Altro che generale Vannacci: la star dell'estate è lo scontrino
Lo scontrino è l'argomento più letto di questa estate italiana in via di archiviazione. Altro che “Il mondo al contrario”, il libro autopubblicato da Roberto Vannacci, generale dei paracadustisti che – nella destra, soprattutto leghista, ancora in cerca d'autore – sta assumendo il ruolo di sibilla nazionale. Secondo i risultati delle citazioni su Google (almeno fino alla serata di martedì 29 agosto), “scontrino” batte “generale Vannacci” 8 milioni 890 mila a 7 milioni 110 mila. Un traguardo straordinario per il documento fiscale, che fino a pochi anni fa era il più ignorato dagli italiani.
Basta un rapido sguardo al video ufficiale di Italdisco: il tormentone musicale di The Kolors – il trio che canta “presto che non resisto” (foto sotto) – si è fermato a dieci milioni di visualizzazioni. Lo scontrino può essere insomma considerato il secondo tormentone dell'estate: al di là dei paragoni scherzosi, vale la pena capire perché.
Sul rettangolino di carta fotosensibile si sono confrontati due pezzi d'Italia: milioni di consumatori in vacanza e migliaia di commercianti e imprenditori del turismo, alle prese con i nuovi costi dell'energia e degli alimentari. Visti da fuori, sembrano avversari. Ma non è così. Il contesto che li unisce è infatti lo stesso: la prima estate di inflazione da prima repubblica, anche se i prezzi di tagliolini alle vongole, friselle e dessert qualche volta hanno superato ogni onesta giustificazione.
L'esibizionismo sui social corre più dell'inflazione
Secondo la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, i prezzi nel menù sono aumentati in media dell'11 per cento rispetto alle ultime due estati: nel frattempo, però, l'inflazione è cresciuta del 14 per cento, le materie prime alimentari del 22 e, in particolare, la pasta di oltre il 34 per cento. Comunque, tanto successo di pubblico dimostra che la richiesta e il controllo dello scontrino sono entrati nelle abitudini quotidiane degli italiani. Almeno durante le loro vacanze.
Siamo ormai lontani dalle stagioni di fine Novecento quando, per convincere commercianti e clienti a far funzionare i registratori di cassa, la guardia di finanza all'uscita dei bar multava la vendita in nero di ogni singolo ghiacciolo. E questa è una conquista civile, per un Paese in cui l'evasione fiscale ancora oggi impoverisce i pubblici servizi.
C'è poi la questione dell'esibizionismo sui social: quella vetrina globale nella quale ogni iscritto sogna di diventare famoso e, almeno per un giorno, virale come una star. E qui la rete ha premiato con un'incredibile popolarità scontrini che in realtà scoprivano che l'acqua è bagnata. Noi infatti, che dobbiamo centellinare il bilancio familiare, non facciamo vacanze a Portofino e nemmeno a Cortina, Courmayeur o in Costa Smeralda. Semplicemente perché non ci possiamo permettere nemmeno una cena o una notte in questi resort a cinque stelle lusso da svenimento: tra l'altro, con la mia utilitaria darei inesorabilmente nell'occhio già nel parcheggio.
Mare e lago, le riserve dorate dei divi in Ferrari
Non per questo provo invidia nei confronti di quanti trascorrono le ferie in luoghi costosi. Anzi, trovo la loro esistenza perfino utile per contenere i vip e l'indotto in quelle poche riserve dorate: se yacht, Ferrari e Rolls-Royce cominciassero a diffondersi a Igea Marina, Caorle o Sabaudia, assisteremmo all'aumento dei prezzi anche in quelle località, finora – per nostra fortuna – molto più accessibili. Ed è quanto è accaduto negli ultimi due decenni a Forte dei Marmi. Oppure nei borghi di Bellagio (foto sotto) e Varenna sul lago di Como, frequentati dai divi di Hollywood come George Clooney, oggi difficilmente avvicinabili in alta stagione da un portafoglio comune. Il problema nasce quando il gestore di un lido popolare si autopromuove chef stellato e alza i prezzi a cifre da capogiro, come abbiamo raccontato qualche giorno fa.
