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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Libri: 'Rose Té' di Nicoletta Campanella, custodi della bellezza e simbolo della resilienza

Il piacere della lettura per gli appassionati di gardening


Roma, 3 nov. (Labitalia) - La collana editoriale La vie en roses di Nicla Edizioni riprende il suo viaggio con l’ultimo libro di Nicoletta Campanella dedicato alle affascinanti 'Rose Tè': custodi di bellezza, interpreti della storia moderna ed esempio di resilienza ambientale. La 'Tè' è infatti la classe di rosa ideale per realizzare un roseto a prova di cambiamento climatico. Dopo il successo di “Grandi Giardiniere d’Italia”, a fine novembre 2020 uscirà 'Rose Tè, Patrimonio di Domani' il nuovo libro di Nicoletta Campanella. La nota gardenteller torna in libreria con un volume dedicato alla Rosa Tè indiscutibilmente la più raffinata fra tutte le classi di rose in coltivazione, icona incontrastata dell’epoca vittoriana.


Le Tè, aristocratiche e profumate, devono il nome alle loro antenate che approdarono in Europa dalla Cina a bordo delle navi della Compagnia delle Indie Orientali. Le stesse grandi navi che portavano il tè in Europa: da qui l’ipotesi di un’assimilazione tra il profumo della bevanda e quello delle sue compagne di viaggio. Testimonial di un nuovo genere editoriale da lei stessa creato con la Nicla Edizioni (www.nicla-arte.org) casa editrice romana nata intorno alla community dell’Horticultural System italiano, Nicoletta Campanella è ormai il punto di riferimento dei garden addicted nella divulgazione dell’arte del giardinaggio ai più alti livelli.


Soprattutto in questa difficile e interminabile fase di emergenza sanitaria, che ha in gran parte impedito agli appassionati di frequentare i flowers show di primavera e autunno, la lettura dedicata al gardening diventa terapeutica e di conforto nonché un’irrinunciabile evasione per mantenere viva la propria passione e per lasciarsi trasportare dalle coinvolgenti narrazioni della Campanella, che non si limita soltanto a descrivere l’aspetto botanico ma ama intrecciare il racconto delle rose con la moda e i costumi del tempo.


Ad esempio, nelle pagine del libro, i lettori incontreranno la figura del primo grande couturier della storia Charles Frederick Worth e della sua musa, Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III e ultima imperatrice di Francia. Scopriranno inediti spaccati dedicati agli usi e costumi delle dame del tempo: ad esempio gli outfit che sceglievano per le escursioni in campagna, per praticare sport, per andare a teatro e ovviamente per lavorare in giardino. Capi scelti sempre con cura e instancabilmente eleganti che ancora oggi sono fonte d’ispirazione per scelte più contemporanee.


Non ultimo il lettore scoprirà che le Rose Tè rappresentano oggi una delle classi più sostenibili e a prova di cambiamento climatico e che quindi risultano essere la scelta migliore per giardini o balconi. Una rosa evergreen, che si adatta, non teme ed anzi è capace di fronteggiare un clima che ha ormai sovvertito i ritmi naturali. Sin dalle origini sono state ritenute fragili e poco inclini a sopravvivere ai rigidi inverni di fine Ottocento: al contrario le attuali estati sempre più lunghe e siccitose hanno riportato le Tè prepotentemente alla ribalta. Con poche eccezioni, oggi, possono essere coltivate da nord a sud con la concreta certezza di vederle sviluppare rigogliose e sane in una vertigine di clamorose, infinite fioriture che abbracciano archi e colonne, tripodi e balaustre. In gruppo o in solitario, sono libere di esprimersi nella gran parte dei giardini del mondo contemporaneo.


Del resto, le Tè al tempo della loro diffusione erano delle vere e proprie trendsetter: appena sbocciate iniziarono ad ammaliare le dame e i cultori del giardino nel sud della Francia, dove l’aristocrazia d’Inghilterra aveva iniziato a trascorrere l’inverno e dove, sullo sfondo del più azzurro dei mari, l’ibridazione d’autore avrebbe dato il suo spettacolo migliore.


Proprio in Costa Azzurra le nostre protagoniste, misero salde radici e diventarono le rose da giardino per eccellenza. Furono gli inglesi in soggiorno in Costa Azzurra a dare il là al fenomeno delle ibridazioni dando vita al più grande roseto mediterraneo. Tra gli ibridatori più innovativi del tempo incontriamo Gilbert Nabonnand, il più prolifico creatore di rose: arrivò ad ottenerne nel suo vivaio di Golfe-Juan oltre 1.500 varietà tra le quali circa 500 erano Tè. Varietà irresistibili sia per il loro ricco aspetto decorativo sia per la ricercatezza delle fioriture anche invernali, dimostrando come sia proprio nel dna delle Tè, la loro capacità all’adattamento climatico.


Per scoprire forme, colori, fragranze delle grande famiglia delle Tè, nel volume è inserita un’ampia e dettagliata sezione curata da Rita Oliva che ci porta dalle origini agli inizi del Novecento, guidandoci sin oltre il territorio francese. Più di cento le schede con foto che si susseguono con le descrizioni di altrettante rose e i suggerimenti per il loro utilizzo. Charles Quest-Ritson, scrittore e storico delle rose, autore della Grande enciclopedia illustrata della rosa per la Royal Horticultural Society firma invece il capitolo di quello che lui chiama “il paradossale destino di due rose”. E Walter Branchi, musicista e rodologo, quello dove vengono forniti tutti gli elementi essenziali per poter riconoscere una rosa. Al vivaiasta Maurizio Feletig è infine affidato il racconto dell’antica storia degli innesti e alcuni pratici suggerimenti su come realizzarli.


“Rose Tè, Patrimonio di Domani” fa parte della collana editoriale La vie en roses che comprende anche i volumi “Rose Banksie” e “Rose Cinesi”. Con il nuovo libro, la collana riprende il suo viaggio alla scoperta della storia, del costume e dei personaggi che hanno fatto da scenario alle vicende storiche del fiore più amato, protagonista indiscusso di questa narrazione. Per la grande capacità narrativa e per il contributo alla valorizzazione e alla divulgazione del patrimonio botanico il lavoro editoriale, la Nicla Edizioni ha ricevuto anche per “Rose Tè, Patrimonio di Domani” il patrocinio di Apgi, Associazione Parchi e Giardini d’Italia e quello del Polo Museale dell’Università La Sapienza di Roma per le numerose e prestigiose attività culturali svolte dalla Nicoletta Campanella presso l’Orto Botanico della Capitale.


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