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Lunedì, 11 Dicembre 2023

L'editoriale

Eva Elisabetta Zuccari

Giornalista

Cari millennials, ecco la pagina che vi farà sentire vecchi

Non bastava l’ultimo festival di Sanremo, incentrato dichiaratamente sulla nostalgia degli anni Novanta, a far sentire per la prima volta anziani i millennials. Né bastava l’uscita del podcast “Il decennio breve”, che negli ultimi mesi ha rimesso in fila i ricordi musicali e cinematografici di chi è stato adolescente nei primi anni Duemila. Adesso a dare il colpo di grazia ai nati tra il 1981 e il 1994 ci pensa “Mooptopio”, pagina comica di TikTok, dedicata proprio alla parodia dell'intera generazione millennial e del suo immaginario. A firmarla è la generazione z, ovvero coloro che stanno ancora vivendo il fulgore dei vent'anni proprio mentre noi siamo già alle prese coi primi acciacchi dell'età adulta. E il risultato è una caricatura così azzeccata da risultare adorabile per le stesse vittime di scherno.

La nuova generazione è meno esibizionista

È simbolico il fatto che Simone Tuccio, Emanuele Faraci, Alice Arena, Francesco Di Bona, Marta Guglielmo, Sara Cordalonga, ovvero gli ideatori del profilo, abbiano deciso di costruire la loro imitazione partendo dall’uso ossessivo - e ormai superato - che i millennials fanno dei social network. Proprio qui infatti la generazione millennial ha provato a dare il meglio di sé, mostrandosi a qualsiasi ora del giorno e della notte, con l'obiettivo di competere nella società dell'immagine in cui è cresciuta. E proprio qui - come in una sorta di contrappasso - sta dando i primi dolorosi segni di cedimento, di vecchiaia. 

La critica è proprio a quest'attaccamento alle apparenze, sulle piattaforme e non. “I millennials mostrano sui social tutto della loro vita privata”, spiegano a Today gli studenti 24enni, “dal caffè alla mattina al concerto alla sera”. “Un approccio alla tecnologia fermo al 2016, un'epoca segnata da maggior ostentazione. Nel tempo questo è cambiato: noi, generazione più giovane, condividiamo meno e viviamo di più, forse perché la pandemia ci ha insegnato sin da piccoli che tutto può sfuggire da un momento all’altro”. Provare per credere: se andate sul profilo Instagram di un 16enne, troverete pochissime Stories. Più l’età si abbassa, meno post ci sono. “Il nuovo approccio è di osservazione, più che di condivisione”, spiegano ancora. Non è un caso che TikTok proponga se stessa con la dicitura “piattaforma di video brevi” e non con quella di “social network”. 

@mooptopio_ stiamo finendo le idee, commentate solo con frasi da millennial grazie 😔 #millennial #millennials #generazionez ♬ suono originale - Chile

Quando poi sui social ci si mostra, la generazione z lo fa in una maniera dissacrante. Mentre noi millennials ci prendiamo sul serio, impegnati come siamo a dare sfoggio di una quotidianità dai contorni regolari e di una vita ben incasellata nel socialmente appetibile, i ragazzi pubblicano “perlopiù cose auto ironiche e metaforiche, anche stupide”. “Per noi i social non sono più un diario dei ricordi né uno strumento di facciata o di autoaffermazione”, precisano infatti. È insomma come se, cresciuti nell'età adulta delle piattaforme, i più giovani siano già passati alla fase successiva: la satira dell'esibizionismo. Una critica alle apparenze che va di pari passo con una estetica virtuale completamente destrutturata: al bando le foto posate e i selfie patinati, benvenuti scatti sgranati, o comunque immagini che possano suggerire disinteresse per l'ostentazione.

@mooptopio_ ma abbiamo anche dei difetti 😂😂😂😂😂 #millennial #millennials #generazionez #genz ♬ oh - CY

Musica, cinema e cause sociali 

Alzando poi lo sguardo dallo smartphone e dai social, diverso è anche l'immaginario, dalla musica al cinema. Alcuni degli sfottò più divertenti arrivano infatti proprio in merito ai miti cinematografici che hanno contribuito a formare i ragazzi degli anni dieci, su tutti Harry Potter e Game of Thrones. Oppure, fatto ancora più interessante, la critica è all'adorazione devota che abbiamo costruito nei confronti di certi cantanti simbolo, dai Negramaro a Marco Mengoni. A cambiare tra una generazione e l'altra infatti non sono stati solo i volti, ma anche l'approccio stesso ai contenuti culturali. Oggi - complice la produzione instancabile delle piattaforme streaming come Netflix e Spotify - c'è una maggior accelerazione, c'è più ricambio e, in parole povere, c'è meno tempo per costruire i divismi e ossessioni a lungo termine che hanno caratterizzato la nostra adolescenza. 

