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Sabato, 20 Aprile 2024

Giovanni Pizzocolo

Giornalista Brescia

E dopo i consigli per gli acquisti, il presidente Volodymyr Zelensky

Il video, ora la letterina. Come sempre, in Italia, ogni cosa si tramuta in farsa. Non c'era nulla di male, nel trasmettere a Sanremo un messaggio video del presidente ucraino Zelensky; pure in diretta. Siamo abituati, anzi, siamo stati cresciuti, a mischiare drammi e tragedie con i consigli per gli acquisti. Novemila morti in un terremoto e, subito dopo, la pubblicità della Littizzetto che cattura la polvere. Una strage in una scuola statunitense, il gusto di diventare grandi con il cioccolato fatto apposta per i ragazzi. Poi l'ennesimo massacro in Palestina, solo un attimo prima di sentirsi in forma con l'olio cuore.

Semplicemente: il consumismo, la grande livella di questa nostra vita da clienti e spettatori. Abbiamo guardato più minuti di telegiornale o più minuti di pubblicità, il 24 febbraio dello scorso anno, quanto la Russia ha invaso l'Ucraina? Già la sapete, la risposta. E allora, il povero Zelensky, cosa ha fatto di male? Le vedevo bene le sue magliette da militare, ma sempre pulite e sempre stirate (fanno molto Hugo Chavez), tra i vestiti in taffetà della Ferragni, il velluto rosso di Morandi e le false risate di Amadeus. Subito dopo il suo intervento, tra gli applausi del pubblico incartapecorito e polsi segnati dai Rolex, magari la pubblicità di Eni Luce e (soprattutto) Gas. Ecco, Sanremo faceva benissimo ad ospitarlo.

Il problema, semmai, è tutto di Zelensky: mentre i suoi connazionali muoiono al fronte come foglie, lui trova l'indecente coraggio di mettersi in posa su Vogue e di chiedere a Bruno Vespa (ripeto, Bruno Vespa) di voler intervenire al festival della canzone italiana, per parlare dei crimini russi dallo stesso palco in cui urlano Gianluca Grignani e i Cugini di Campagna. La guerra nell'avanspettacolo, l'avanspettacolo della guerra. La tragicità di un popolo diluita come un dado Star (ops, pubblicità) in un frivolo intrattenimento canterino. Come una barzelletta raccontata a un funerale, ma all'incontrario. Come Modugno che canta "Nel blu, dipinto di blu", ma a volare alte nel cielo infinito sono solo le bombe.

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