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Giovedì, 28 Marzo 2024

Oltre la propaganda

Fabio Salamida

Giornalista

Così stanno aumentando gli sbarchi

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, un mare calmo, ideale per la navigazione. Mentre il signor Giorgia cerca di mettere un’improbabile pezza sulla storia delle famigerate accise, provando con la sua “Smemoranda” a smentire il suo stesso programma elettorale che ne prevedeva il taglio, altri numeri incombono sulla sua complicata luna di miele. Numeri che forse imbarazzano più di quei 18 centesimi di aumento medio sul prezzo al litro del carburante, numeri che colpiscono al cuore il cavallo di battaglia della propaganda delle destre: il respingimento dei migranti e la criminalizzazione di chi li salva e li assiste. Chi dai banchi dell’opposizione sventolava cartelli con la scritta “blocco navale subito” e condiva i suoi interventi con urla sguaiate, deve ora fare i conti con la realtà, una realtà decisamente più complessa di quella virtuale costruita sui social network per fomentare persone deluse dalla vita contro dei famigerati “invasori”.

Con il Governo Meloni sono aumentati notevolmente gli sbarchi, lo conferma l’analisi redatta dal ricercatore dell’ispi Matteo Villa, che ha elaborato i dati partendo dal 22 ottobre scorso, giorno di insediamento del nuovo esecutivo: da quella data sono infatti arrivati nel nostro Paese 31.454 migranti, contro i 19.008 dello stesso periodo dell’anno scorso. A questi, si aggiungono i 3.709 registrati dall’inizio dell’anno, un numero impressionante se paragonato a quello dei primi giorni del 2022, quando sbarcarono 378 persone. Un aumento esponenziale che non tiene conto degli arrivi da terra, anch’essi in forte aumento. Mentre il ministro Piantedosi si accanisce contro le Ong, che in questi mesi hanno gestito meno del 10% dei salvataggi in mare, costringendo le loro imbarcazioni a circumnavigare lo Stivale, i dati pubblicati dal Viminale nel bollettino quotidiano raccontano il suo impietoso fallimento.

L'errata teoria del Pull Factor

Un falimento che conferma quanto la cosiddetta teoria del pull factor, ovvero quella secondo cui il lavoro delle Ong sarebbe un “fattore d’attrazione” per le partenze dei migranti, sia una colossale idiozia buona per fare propaganda alla sagra dello Stocco di Mammola, ma totalmente scollegata dalla realtà: gli sbarchi aumentano quando i flussi esistenti incrociano condizioni meteorologiche favorevoli che rendono più agevoli le traversate in mare. I migranti partono perché le condizioni di vita nei loro Paesi di origine non lasciano loro alcun margine di scelta; partono perché nel luogo dove sono nati – per motivi che vanno dalle guerre ai cambiamenti climatici, passando per vecchie e nuove forme di colonialismo dei Paesi ricchi, compreso il nostro – in molti casi scarseggia il cibo, scarseggia l’acqua e si muore di malattie che in questa parte del mondo si curano con un antibiotico; partono sapendo che attraversando migliaia di chilometri prima via terra e poi via mare rischieranno di essere rapiti, torturati, stuprati, ammassati come bestie in un centro di detenzione; partono senza leggere i decreti del Governo Italiano in carica, senza conoscere il nome del Ministro dell’Interno, senza sapere se l’imbarcazione fatiscente sulla quale saranno costretti a salire arriverà a destinazione o se sarà intercettata da una vedetta della Guardia Di Finanza, da un mezzo della Guardia Costiera o da una nave di una Ong; partono perché i flussi migratori ci sono sempre stati e non possono essere fermati: quello che si può fare è gestirli in maniera razionale, evitando di aggiungere sofferenze a chi è costretto a migrare e situazioni di disagio ai cittadini del Paese che ospita.

Gli sbarchi selettivi

La destra italiana, storicamente, ha miseramente fallito nella gestione dei flussi migratori: dalla legge Bossi-Fini alla firma del Trattato di Dublino da parte del Governo Berlusconi, dai deliranti “decreti sicurezza” di Salvini (su cui lavorò alacremente l’attuale ministro Piantedosi…) alla bislacca idea degli “sbarchi selettivi”, fortunatamente abortita, i partiti attualmente al Governo hanno sempre peggiorato la situazione, salvo poi impostare la loro propaganda sui disagi figli dei loro stessi disastri. Dopo appena tre mesi di Governo, la “Smemoranda” di Giorgia è già piena di fallimenti, di promesse tradite, di improbabili “spiegoni” in politichese per nascondere la dura realtà. Tra tutti i fallimenti, quelli del presente e quelli del prossimo futuro, quello sugli sbarchi dei migranti brucia di più, perché al netto dei numeri potrebbe svelare a tanti suoi elettori una scomoda verità: non esiste nessuna “invasione”.

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