di legge. Quanto ha giovato al Governo e alle corporazioni che lo sostengono questa crociata contro la moneta elettronica? Probabilmente è stato un grande autogol, sia per il risultato mancato che per le probabili conseguenze: difficilmente qualcuno salirà più su un taxi con il pos “rotto” o gli concederà la sosta allo sportello, per non parlare di quanti non metteranno più piede in quegli esercizi commerciali che in queste settimane hanno palesato quelle che sarebbero state le loro intenzioni a Manovra approvata. E sono già in molti i negozianti che hanno posizionato il loro lettore in bella vista, davanti al registratore di cassa: sanno bene che il cliente è prezioso e soprattutto ha sempre ragione, un po’ come l’Europa.

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