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Venerdì, 29 Marzo 2024

Il commento

Nicola Bossi

Direttore Responsabile

Dimostrate coi fatti che Saviano si sbaglia

"Bastardi": così e molto altro ha ribattezzato lo scrittore Roberto Saviano in primis Matteo Salvini e poi anche Giorgia Meloni (ora presidente del Consiglio dei ministri) a riguardo delle politiche di gestione e contenimento dei barconi caldeggiate dai due esponenti del centrodestra ora al Governo del Paese. Barconi che, tutti i giorni da anni ormai, approdano sulle coste italiane portando in salvo rifugiati e perseguitati veri (da accogliere senza se e senza ma, come prevedono codici, accordi e leggi varie) e altri (molti) migranti (spesso senza documenti) e provenienti da Paesi poveri, ma non in guerra o sotto una dittatura.

Bastardi perchè, da esponenti di destra, erano e sono coerenti con i programmi dei loro rispettivi partiti che ovviamente possono piacere o no. Bastardi perchè l'accoglienza deve essere totale, più forte delle leggi e più forte anche della complessa gestione sanitaria, di mobilità (verso altri Stati) e di prospettive di vita direttamente collegate al fenomeno migratorio che sceglie il nostro Paese come approdo. Ovviamente, questo, secondo Saviano. Dell'idea opposta Salvini e Meloni che rappresentano e prendono il voto del 35% per cento di coloro che ancora si recano alle urne. Il Paese su questi temi, come lo ius soli, è spaccato a metà. E quel "bastardi" poi è finito in tribunale per volontà dei due leader della destra italiano. Un boccone succulento per i media italiani, per grafomani dei social e per i partiti in perenne campagna elettorale. L’udienza è durata pochi minuti ed è stata aggiornata al 12 dicembre sempre davanti al tribunale monocratico. Ma sufficienti per fare cassa, gran cassa e portare a casa la giornata conquistando like, lettori e reputazione per tutti gli attori in gioco: sia per i diretti protagonisti, ma anche per le comparse in cerca d'autore. Abbiamo tutti famiglia.

Quel "ministro della malavita"

Domani tutto passerà, domani sarà un altro giorno... dove pescare altre offese, altre battaglie e altre futili storie che, essendo banali, permettono a tutti di scrivere e pontificare - come il sottoscritto, sia chiaro - a differenza di temi come sviluppo, caro-bollette, strategie per l'occupazione e anche il taglio delle tasse come e dove trovare le risorse per farlo. Bastardi o anche altro come il ministro della Malavita - sempre parole dello scrittore Saviano e altro processo in vista - sono offese, pesanti anche. Suvvia è talmente palese che solo una sentenza cervellotica e ideologica può trasformare in altro. Io capisco anche che le offese fanno male, ti accendono dentro come un incendio, rischiano persino di scatenare reazioni peggiori rispetto all'offesa originaria. Le querele e le cause "tra nemici" non si contano più. Nemici di condominio, di contrada, di associazione e ovviamente rivali in politica (locale e nazionale). (Con i social e con la crescita dei media online che permettono di commentare, giudicare e offendere in prima persona o dietro maschere virtuali, la situazione è decisamente peggiorata. In questo mondo virtuale, dove la platea è vasta, la reazione per alcuni è un obbligo sociale per non cancellare quell'accusa del nemico di turno). Ma detto tutto questo... mi permetto di dare un consiglio - da non nemico ma da giornalista e cittadino liberale convinto e nemico invece delle ideologie contro e non per... - alla presidente Giorgia Meloni e al ministro Matteo Salvini: "Chiamate i vostri avvocati e date mandato a togliere questa e altre querele su Saviano e altri intellettuali o politici che, con offese, presunte o tali, si contrappongono ai vostri programmi e al Governo di centrodestra".

Ora al Governo, facciano parlare i fatti

Perchè? Semplice: ora state al Governo del Paese, nel momento più difficile, e quindi potete rispondere ad offese o pregiudizi con i risultati conquistati sul campo, con innovazione e leggi, portando avanti anche battaglie scomode come quello su clandestinità e incentivi alla natalità. Non si può piacere a tutti. Siete al Governo avendo detto ai quattro venti di voler cambiare marcia e quindi il cambiamento passa anche per la forma: rinunciare ad alimentare conflitti per impegnarsi, senza distrazioni, ai problemi reali degli italiani. Quelle offese sono il passato, tra poche ore saranno dimenticate. E allora che senso ha intasare un tribunale con queste guerre da cortile? Presidente e Ministro avrete sempre due popoli: chi vi ama e chi vi odia profondamente. È il prezzo da pagare a certi livelli. Ora avete l'onore di Governare l'Italia, non siete più semplicemente dei leader di parte, e in più avete tutti gli strumenti per ribattere sui temi a chi non vi è amico. E poi la storia insegna: gli intellettuali, gli scrittori e i pensatori - Saviano compreso - non vanno mai censurati, anche quando offendono. Non vanno mai querelati per un "bastardo in più o meno". Sono voci critiche, sono il sale della democrazia. Un buon governo, se convinto delle proprie azioni, deve augurare sempre lunga vita ai nemici nella speranza di dimostrargli, nel tempo, con numeri e fatti chi era dalla parte giusta e chi no.

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