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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Grappa: non solo montagna e caminetto, istruzioni per berla in estate


Roma, 31 lug. (Labitalia) - Chi ha detto che una buona grappa non si può bere anche d’estate? E’ quanto emerge da un'analisi sui consumi che l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino ha portato avanti per capire in che direzione vanno le tendenze dei consumatori del distillato italiano per eccellenza. Se la grappa fino ad oggi è stata sinonimo di bevanda da camino acceso in fredde giornate, i consumatori più attenti possono smentire la credenza e affermare che non soltanto si può bere grappa anche in estate, pur in una corretta maniera, ma addirittura c’è chi osa nel proporre cocktail a base di acquavite.


"Ci sono tante sfumature e modalità di degustazione che fanno delle nostre grappe un prodotto per tutte le occasioni, anche in estate - afferma il presidente dell’Istituto, Mirko Scarabello - e non solo in montagna: oggi possiamo dire che i nostri distillati sono consumati in estate in tutto il Paese, grazie a una preparazione e conoscenza più accurate da parte del consumatore finale".


Fra i consigli dell'Istituto, c'è quello di evitare assolutamente il ghiaccio. "Il ghiaccio, quindi un’aggiunta di componente acquosa, rovinerebbe l’intensità, i profumi e il gusto del distillato. Tuttavia alcune grappe, soprattutto quelle più giovani, morbide e aromatiche, possono essere consumate nei mesi estivi a una temperatura leggermente più fresca rispetto a quella ambiente. Questo permette di non far prevalere l’alcol, che con il caldo tende a farsi sentire in maniera preponderante, di mantenere i profumi del distillato e di goderne tutte le sue caratteristiche organolettiche", spiega.


Ad avvalorare questa tesi anche l’indagine di mercato compiuta dall’istituto Talos-Am per conto dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, dalla quale si evince che se prima il consumo di grappa era soprattutto legato alla fine dei pasti come digestivo o 'ammazza caffè', oggi la grappa viene scelta anche per accompagnare conversazioni dopo cena o nei locali di tendenza e non necessariamente nei periodi invernali.


Secondo i dati dell’Istituto, almeno il 30% degli italiani consumerebbe grappa in maniera regolare. Un dato importante e soprattutto con un grande potenziale visto che, secondo lo studio, oltre il 75% degli italiani conosce l’acquavite. In generale, piace la tradizionale grappa bianca morbida, ma la tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che anche le grappe invecchiate siano apprezzate da un gran numero sempre maggiore di consumatori. Non solo uomini, ma anche donne (sempre di più negli ultimi anni) e giovani che al posto dei soliti super alcolici cominciano ad apprezzare i distillati di qualità quali le grappe. Tra i motivi principali che spingono a bere grappa il gusto di questo prodotto, ma anche il retrogusto persistente delle grappe più invecchiate.


Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 10 mila ettanidri di grappa (circa il 10% del totale nazionale) vale a dire circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri) distillando 15 mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve aromatiche (30% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 45%) e quella da vinacce miste (circa il 25% della produzione). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è calcolato intorno ai 15milioni di euro per l’imbottigliato e 2 milioni di euro per quanto riguarda la materia prima.


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