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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

E così il governo fermò la siccità con le multe

"Il popolo non ha acqua". "E voi fategli le multe". La risposta del governo Meloni alla siccità si può sintetizzare con questa citazione storica riadattata alle contingenze, una revisione della frase "Se non hanno più pane, che mangino brioche", erroneamente attribuita alla regina Maria Antonietta d'Asburgo che avrebbe risposto così a una rivolta del popolo affamato. Tornando ai giorni nostri, il Nord Italia ha sete d'acqua, ormai da più un anno, e da tempo si attendono interventi sul territorio per affrontare una crisi idrica che non è più un'emergenza: è strutturale. Da oltre un mese il governo Meloni annuncia decreti e nomine di commissari straordinari, ma fin ora le multe rappresentano la misura più concreta prodotta. Multe e divieti fanno parte di una strategia che il governo ha già applicato in altri casi e a cui Giorgia Meloni pare affezionata. Serviranno?

"Multare e vietare", il nuovo law and order italiano

È evidente la passione del governo Meloni per le multe e i divieti, per un Law and order tutto italiano. Dall'inizio della legislatura sono già diversi i "divieti di" e le "multe per" prodotti da Palazzo Chigi: rave party, ong, carne sintetica, insetti, riconoscimenti dei figli delle coppie omogenitoriali. Ci sarebbe anche la proposta di legge per multare l'uso di parole straniere che non viene direttamente dal governo ma da uno dei membri di Fratelli d'Italia, che è pur sempre il principale partito di maggioranza. 

L'ultima multa riguarda la siccità: nell'ultimo decreto acqua approvato dal Consiglio dei ministri sono previste multe "fino a 50mila euro per chi estrae e utilizza acqua pubblica senza autorizzazione". L'intento di preservare l'acqua pubblica è nobile e nel decreto sono presenti anche altre misure sulla crisi idrica, ma di portata generale e soprattutto tardive, come un "Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica" e l'istituzione di una "Cabina di regia". Eppure sappiamo da tempo cosa si può fare contro la siccità. 

La siccità non aspetta le multe

La siccità non aspetta. Dopo l'approvazione del decreto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto sui suoi canali social che "da circa 20 anni l’Italia è vittima di un problema ciclico legato alla siccità" e che "nessun governo aveva scelto di affrontarlo in modo strutturale fino a ora: noi scegliamo di farlo prima che diventi una emergenza".

In realtà la siccità non è più un'emergenza, ma una realtà consolidata che fa parte del territorio nazionale ormai dal 2021, soprattutto al Nord Italia. E può andare solo peggio a causa dei cambiamenti climatici su cui il governo si sta mostrando ambiguo. In più, il riferimento di Meloni alla "ciclicità" è una conferma dei timori sulle politiche energetiche del governo e suggerisce una visione banalizzante dei problemi climatici, come se fossero dettati dal caso. 

Per di più, l'acqua sta mancando nella Pianura padana, proprio dove si produce un terzo del Made in Italy che tanto si dice di voler tutelare - con altre multe, chiaro -.

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Ma oltre i proclami, a oggi le multe rappresentano quanto fatto di concreto dal governo contro la siccità: poco. Eppure sappiamo da tempo cosa si dovrebbe fare: "Di fronte alla crisi climatica non solo è necessario realizzare nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia sul territorio. Bisogna efficientare la rete idraulica esistente, completando gli schemi idrici e ripulendo bacini". A parlare è Francesco Vincenzi, presidente di Anbi: dal 2017 Coldiretti e Anbi propongono il Piano Laghetti, una rete di piccoli e medi invasi sul territorio per aumentare la capacità di trattenere e distribuire acqua quando ce n'è più di bisogno.

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È da oltre un mese che il governo parla di un "decreto acqua" e di un commissario straordinario: ora sapremo che ce ne sarà uno, oltre a una cabina di regia. Bene, ma non è niente di risolutivo: siamo ad aprile e la situazione è ulteriormente peggiorata rispetto al 2022, l'anno più siccitoso dal 1961.

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Anche i governi precedenti non hanno fatto nulla? Vero, ma non è un buon motivo continuare, per di più nascondendosi dietro decisioni utili solo a costruire la maschera da duro che il governo Meloni si è messo sul volto. E speriamo non copra gli occhi di fronte ai problemi veri del Paese. Che "Fare e risolvere" è meglio di "multare e vietare": basta guardare in faccia le cose, senza maschera. 

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