Quindi uno scontrino in Sardegna a Porto Cervo, da 30 euro a caffè più bottiglietta d'acqua, non dovrebbe scandalizzarci più di tanto. Il prezzo infatti dovrebbe essere esposto sul menù: in altre parole, se ti siedi e ordini, hai già accettato il costo. Ma certo, vedere in fotografia lo scontrino più popolare dell'estate ha scatenato i pollici degli italiani che si sono esibiti in commenti, condivisioni e il solito disappunto. E questo ha fatto nascere un vero e proprio genere social che, oltre a quella presunta ingenuità da Alice nel paese delle meraviglie che spesso accompagna l'indignazione in rete, ha generato un'ondata di sana ironia.
Come a Vasto, in Abruzzo: dove una pizzeria, prima del totale, inserisce nel conto “sorriso e cortesia”, ma a costo zero. Oppure la gag pubblicata da Davide Santocchi di Pompei: “Chiedono al cameriere che ore sono e si ritrovano 50 euro in più sul conto. Il cameriere si difende: è un orologio difficile da leggere...”. Ma nelle pieghe dell'umorismo, appare la realtà: un'Italia che confonde il lavoro con la cortesia (dal punto di vista dei consumatori) e, viceversa, la cortesia con il lavoro (dal punto di vista dei commercianti).
La moglie che fa litigare sindaco e benzinaio
Tra i tanti, merita una citazione Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano, dodicimila abitanti in provincia di Treviso. Il politico si lamenta su Facebook, dopo un piccolo tamponamento che ha coinvolto la moglie e la figlia di quattro anni: nessuna conseguenza per le persone, ma la paralisi dell'auto per una deformazione del paraurti. Interviene il dipendente di un vicino distributore di benzina e in pochissimi minuti, secondo la versione di Della Porta, la ruota è libera di girare. Un gesto di dovuta gentilezza gratuita, sostiene il sindaco, nei confronti di una mamma e una bimba spaventate per il piccolo incidente. Un servizio che andava pagato, secondo il gestore del distributore, che si fa dare due banconote da cinque euro e scatena la protesta pubblica del suo primo cittadino.
Immancabile, la foto in primo piano del protagonista: lo scontrino da dieci euro, 1,80 di Iva, rilasciato alle 10.55 di venerdì 25 agosto (qui sopra). Se il distributore fosse stato chiuso per ferie, il soccorso stradale sarebbe sicuramente costato molto di più. Ciascuno di noi ha i criteri culturali per stabilire se abbia ragione il sindaco oppure il benzinaio. Ma una gentilezza di fine agosto non meritava almeno una mancia?
Un salto indietro di un mese, da dove tutto è cominciato. Quando a Gera Lario, ventosa località sul lago di Como amata dai kitesurfisti di mezza Europa, un bar si guadagna la popolarità nazionale facendo pagare due euro il taglio di un toast a metà. E dà il via alla moda dello scontrino pazzo. Proviamo però a vedere la storia dalla parte dell'imprenditore, costi delle materie prime e tasse inclusi. Giornata affollata dall'alta stagione. Due turisti si siedono a un tavolino e invece di ordinare per due, ordinano per uno: un piatto con toast vegetariano e patatine 7,50 euro, Coca Cola 3,50, acqua gasata 1,50, caffè 1,20.
E il mondo dell'astrofisico Gabriele Ghisellini
Stando allo scontrino, i prezzi includono già il coperto e il servizio al tavolo. Quindi arriva la richiesta salomonica di dividere in due il toast. Voi, mentre altri clienti attendono impazienti di sedersi, al posto del barista cosa avreste fatto? Totale, compresi i due euro di servizio per il taglio, 15 euro e 70 centesimi: 7,85 a testa per un pasto. Immagino che i due turisti non torneranno più in quel bar. Ma anche che il proprietario del locale sia felice di perdere due clienti così.
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Ora che affronteremo gli aumenti dell'autunno, la rassegna di scontrini e fatture dovrebbe continuare: con l'idraulico, il meccanico, il fruttivendolo, il supermercato sotto casa. Ma se piuttosto che leggere sui social le micropagine stampate dal registratore di cassa preferite ancora il vecchio libro, oppure se non vi ha soddisfatti il generale Vannacci (foto sopra, con il ministro Matteo Salvini), vi consiglio un titolo che mi ha tenuto compagnia durante queste settimane di scontrinofollia: “E luce fu”, il saggio per tutti scritto dall'astrofisico Gabriele Ghisellini (Hoepli). Almeno non parla di politica ma, tra i tanti fenomeni dell'universo, spiega la meravigliosa origine del nostro mondo. Diritto o contrario che sia.