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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Covid: Ricerca, per manager investimenti per digitalizzazione al 1° posto in spesa Ngeu


Roma, 18 feb. (Labitalia) - Gli investimenti in una digitalizzazione avanzata della Pa e dei servizi sono al primo posto per i manager italiani tra le priorità di investimento delle risorse destinate all’Italia dal Next generation Eu. E' uno dei dati che emergono dall'indagine 'La sostenibilità competitiva', curata dall’Osservatorio 4.Manager, e presentata da Federmanager in occasione del web talk 'Il valore della sostenibilità. Impatti strategici e strumenti operativi per imprese e manager', organizzato in collaborazione con 4.Manager ed Esgr. La survey è stata rivolta a 954 manager iscritti a Federmanager, intervistati dall’osservatorio dal 1° al 12 febbraio, che vanno ad aggiungersi ai 1.121 che componevano il campione della precedente survey tematica, condotta nei mesi di ottobre e novembre 2020.


Interrogati sulle priorità di investimento delle risorse destinate all’Italia dal Next generation Eu, quindi, i manager hanno espresso le seguenti preferenze: al primo posto ci sono gli investimenti in una digitalizzazione avanzata della Pa e dei servizi (per il 74,6% degli intervistati, +3,2 rispetto alla precedente rilevazione). Al secondo posto gli investimenti che favoriscano un adattamento dei sistemi educativi per supportare le competenze digitali (per il 53,0% del campione), a seguire, poi, gli investimenti finalizzati alla diffusione, in tutte le regioni italiane, di servizi di connettività a banda larga (reti in fibra e 5G) per imprese, famiglie e Pa (per il 47,1% dei rispondenti, dato che sale al 52,9% nel caso dei manager che operano nelle Pmi).


Nonostante il difficile momento segnato dalle urgenze indotte dalla crisi economica, emerge inoltre un 43% di manager che ritiene sia necessario che il Paese investa in incentivi per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. La sostenibilità è un driver obbligato per lo sviluppo, dicono i manager. Gli intervistati ritengono infatti che non adeguare le aziende ai paradigmi della sostenibilità comporti conseguenze da scongiurare, (cfr. grafico sottostante). Rischiano “minori spazi di mercato” (per il 67,1% del campione), “forti limitazioni operative per le imprese a causa di normative sempre più rigorose” (66,5%) e “minore accesso ai finanziamenti” (40,1%, +7,9% rispetto alla precedente rilevazione).


Federmanager ha inteso inoltre rilevare cosa le aziende stiano pianificando o abbiano intenzione di realizzare, in termini di investimenti e di attività strategiche, per il periodo post pandemico. Al primo posto, tra gli investimenti aziendali prioritari, quelli in nuovi prodotti e servizi da offrire ai clienti (per il 58,6% degli intervistati); seguono investimenti in attività di ricerca e sviluppo (30,3%), quindi quelli in innovazione dei processi produttivi e innovazione dei processi di marketing e/o vendita (rispettivamente al terzo e al quarto posto della classifica con il 25,7 e il 22,3%). Nonostante questa chiara indicazione di priorità, l’attenzione all’ambiente conquista un posto non trascurabile nella classifica, con il 17,8% del campione intenzionato a investire in sostenibilità ed economia circolare. In merito alle attività strategiche per il futuro, i dati riportano le tendenze che caratterizzano l’intera indagine: al primo posto, tra le priorità, la trasformazione digitale (per il 35,4% del campione), poi la diversificazione del mix di prodotti e servizi venduti (per il 28,4% degli intervistati) che rispecchia le intenzioni di investire in nuovi prodotti e servizi. Le attività strategiche finalizzate alla sostenibilità e all’economia circolare interessano invece il 19,7% del campione.


Dalla lettura complessiva della survey, si notano infine alcuni dati emblematici dell’attuale momento di crisi del sistema produttivo. L’11,8% degli intervistati non ha in programma alcun investimento e il 9,8% non ha in programma alcuna azione strategica. Queste risposte evidenziano la condizione di alcune realtà imprenditoriali, in difficoltà tali da non riuscire a prospettare investimenti e attività strategiche per il futuro. Del resto, tra i temi più urgenti per il campione al fine di favorire uno sviluppo sostenibile, spicca il balzo in classifica della “crescita economica”: adesso è “molto urgente” per il 58,7% degli intervistati, registrando un +19,8% rispetto alla precedente rilevazione effettuata a ottobre/novembre 2020.


La crescita si colloca ora al secondo posto della classifica, eguagliando per urgenza percepita un tema come il 'contrasto della corruzione amministrativa' (in calo dell’1,9% rispetto alla precedente survey) e ponendosi solo due punti percentuali sotto 'l’accesso a un’istruzione di qualità' (che registra un -4% rispetto alla prima wave dell’indagine). L’istruzione, da quella di base fino alla formazione di competenze specifiche, mantiene dunque un’importanza prioritaria per la platea dei manager, nonostante le inevitabili preoccupazioni legate a temi di carattere più strettamente economico.


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