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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Mercato del lavoro post lockdown: dati e ripresa

Comunicato stampa


(Milano, 21 settembre 2020) - Milano, 21/09/2020 - Il lockdown ha messo a dura prova il mondo del lavoro, con diverse imprese e famiglie che hanno pagato a caro prezzo le misure restrittive imposte dal Governo per contrastare la diffusione del Covid-19. Tuttavia, nonostante l'epidemia preoccupi ancora tanto, per il mercato del lavoro il peggio sembra sia passato e si registrano i primi segnali di ripresa con moltissimi italiani che monitorano di continuo gli annunci di lavoro aggiornati.


In futuro, molto dipenderà dai provvedimenti dei singoli Paesi e dalla capacità di ognuno di loro di rilanciare al più presto il mondo del lavoro. Intanto ISTAT e OCSE hanno diffuso alcuni interessanti dati, che spiegano bene la situazione lavorativa in Italia.


Mercato del lavoro post lockdown: dati ISTAT


Il livello dell'occupazione da febbraio 2020 è sceso di circa 500 mila unità; parallelamente, sono aumentate di circa 50 mila unità le persone in cerca di lavoro, mentre il numero degli inattivi è cresciuto di circa 400 mila unità. Numeri che riflettono in maniera chiara gli effetti negativi della pandemia sul mondo del lavoro.


Secondo dei recenti dati raccolti dall'ISTAT, il tasso di occupazione in 4 mesi ha perso più di un punto, mentre il tasso di disoccupazione torna sopra i livelli del mese di febbraio.


Preoccupa soprattutto il dato riguardo ai giovani, con il tasso di disoccupazione giovanile salito a luglio oltre il 30%. Secondo i dati, il tasso si aggira intorno al 31,1% per la fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, in crescita di 1,5 punti da giugno e di 3,2 da luglio 2019. Si attesta al 15,9%, invece, il tasso di disoccupazione per la fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, circa il triplo se confrontato con il tasso della fascia tra i 50 e i 64 anni.


A fronte di un calo del numero degli inattivi, da luglio 2020 sono aumentate le persone alla ricerca di un'occupazione. L'Istituto Nazionale di Statistica ha dunque registrato un tasso di disoccupazione salito al 9,7%, in crescita da giugno di 0,5 punti e da luglio 2019 di 0,1. Le persone disoccupate sono aumentate del 5,8%, più 134 mila unità, invece il numero degli inattivi è sceso dell'1,6%, meno 224 mila unità. Per effetto di questi numeri, il tasso relativo agli inattivi è sceso al 35,8%.


Le buone notizie arrivano dai numeri sull'occupazione, che a luglio, dopo 4 mesi bui, finalmente sono tornati a salire. L'ISTAT ha registrato una crescita dell'occupazione dello 0,4% su base mensile, più 85 mila unità: un aumento di buon auspicio che ha coinvolto i dipendenti, le donne e ogni fascia di età, eccezion fatta per la classe di età compresa tra i 25 e i 34 anni.


Calano gli indipendenti, invece è stabile il numero degli uomini occupati. In generale, il tasso di occupazione è salito al 57,8%, anche se gli occupati, rispetto al mese di luglio 2019, sono diminuiti di 556 mila unità. In ogni caso, è bene cercare di leggere i dati anche in relazione alle difficoltà riscontrate dall'ISTAT nel raccogliere le informazioni, complicanze naturalmente legate al periodo del Coronavirus.


Mercato del lavoro post lockdown: la fotografia dell'OCSE


Ad analizzare i dati relativi al mercato del lavoro post Covid, è stata anche l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. L'OCSE ha esaminato attentamente le misure adottate dai differenti Paesi per contrastare l'emergenza del Coronavirus.


Secondo le stime, il PIL dei Paesi OCSE, confrontato a quello del primo trimestre 2019, nei primi mesi del 2020 ha subito una flessione di circa il 15%, con il tasso di disoccupazione che dal 5,2% di febbraio è passato all'8,4% di maggio. Da questo punto di vista, l’Italia si distingue dalla media OCSE perché l'indice è sceso fino al mese di aprile, attestandosi al 6%, crescendo successivamente a maggio fino al 7,6%. Naturalmente, c'è stata una flessione anche delle ore lavorate, con -28% nei primi 3 mesi del periodo critico.


Numeri che rispecchiano pure i riflessi degli ammortizzatori sociali, che hanno salvaguardato l'occupazione. Dopo la Nuova Zelanda, la Francia e la Svizzera, l’Italia ha previsto le misure più rilevanti per la conservazione dei livelli di occupazione. In questa logica, l'Italia ha intrapreso delle misure eccezionali per la salvaguardia di famiglie e imprese.


Rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, tra marzo e maggio 2020 sono cresciute di circa il 40% le richieste Naspi (sussidio di disoccupazione). Una crescita dovuta principalmente ai mancati rinnovi di tanti contratti a termine e al congelamento delle assunzioni. Colpiti dagli effetti della crisi sono soprattutto i lavoratori con contratti a tempo determinato, gli autonomi, le donne e i giovani.


Mercato del lavoro post lockdown: come ripartire


Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, per la ripartenza occorre mettere in campo nuove misure in aggiunta a quelle adottate nei mesi più critici ed è necessario creare altri posti di lavoro. In buona sostanza, si tratta di prevedere una serie di interventi:


• maggiore sicurezza: garantire più sicurezza sui luoghi di lavoro è una priorità assoluta di ogni governo nazionale;


• diminuire la cassa integrazione: misura indirizzata a garantire ai lavoratori e alle aziende gli incentivi idonei per ricercare una nuova occupazione o per la ripresa delle attività;


• limiti e divieti da riesaminare in merito alle assunzioni e ai licenziamenti;


• misure di sostegno al reddito: redditi di emergenza e di cittadinanza da rivedere per assicurare un maggiore sostegno alle famiglie meno abbienti;


• provvedimenti per i più giovani: aumentare i mezzi digitali con lo scopo di facilitare le ricerche di impiego e prevedere misure per favorire le assunzioni dei gruppi più deboli.


Si tratta di mosse atte a favorire e accelerare la ripresa e consentire alle imprese e alle famiglie di respirare dopo un periodo davvero molto difficile. In fondo, nonostante le molte criticità, rilanciare il mondo del lavoro è un'operazione assolutamente possibile con le misure giuste.


In questa direzione, il Governo italiano sta producendo ogni possibile sforzo per riportare la situazione lavorativa a certi livelli e restituire alle imprese e alle famiglie italiane una maggiore tranquillità.


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