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Giovedì, 25 Aprile 2024

Fabio Salamida

Giornalista

Le legioni di imbecilli che insultano Michela Murgia

“Se l'abnorme balenottera crepa domani sono disposto ad aprire una raccolta firme per chiedere al presidente Meloni di sospendersi dal mandato per un paio di giorni”. Quello di Alfredo è uno dei tanti commenti agghiaccianti su Michela Murgia e sul suo tumore al quarto stadio che si possono trovare in quei luoghi virtuali saturi di odio, frustrazione e invidia sociale che sono i social network. Come prevedibile, l’intervista di Aldo Cazzullo all’intellettuale, che ha affidato alle colonne del Corriere della Sera la sua preziosa testimonianza, ha prodotto le reazioni contrastanti delle due Italie: da una parte le persone perbene, che ne hanno colto il dono, il potente inno alla vita e il messaggio di speranza per chi è costretto a convivere con lo stesso male, dall’altra le “legioni di imbecilli” già raccontate da Umberto Eco, la moderna plebe semi-analfabeta digitalizzata, che ha trovato l’ennesimo pretesto per mostrare quanto sia regredito un pezzo non irrilevante del Paese.

Screen Murgia 01

Scrive Paolo su una pagina Facebook in cui l’incitamento all’odio e alla violenza viene mascherato da “satira politica”: “Da qua si capisce lo spessore umano di sto essere, ossessionata di fascistofobia e politica spiccia. Il tumore usato come pretesto per dar voce ancora ai suoi deliri campalinistici da femminista frustrata e acida. Insomma, odia più le persone che il suo tumore”; dello stesso tono il commento di Vera ("È simpatica come un calcio nei denti pure nei suoi ultimi mesi questa qua… la malattia non l'ha resa dolce”) e quelli di Mimmo (“Il karma ogni tanto fa il suo dovere) e Federico (“avevo l'impressione che la M. fosse una di quelle persone che ad acido e veleno le malattie se le costruisce cellula malata dopo cellula malata. È vittima del suo stesso veleno. Mi può umanamente dispiacere ma so che il mondo non perde una pozza di gioia”). Messaggi ripugnanti fomentati dagli stessi amministratori della pagina che in un commento arrivano a scrivere “Speriamo per tutti che a questo punto sia una cosa rapida”. Non molto diverse le reazioni che si leggono sulle pagine ufficiali di politici e giornalisti di area centrodestra che hanno commentato l’intervista, esprimendo ufficialmente una vicinanza ma lasciando campo libero alle loro basi fan allevate negli anni a disprezzare Michela Murgia e tutto ciò che rappresenta: basti pensare che sulle pagine social di Matteo Salvini, a poche ore dal post in cui si esprime solidarietà alla scrittrice, viene rilanciato un fatto di cronaca avvenuto nel 2108 in New Jersey per attaccare il “politicamente corretto” e far passare le persone transgender come potenziali stupratori di bambini.

Claudio, "fan più attivo” della pagina Facebook di Giorgia Meloni scrive: “Quella che difendeva Bibbiano dicendo che i bambini non erano dei genitori!? Non si dovrebbe dire ed è brutto mi rendo conto! Ma ogni tanto il male ci vede non prende solo alla brava gente…”. I seguaci della Presidente del Consiglio sono di fatto “telecomandati” dallo staff che cura la comunicazione dell’inquilina di Palazzo Chigi a leggere il messaggio della loro leader come una risposta affettuosa a una persona che la odia. Una sorta di lezione di stile alla stessa Michela Murgia da parte della premier, insomma. In realtà dai loro commenti emerge in modo chiaro l’effetto devastante di una certa propaganda politica su un Paese sempre più debilitato dall’analfabetismo di ritorno: l’ultima frase del post, che recita “io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo”, lasciata in pasto a un gregge digitale che pascola quotidianamente su un prato di erba avvelenata dall’odio verso il prossimo, assume così il valore di uno scherno, di una risposta piccata mascherata da augurio scritta per stimolare commenti contro la scrittrice. Commenti che ovviamente arrivano puntuali, come quello di Claudio, che sembra un riflesso condizionato più che il prodotto di una mente pensante: “Una risposta di classe anche a chi non se la meriterebbe. Ma noi siamo superiori”.

Screen Murgia 03

Non mancano i soliti complottisti e “no vax”, soprattutto su Twitter, dove le regole sono decisamente meno severe e proliferano pornografia e fake news: sotto il profilo di Nicola Porro, che da anni attacca violentemente Michela Murgia ma oggi scrive “sia lode al suo coraggio”, Antonino spiega: “col siero genico sono aumentati i tumori, ictus, malori improvvisi in modo pazzesco. Spesso li chiamano turbo tumori… non si possono fermare”. Si spinge oltre Z.Lorenz, che sfoggia una bandierina della Federazione Russa: “Io sinceramente non ci credo che stia morendo che gli rimangono pochi mesi….. solo il tempo mi dirà che ho ragione… vedreti”. Il guaio è che questi ultimi due commenti, nella loro idiozia, rispetto a tanti altri risultano quasi simpatici; sono quasi una boccata di ossigeno.

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