“Oggi la musica viaggia sui social, i brani diventano virali su TikTok”, continuano. “A volte capita di sentire una canzone senza però conoscere l'artista e questo fa sì che ci affezioniamo meno agli artisti e più alla musica di per sé. Prima ci si legava a nomi specifici e le fandom avevano più forza, oggi invece sperimentiamo di più anche nei gusti”. 

Oggi non c’è più l’attesa – a volte lunga anni – del nuovo capitolo delle saghe storiche dei primi anni Duemila, ma ci sono il binge watching, la molteplicità dei temi, la riduzione della durata degli episodi a quaranta minuti per assecondare una soglia dell’attenzione che è sempre più bassa: “Questa è la generazione dei film indipendenti, strani, simbolici, dei cinecomic, della Marvel, di Lars Von Trier”.

@mooptopio_ Risposta a @sara ♱ ‧₊˚✧ LOOOLL 😂😂😂 #millennials #millennial ♬ suono originale - Chile

Un altro senso del lavoro: stop allo sfruttamento 

C'è poi un altro punto su cui la generazione z sfotte la precedente in modo puntuale e provocatorio, ovvero l'approccio al lavoro. Parliamo in particolare dell'ossessione per l'auto realizzazione propria dei millennials, strutturale al punto tale da eleggere la cultura del sacrificio come stella polare, anche laddove lesiva di certi diritti: una eredità che arriva direttamente dai boomer, ma di cui i più giovani vogliono sbarazzarsi. “Noi non vogliamo più sottostare a regole non scritte di sacrificio e sofferenza né al ricatto secondo cui queste sarebbero l'unico modo per fare carriera”, aggiungono “Noi lottiamo per stipendi adeguati e contro gli straordinari non pagati, nel tentativo di distribuire in modo più equilibrato vita privata e lavoro”. Non a caso, i ragazzi si definiscono “più idealisti e più reazionari” dei cugini millennials, più interessati a “combattere per i propri diritti”, anche facendolo online. L'attenzione è alta anche su cause sociali come i cambiamenti climatici e i diritti civili. 

Tormentoni che ci facevano sentire giovani e che non fanno più ridere

Infine, c'è un'ultima cosa che mette definitivamente una pietra tombale sulla nostra giovinezza, cari millennials: la nostra ironia non fa più ridere. Proprio come una volta trovavamo infatti imbarazzanti le battute dei nostri genitori, allo stesso modo i più giovani trovano imbarazzanti (anzi "cringe") i nostri tormentoni da basic millennial. E quindi formule del tipo "pienoh", "si sboccia", "disagio", "adoroh" "ciaone", "mai ‘na gioia", che avevamo inventato e che ci facevano sentire così futuristicamente simpatici, oggi sono passate, obsolete, arretrate. Così come cominciano a diventare ripetitive, dunque inevitabilmente caricaturali, le lamentele sul corpo che cambia (la vista che cala, il fisico che non regge più l'alcool): più che autoironia, autocommiserazione. 

Come hanno reagito (male) i millennials

Anche perché sembra proprio che i millennials tutto siano fuorché una generazione autoironica. O almeno così è parso agli ideatori della pagina, ai quali sono arrivati persino insulti: “Ci hanno offeso sul personale, prendendo di mira persino il nostro aspetto fisico, ma noi volevamo solo far ridere. In questo i millennial dimostrano di non avere abbastanza consapevolezza della propria responsabilità nell’uso dei social, oltre che di essere l’ultima generazione in cui il bodyshaming è normalizzato”. 

In ogni caso, i Mooptopio ci assolvono: “I millennials sono in una fase più nostalgica della vita, tanto da essere persino troppo duri con se stessi: si dicono da soli che stanno invecchiando, quando invece hanno appena trent’anni”. Qualcosa a cui questi stessi Mooptopio dovranno però prepararsi - viene da rispondere - perché la generazione alpha è alle porte. "Ed è giusto che ogni generazione sia migliore della precedente", sottolineano loro stessi. Non a caso a colpire tra i tanti commenti arrivati in calce alla pagina è proprio quello di un follower millennial: “E’ troppo bello essere presi in giro per cose che alla fine sono simpatiche, noi attaccavamo la generazione precedente per aver distrutto il mondo”. 

@mooptopio_ WOOOOOOOOOOOO XD #millennial #millennials ♬ suono originale - Chile

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