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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Fase 3: Areté, timori di contagio spingono ancora la mobilità individuale


Roma, 28 lug. (Labitalia) - Ben 7 italiani su 10, complice ancora il timore di contagi, indicano l’auto come il mezzo di trasporto preferito per i propri spostamenti. Il 12% si affida alle 2 ruote (equamente ripartito tra bici e scooter), il 2% a monopattini e car sharing. Aumenta la propensione per l’acquisto di auto elettriche ed ibride (il 60% le preferisce per ragioni di risparmio economico e minore inquinamento). Whatsapp e test drive a domicilio, i nuovi strumenti del concessionario per avvicinare i clienti. Sono questi i principali trend che emergono dalla nuova survey mensile 'Come cambiano le abitudini ai tempi del Covid', condotta a cavallo tra i mesi di giugno e luglio da Areté (azienda leader nella consulenza strategica fondata da Massimo Ghenzer) per fotografare i cambiamenti in atto nel mondo della mobilità.


L’indice di fiducia degli italiani per l’auto resta ai massimi livelli dall’inizio della pandemia: il 69% la indica quale mezzo di trasporto preferito per i propri spostamenti abituali. Di questi il 20% la sceglie per evitare qualsiasi rischio di contagio. La restante quota di mobilità del 31% se la contendono, ad esclusione del 9% di persone che si muovono prevalentemente a piedi, i mezzi pubblici (indicati dal 7% del campione), bicicletta e scooter (entrambi al 6%), monopattini condivisi e car sharing (entrambi all’1%).


Complice la crescente offerta sul mercato di modelli ibridi (a prezzi sempre più contenuti) e il dibattito sul tema incentivi di queste settimane, aumenta in modo significativo la propensione all’acquisto di vetture elettrificate (ibrido + elettrico): 6 automobilisti su 10 si dicono favorevoli all’acquisto di queste auto. Il 55% di questi potenziali clienti è mosso da ragioni economiche di convenienza collegate ai minori consumi e alla ridotta manutenzione, il 43% ritiene in questo modo di inquinare di meno. In deciso calo l’appeal del diesel, solo il 9% degli intervistati dice di voler procedere all’acquisto di una vettura a gasolio. La ricerca fotografa, inoltre, due interessanti trend prodotti dalla pandemia.


Da una parte, la voglia di ritorno alla normalità ben testimoniata dall’aumento delle persone che per avviare la trattativa per l’acquisto di un’auto preferiscono recarsi fisicamente in concessionaria, ben 8 su 10. Dall’altra, lo smart working di questi mesi ha coinvolto ampie fasce di popolazione, contribuendo a intensificare l’uso di social media e di piattaforme di audio e video conference: metà degli intervistati si dichiara favorevole a ricevere comunicazioni dal concessionario, anche in modalità audio e video, attraverso Whatsapp. Le fasce orarie preferite per questo tipo di contatti sono il pomeriggio e la sera, dopo le ore 20.


Il 50% del campione preferisce essere contattato nei giorni lavorativi, 4 su 10 sono pronti a dedicare il sabato all’acquisizione di informazioni sulla potenziale nuova auto. Si conferma l’apprezzamento per il test drive a domicilio (il 60% lo desidera), introdotto inizialmente per ragioni di sicurezza e ora richiesto da molti clienti. Si tratta di uno strumento che potrebbe rivelarsi strategico soprattutto per avvicinare anche gli scettici alla guida di vetture ibride ed elettriche. Tra le conferme si registra anche l’apprezzamento per il noleggio: il 10% degli italiani dichiara di voler rinunciare all’acquisto dell’auto per provare l’esperienza del noleggio a lungo termine, evitando così di investire somme consistenti e potendo contare su costi di mobilità fissi.


"La nostra nuova rilevazione mensile - sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté - conferma la centralità dell’auto nel panorama della mobilità degli italiani. Un messaggio che le istituzioni sembrano ignorare, o ancora peggio, non comprendere. Gli incentivi stanziati di recente sono un primo positivo passo verso le esigenze delle famiglie italiane e della filiera automotive, ma, anche guardando a quanto hanno previsto altri Paesi europei, è ancora troppo poco". "Con l’attuale copertura economica prevista dal governo - sostiene - gli incentivi sono destinati ad esaurirsi in tempi stretti e riguarderanno solo poche decine di migliaia di automobili. Una goccia destinata a perdersi nel mare dei 38 milioni di veicoli del nostro vetusto paco auto".


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