rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Lavoro

Fase 3: per ripartenza pmi innovazione, solidità patrimoniale e internazionalizzazione

Indagine Intesa Sanpaolo in collaborazione con Piccola Industria Confindustria, Monitor Deloitte e Deloitte Private


Milano, 7 ott. (Labitalia) - Intesa Sanpaolo in collaborazione con Piccola Industria Confindustria, Monitor Deloitte e Deloitte Private, pubblica i risultati dell’indagine 'I bisogni delle pmi post-Covid', condotta su un campione di oltre 6.000 pmi italiane, che identifica nella capacità di innovazione, espansione geografica e crescita dimensionale le principali direttrici per la ripresa delle aziende nazionali a seguito dell’emergenza sanitaria. Dallo studio emerge come il segmento delle pmi mostri un’elevata propensione al cambiamento pur essendo stato il segmento più colpito dalla pandemia con il 90% delle aziende intervistate che dichiarava di aver subito rallentamenti o sospensioni delle attività produttive al termine della fase 1 e il 70% delle imprese che si trovava in difficoltà finanziarie.


Ben 6 aziende su 10 dichiarano di dover rimodulare la propria offerta sul mercato e adeguare il proprio modello operativo; 1 azienda su 2 intende puntare sull’internazionalizzazione per ampliare la copertura geografica e avviare percorsi di ingresso nei mercati esteri di maggiore interesse; più di 9 aziende su 10 riconoscono la necessità di rafforzare la componente patrimoniale, ribilanciando la propria esposizione verso terzi ma anche attraverso operazioni di finanza straordinaria; 1 azienda su 4 ha già avviato la riconversione delle proprie linee di produzione per prodotti oggi considerati strategici (dispositivi di protezione individuale). La ricerca prosegue mettendo in luce come, in un contesto di profonda trasformazione, le pmi abbiano bisogno di pianificazione strutturata e partner consolidati che siano in grado di integrare il gap di competenze specifiche nella gestione del new-normal.


"La nostra attività come Piccola Industria Confindustria si concentra nel supportare le pmi in preparazione all’incertezza. Da imprenditori sappiamo che non siamo nella Fortezza Bastiani di Buzzati, che l’evento ostile arriva e a volte può decidere il destino di un’impresa, specie se piccola. Oggi siamo convinti che digitale, green, resilienza e business continuity siano le principali sfide che abbiamo davanti. A questo si accompagna il rafforzamento patrimoniale dell’impresa, elementi capaci di portare a una crescita sostenibile e strutturata. Per farlo occorre passare dalla cultura dell’emergenza a quella della prevenzione, oltre che comprendere che il digitale è ormai una condizione per esistere", ha dichiarato Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria Confindustria. "Come le precedenti crisi insegnano - ha commentato Manuel Pincetti, partner Monitor Deloitte responsabile per i servizi di strategic transformation & growth di Deloitte in Italia - per affrontare con successo una situazione emergenziale e di forte volatilità serve una chiara visione strategica combinata ad un piano di medio-lungo termine definito valutando le alternative strategiche perseguibili".


"In un contesto di incertezza - ha aggiunto - pianificare ed analizzare i possibili scenari che si prospettano consente di determinare dove giocare ('where to play') e come vincere ('how to win') nel mercato, gestendo la 'paura dell’ignoto' ed evitando il rischio di immobilismo che darebbe origine ad un circolo vizioso da cui difficilmente si potrebbe uscire. Dalla nostra ricerca, che riconferma evidenze emerse da altri studi sviluppati dal nostro settore Deloitte Private dedicato alle pmi, emerge tuttavia nel segmento pmi ancora un gap: solo 3 aziende su 10 si stanno attrezzando in tal senso, preparandosi ad affrontare la ripresa con piani di rilancio strutturati".


Si rafforza, quindi, la necessità per le pmi di trovare i giusti partner con cui avviare il percorso di trasformazione: più di 1 azienda su 2 richiederebbe un supporto diretto alle istituzioni bancarie su ambiti non solo finanziari ma anche operativi. In questo quadro si inserisce e prosegue lo storico impegno di Intesa Sanpaolo a sostegno delle piccole e medie imprese, affiancandole nei percorsi di crescita e internazionalizzazione anche attraverso la sua rete estera capillare in circa 40 paesi costituita da filiali, uffici di rappresentanza e banche controllate.


"L’emergenza sanitaria e le sue conseguenze sulle attività produttive hanno imposto al sistema delle pmi di rimodulare i propri modelli di business in un contesto di incertezza. Ciò nonostante nel primo semestre di quest’anno, con grande impegno e vicinanza a circa un milione di imprese e microimprese nostre clienti, di cui circa 250mila pmi, abbiamo riportato in bonis circa 4.300 aziende italiane. L’iniziativa presentata oggi è un passo ulteriore verso le imprese che fanno rete per fornire loro gli strumenti utili, anche oltre il credito, per favorire la ripresa e la crescita su nuovi mercati. Come gruppo, siamo fortemente impegnati ad accelerare la transizione verso la sostenibilità e l’internazionalizzazione, stimolando una nuova cultura d’impresa attraverso webinar e anche investimenti favoriti dal meccanismo del nuovo credito d’imposta", ha affermato Anna Roscio, responsabile direzione sales & marketing Imprese Intesa Sanpaolo.


Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fase 3: per ripartenza pmi innovazione, solidità patrimoniale e internazionalizzazione

Today è in caricamento