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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ecommerce: Restoremedia, primo network di siti dedicato alla food industry


Milano, 27 mag. (Labitalia) - ReStore, azienda leader nello sviluppo di piattaforme digitali per la Gdo e la Do, lancia Restoremedia, il primo network di siti ecommerce dedicato alla food industry e ai centri media per la pianificazione di campagne di advertising che ottimizzerà gli investimenti dei brand consentendogli di attirare l’attenzione del cliente digitale sui propri prodotti. "Restoremedia - dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Ottavio Bardari, director di Restoremedia - è la nuova concessionaria di ReStore che gestisce la vendita degli spazi pubblicitari all'interno dei siti ecommerce dei supermercati, nata con un obiettivo: creare innovazione. Negli ultimi 5 anni Restore ha collaborato con importanti realtà della grande distribuzione per le quali ha realizzato i propri siti di commercio elettronico, tra le quali ricordiamo Carrefour, Gruppo VéGé, Despar, Decò e tanti altri. Forti di questa esperienza, abbiamo deciso di intraprendere una nuova sfida cogliendo un’opportunità che il mercato ci offriva".


"Mi riferisco - puntualizza - alla necessità da parte dell’industria di marca di continuare a dialogare col proprio consumatore anche in un mondo digitale. Stiamo quindi costruendo un network di sempre maggior rilievo, a cui hanno già aderito diverse insegne della Gdo italiana: Despar, Decò, MioMercato, Sidis, Maiora e Nonna Isa e molte altre aderiranno nei prossimi mesi. Da sempre l’industria di marca realizza attività sui punti vendita fisici delle catene di supermercati, per creare un dialogo con il consumatore finale".


"Attraverso anni di analisi del dato e del comportamento del consumatore online - spiega - Restoremedia mette a disposizione dell’industria una serie di formati pubblicitari e realizza attività digitali all’interno dei siti che fanno parte del proprio circuito con lo scopo di mettere in evidenza il prodotto del brand oggetto di campagna. Questa attività porta beneficio a tutti gli attori coinvolti: da un lato, l’industria riesce a dare risalto al proprio marchio e al proprio prodotto e l’insegna spinge le proprie vendite; dall’altro, il cliente ha la possibilità di venire a conoscenza di nuovi lanci di prodotto o di approfondire la qualità dello stesso attraverso l’inserimento di contenuti video e audio".


Ma chi è il consumatore digitale con cui i brand potranno entrare in contatto attraverso Restoremedia? "Quando pensiamo al consumatore digitale - chiarisce - o, come si usa definirlo oggi, il 'consumatore omnichannel', non dobbiamo immaginarlo come un alieno che per la prima volta si trovi a fare la spesa online. Il consumatore digitale siamo noi, cambiano semplicemente le nostre abitudini e il tempo che abbiamo da dedicare agli acquisti quotidiani. Il consumatore non smetterà di frequentare anche il punto vendita fisico ma vi affiancherà acquisti online in base alla propria disponibilità di tempo e a seconda dei propri impegni".


"Quello che sicuramente abbiamo imparato - aggiunge - nell’analisi delle sue abitudini è che ha un comportamento anarchico. Immaginate cosa accade quando entrate in un supermercato: un percorso chiaro e semi-obbligato vi guida tra i reparti. Online tutto questo non esiste. L’utente spesso parte dal classico prodotto che nello store tradizionale trova alla fine della sua spesa, l’acqua. L’utente online - prosegue - è anche un utente pigro, che riparte dai propri ordini e che, come Google ci ha abituato a fare, utilizza la barra di ricerca, cercando i prodotti per categoria e non per marca. Più di tutto, quello online è un cliente che sceglie l’ecommerce perché vuole un servizio, non cerca lo sconto o la promozione ma vuole delegare ad un terzo la parte meno esperienziale (e faticosa) dell’acquisto, cioè la consegna a domicilio".


"Partendo dal profilo e dallo studio del comportamento del cliente digitale - chiarisce Ottavio Bardari - Restoremedia ha realizzato diverse attività che hanno lo scopo di mettere in evidenza il prodotto oggetto di campagna del brand, in modo che il nostro cliente 'anarchico' possa notarlo e sceglierlo. Questo tipo di comunicazione è assolutamente innovativa ed è l’unica che, ad oggi, permette di dialogare e catturare l’attenzione del cliente nel momento esatto in cui sta facendo acquisti e inserendo i prodotti nel proprio carrello della spesa".


"Le modalità di ingaggio - continua - sono molteplici. Molto apprezzato dal cliente e dall’industria è il formato shop in shop con il quale, come dice il nome, creiamo un 'negozio nel negozio' dedicato solo ai prodotti di un brand. La forza di questo format è duplice. Da un lato, si porta il cliente che sta scegliendo cosa acquistare in un ambiente che resta sempre all’interno del sito ecommerce ma in cui sono raggruppati solo i prodotti del brand in campagna; dall’altro, all’interno di questi veri e propri mini-siti possiamo inserire qualunque tipologia di contenuto che invogli e spieghi al cliente perché scegliere quei prodotti invece che quelli dei competitor. Una volta inserito il prodotto nel carrello il più è fatto. L’utente, come dicevo prima, è pigro e si fida delle proprie scelte e riparte dai propri ordini. Se ti sceglie una prima volta, con buona probabilità ripeterà l’acquisto".


"Il settore della grande distribuzione in Italia - osserva - vive oggi un momento effervescente sotto il profilo dell’innovazione. Si percepisce curiosità e voglia di sperimentare e finalmente l’ecommerce si sta sviluppando su tutto il territorio nazionale e non solo nelle grandi metropoli. E' vero che in termini proporzionali pesa un paio di punti percentuali sul fatturato delle insegne della Gdo, ma è anche un dato in costante crescita che nei prossimi anni si stima raggiungerà la doppia cifra".


"L’utente modifica le proprie abitudini e avere un servizio di ecommerce permetterà alle aziende di acquisire nuove quote di mercato e di difendere le proprie, adeguandosi alle mutate richieste della propria clientela. L’ecommerce sarà ritenuto un servizio indispensabile. Oggi sarebbe impensabile entrare in un supermercato e non poter pagare con la carta. Lo stesso accadrà per il servizio di ecommerce", dice. "In questo processo di innovazione - assicura Ottavio Bardari - possiamo dire di aver dato il nostro contributo nel rendere accessibile a qualunque tipo di azienda, dalla multinazionale a quella più piccola e padronale, anche attraverso Restoremedia, la possibilità di intraprendere questa strada e di avere nell’industria di marca un partner che la sostenga attraverso attività digitali mirate alla conoscenza e al dialogo con il consumatore digitale".


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